Scafati/Poggiomarino. “Mio figlio lavorava per 50 euro al giorno e fino a poche ore prima del tragico incidente che gli è costato la vita discuteva con il il titolare dell’impresa sia sulla sicurezza che sul fatto di essere sottopagato”: Integrazione della denuncia presentata dai familiari (madre e fidanzata) dello sfortunato giovane di Poggiomarino deceduto venerdì in via Melchiade a Scafati. L’hanno fattoi ieri ai carabinieri della tenenza scafatese. Un cd rom con all’interno dei file inerenti alcune conversazioni sulla sicurezza nel cantiere tra la vittima dell’incidente e il datore di lavoro. Ad assistere la madre e la fidanzata dello sfortunato 22enne di Poggiomarino gli avvocati dello studio Forensis di Caserta Gennaro Caracciolo e Agostino Russo. Panariello lavorava da 7 anni con con quella azienda e per svolgere la mansione di operaio il titolare lo avrebbe retribuito con 50 euro al giorno. Aveva lasciato le scuole prestissimo, non voleva sapere di andarci e così la madre per evitare “che prendesse brutte strade” lo avrebbe spronato a cercarsi un lavoro che aveva trovato con l’impresa con cui prestava la sua opera fino a venerdì. “Parte di quei soldi li portava in famiglia” ha ripetuto ai carabinieri la giovane madre Flora. “Per tutti questi anni che io sappia non è mai stato messo in regola- scrive nella denuncia la madre -e ci comunicava spesso che il proprietario non gli aumentava mai la paga. Sandro con noi si lamentava di essere sottopagato e che il titolare dell’impresa non avrebbe mai voluto regolarizzare la posizione lavorativa”. Anche venerdì fino a un’ora prima della tragedia Panariello avrebbe parlato di queste situazioni con la fidanzata convivente Anna Chjara. E lo avrebbe fatto con il telefonino della madre. “Glielo avevo prestato perchè il suo lo aveva dato alla compagna che a sua volta si era rotto. E anche in questi messaggi audio mio figlio Alessandro diceva di non voler più lavorare con quell’azienda perchè oltre a essere sottopagato, non lo voleva mettere a posto, si lamentava che lo stesso proprietario facesse una vita agiata sulle spalle degli operai che lavoravano con lui”. Messaggi whatsapp che sarebbero poi terminati intorno alle 12,20 orario in cui la fidanzata avrebbe sentito per l’ultima volta la voce di Alessandro. Sul taccuino della procura nocerina sarebbero cinque gli indagati con l’ipotesi di reato in concorso di omicidio colposo, tra cui colleghi (le cui posizioni lavorative sono al vaglio degli inquirenti) committente dei lavori e proprio il proprietario dell’impresa con sede a Boscoreale. I carabinieri della tenenza di Scafati avrebbero anche visionato i filmati della videosorveglianza che avrebbero (in parte) ripreso la scena dell’incidente e consegnati sulla scrivania della magistratura inquirente. La tragedia si è consumata poco dopo le 13 di venerdì a quattro passi sal Comune di Scafati. Panariello stava tirando la fune di una carrucola per sollevare alcune lastre d’acciaio quando il carico si è staccato cadendogli addosso. L’impatto è stato violento e il giovane è quasi morto sul colpo con un taglio netto alla gola. Un paio di minuti di agonia eppoi il suo cuore ha smesso di battere. In strada c’era tantissima gente scossa per quanto avvenuto e alcuni hanno tentato di prestare i primi soccorsi, inutilmente. Da quattro giorni il suo corpo si trova presso il cimitero di via della Gloria a Scafati in attesa dell’autopsia disposta dalla procura con incarico al perito che dovrebbe arrivare oggi.