Di Adriano Falanga
Sfumata la possibilità del terzo mandato, Aliberti rischia ancora di decadere, in quanto non sembra esserci stato ancora il ritiro del contenzioso, o almeno, la Pec presentata in consiglio comunale non sarebbe conforme alla procedura che la normativa prevede. Prima della pausa festiva dovrebbe tenersi l’ultimo consiglio comunale sulla decadenza di Aliberti. Nonostante sia oramai andata fuori i termini utili per il terzo mandato, il procedimento ufficialmente non è ancora concluso e comunque il sindaco rischia di decadere. Dovrebbe essere ratificata la sua intenzione di ritirare il contenzioso, una volontà ancora non sopraggiunta. La Pec arrivata in consiglio comunale il 9 dicembre non sembra essere regolare, così come la legge prescrive. Quel documento infatti arriva 12 giorni dopo il consiglio del 27 novembre, e in anticipo rispetto a quello del giorno 9 dicembre. Il Testo Unico concede infatti dieci giorni di tempo al sindaco per ritirare il contenzioso, tempo che dovrebbe decorrere dall’approvazione in consiglio comunale, o quantomeno dalla effettiva efficacia della delibera. Manca il terzo e ultimo step, sia che la delibera di riferimento sia quella del 27 (su cui deve pronunciarsi il Tar il prossimo 12 gennaio) e sia quella del 9 dicembre. L’ultimo passo è infatti quello della dichiarazione finale di sindaco decaduto, una presa d’atto che può sospesa e revocata nel momento in cui dovesse giungere il ritiro del contenzioso promosso dal primo cittadino. Perché se è vero che Aliberti non può più ricandidarsi per il terzo mandato, è anche vero che comunque questi può essere ancora dichiarato decaduto.
Lo “scontro” istituzionale infatti non c’è mai stato sulla dichiarazione di decadenza, ma solo sui tempi previsti. La maggioranza, con l’ufficio Avvocatura guidato dall’avvocato Francesco Romano e dietro indicazioni della segretaria comunale Immacolata di Saia, voleva concludere il tutto entro il 29 novembre o comunque in tempo utile per poter concedere al sindaco di potersi ricandidare. Di contro, l’opposizione con il presidente del consiglio comunale Pasquale Coppola ha voluto attenersi (secondo le loro dichiarazioni) scrupolosamente ai tempi e procedure dettate da legge e statuto comunale, andando così ben oltre il 13 dicembre. Da qui l’estremo tentativo delle dimissioni collettive, sfumato anche questo. Ora però bisogna ritirare il contenzioso, altrimenti Aliberti decadrà comunque. E magari potrà davvero costruire la tettoia nella sua proprietà.