Di Adriano Falanga
Sul bilancio comunale, alla voce “sprechi”, un’attenzione particolare merita il capitolo dedicato alla Pista Ciclabile, anche se in questo articolo parleremo più specificatamente del parco giochi situato all’ingresso di via Terze. Nonostante le buone intenzioni, l’area, destinata a verde attrezzato e al bike sharing, non è mai decollata. Colpa della totale assenza di una pianificazione progettuale destinata al lungo periodo, con tanto di manutenzione costante. Ma la manutenzione del verde a Scafati è un optional, da anni esternalizzata e garantita da mini affidamenti o gare d’appalto a breve durata. L’area versa oggi nel pieno e totale abbandono, con sporcizia, erbaccia incolta e le strutture dedicate ai bambini oramai ridotte a legna da ardere. Colpa dei vandali certamente, che in città pure scorrazzano liberamente e impavidamente, ringalluzziti da una pressoché totale assenza di controllo e sorveglianza. Il parco giochi in prima battuta fu dato in gestione a privati, l’idea era buona: noleggio biciclette in cambio della manutenzione. Finì però per essere adibito a paninoteca all’aperto. La convenzione non fu rinnovata. La pista ciclabile è oramai in disuso, e anche l’ultimo temerario jogger ha gettato la spugna. Restava soltanto il parco giochi, ad uso degli abitanti della zona. Addio pure a quello. Tutto in malora, tutto rovinato. Con la pista ciclabile, furono installate anche tre postazioni con 10 rastrelliere elettroniche per il noleggio delle biciclette di proprietà comunale. Ma di queste non se n’è mai vista una e giacciono oggi in un magazzino della ex Manifattura Tabacchi.
Non avendo risorse economiche disponibili per recuperare il servizio, e per non lasciar arrugginire le biciclette in deposito, la Giunta nel maggio scorso ha dato mandato all’ufficio Ambiente di trovare partner privi di finalità di lucro che possano collaborare con il Comune per individuare una modalità di utilizzo delle 35 biciclette di proprietà comunale. Il partner doveva effettuare il servizio a costo zero per gli utenti e per le casse comunali, provvedere alla manutenzione ordinaria delle bici. In cambio, Palazzo Mayer concedeva l’esonero dal pagamento dei diritti su eventuali pubblicità realizzate sulle bici. Era gratuito l’utilizzo delle rastrelliere già esistenti sul territorio. Non era dovuto il pagamento del canone di occupazione aree pubbliche per eventuali installazioni di nuove rastrelliere realizzate dall’affidatario ed infine era previsto anche l’esonero dal pagamento dei diritti pubblicitari su eventuali pubblicità realizzate sulle nuove rastrelliere. Poi il buio, e oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti.