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Il consiglio comunale vota all’unanimità l’immediata esecutività della delibera che avrebbe consentito il primo passo per la decadenza del sindaco Pasquale Aliberti: ma non c’è il numero legale.
Diventa curioso adesso conoscere il resoconto scenografico della contestato consiglio comunale di venerdì sera. Per ora, sembra proprio che la tanta fretta nel tenere le assise cittadine si sia tramutata nella classica montagna che partorisce un topolino, e pure illegittimo. In questi giorni la prossima puntata di quella che possiamo ironicamente definire la saga della “deca dance”, il ballo delle istituzioni. Ed ora le opposizioni sicuramente ricorreranno ancora al Tar (ed altre spese per il Comune). La seduta di venerdi sera, svoltasi nonostante la diffida della minoranza e l’invito a desistere del vice Prefetto Forlenza per l’illegittimità della convocazione, ha gettato le istituzioni scafatesi nel caos. Martedi prossimo, inoltre, si terrà la regolare seduta con all’ordine del giorno anche la proroga della convenzione Acse, già votata venerdi sera. Si avranno così due deliberati, quale sarà quello legalmente valido? E ancora, sempre venerdi sera è stata approvato il secondo step del procedimento di decadenza, e la maggioranza nel deliberato si è “autoconvocata” già per il giorno 9, considerato che in questa data è già stato fissato regolare consiglio. Sorvolando adesso sulla legittimità dell’autoconvocazione, votata in una seduta di per se già dichiarata illegittima, quale sarà il deliberato da votare? L’ufficio Avvocatura guidato dall’avvocato Francesco Romano, se riterrà valida le assise di venerdi sera, presenterà una nuova proposta di deliberazione, e cioè la dichiarazione finale di decadenza di Aliberti, mentre risulta essere all’ordine del giorno, come da regolare convocazione di Pasquale Coppola, la discussione della seconda fase del procedimento. Un ingorgo istituzionale enorme, che rischia concretamente di bloccare l’attività consiliare. Per evitarlo la minoranza annuncia l’immediato ricorso al Tar per annullare il deliberato votato con soli 11 consiglieri comunali venerdi 27. “Siamo basiti dal comportamento assunto da Aliberti e una parte di suoi consiglieri – spiega Mario Santocchio – hanno avuto il coraggio di continuare ad aver un comportamento in aperta violazione della legge e dello statuto. Impugneremo la delibera di ieri perché’ palesemente illegittima. Da ieri a Scafati sugli argomenti si terranno due consigli comunali, poi facciamo decidere al Tar quale è valido e quale no”. Evidenzia il dato politico il consigliere di Fratelli D’Italia: “va detto senza mezzi termini che ha perso la sua maggioranza e nonostante due transfughi Raviotta e Quartucci non riesce ad avere più i numeri e quindi deve solo pensare a rassegnare le dimissioni”. Coppola si dice sereno: “E’ stata accertata la palese illegittimità della convocazione di venerdi sera, in barba a legge e Statuto. Il dottor Forlenza ha chiaramente indicato che i consigli comunali legittimi sono stati da me già convocati, al 1° e al 9 dicembre. Ed io sarò ovviamente presente a fare il mio dovere”. Venerdi è stato accusato di non essere stato presente: “assurdo, mica potevo presiedere una seduta da me contestata e dichiarata illegittima? Ho diffidato i consiglieri comunali a farlo, oltre ad aver presentato un esposto in Procura”
Adriano Falanga
Consiglieri di maggioranza assenti giustificati ma i malumori sono forti
Secondo il primo cittadino le assenze alla seduta di venerdi sera di Roberto Barchiesi, Pasquale De Quattro e Alfonso Carotenuto sarebbero state giustificate. Ma è noto oramai il loro malcelato dissenso verso il procedimento di decadenza. Si dice sereno Pasquale Aliberti, convinto di essere nella piena legalità e di aver agito nell’interesse dei temi trattati, ritenuti socialmente rilevanti. Ad ogni modo, secondo la sua opinione: “la nota sollecitata dalle opposizioni non è ordinatoria e frutto di una rappresentazione parziale e falsa della realtà. La stessa realtà che in questi anni hanno provato a denunciare alla magistratura”. Insomma, il rappresentante governativo avrebbe sì palesato l’illegittimità della convocazione, ma la partecipazione sarebbe stata una sorta di “opzione”. In realtà con l’avvento della legge Bassanini i poteri sono stati ridimensionati, per garantire più autonomia agli enti locali. Il Prefetto può convocare il consiglio ma non annullarlo. Non è vincolante la sua nota, ma è chiaro che l’attestazione dell’irregolarità della sua convocazione fornisce un’arma alla minoranza, pronta a ricorrere al Tar per l’annullamento del deliberato prodotto. “Non abbiamo violato la legge; Non abbiamo esautorato nessuno del proprio potere;
Non abbiamo fatto nessuncolpo di stato – spiega Brigida Marra, oramai diventata a pieno titolo portavoce dell’intera maggioranza – semplicemente con coerenza e responsabilità abbiamo fatto valere a prescindere dagli argomenti, i diritti dell’organo collegiale. La convocazione del Consiglio Comunale era un atto dovuto così come confermatomi sia pur lontano dal clamore della carta stampata, da un avvocato della stessa opposizione che ci attacca”. (a.f.)