Di Adriano Falanga
Liquidati i gettoni di presenza ai consiglieri comunali, relativi al terzo trimestre, o meglio, al periodo luglio-agosto-settembre 2016. Lo stallo istituzionale in cui versa Palazzo Mayer è lampante, pochissime le sedute, e non solo per l’intermezzo feriale di agosto, bensì perché le commissioni sono ferme, ergo, non si lavora a palazzo di città. L’unica commissione più prolifica è quella relativa agli affari sociali presieduta da Teresa Formisano, mentre le altre sono pressoché ferme, questo perché, dopo il voto al bilancio di giugno e dopo la fuga di consiglieri dalla maggioranza, non si capisce più chi sia governo e chi opposizione. E’ la ragione per cui giovedì sera si proverà a ricomporre le commissioni, durante il consiglio comunale. Nulla è però scontato, perché allo stato di fatto gli alibertiani, che rivendicano presidenze e la quota di 5 componenti per commissione, sono numericamente inferiori all’opposizione, che può contare (compreso i dissidenti) in 13 esponenti. Tutto questo sta comportando lo stallo delle attività istituzionali e gli alibertiani pur di non finire sotto, sono costretti a contare sul voto della (ex) minoranza. Una situazione che ha del paradossale, ma che esiste e resiste, e giovedi il primo cittadino sarà chiamato, alla luce di ciò che con ogni probabilità accadrà, a trarne le dovute conseguenze. In compenso, l’unica nota positiva è il risparmio economico per le casse dell’Ente, perché i consiglieri comunali non ricevono una retribuzione fissa, bensì un gettone di presenza per ogni seduta di commissione o consiglio comunale. Non arriva neanche a 2 mila euro la somma totale da stanziare sull’apposito capitolo di bilancio, al contrario degli oltre 12 mila del secondo trimestre e dei 7500 del primo. Sulla scia del primo trimestre, il gruppo ex maggioranza di Identità Scafatese, assieme a Roberto Barchiesi, hanno devoluto al fondo di solidarietà Tari il 50% dei loro emolumenti, ma sono appena 136 euro, rispetto ai mille dello scorso trimestre. A Scafati gli eletti all’Assise percepiscono un gettone di presenza pari a 34,15 euro lordi per ogni seduta di commissione e consiglio comunale.
Lo Statuto fissa un tetto massimo di presenze oltre il quale la retribuzione resta invariata. Tetto fissato a 28 sedute mensili tra commissioni e consigli. Con appena 9 sedute spettanti è la forzista Teresa Formisano la più “presente”, portando a casa 307 euro. Tra gli alibertiani la seguono Dalila Borriello, subentrata al dimissionario Pasquale De Quattro e alla sua prima “busta paga” da consigliere, per lei 210 euro. Michele Raviotta e Carmela Berritto ex aequo con 6 sedute e 204 euro. Segue Filippo Quartucci con 170 euro per 5 presenze. Tra le fila dell’opposizione (tecnicamente impossibile definirla minoranza) spiccano le 5 presenze di Bruno Pagano: 170 euro di cui 85 devoluti al fondo Tari. Segue il piddino Michelangelo Ambrunzo: 102 euro. Ancora un ex di maggioranza a seguire, Alfonso Carotenuto con i suoi 102 euro. I restanti consiglieri sono pressoché fermi a soli 34 euro, relativi a una sola presenza, quella del consiglio comunale di fine luglio. Cifra tonda, pari a zero, per il capogruppo Fdi Cristoforo Salvati. Una sola presenza anche per l’alibertiano e vice presidente Acse Mimmo Casciello. I suoi 34 euro restano però nelle casse comunali in quanto il consigliere è dal marzo 2014 che ha ufficialmente rinunciato a percepire gettoni. Nonostante ciò, essendo consigliere comunale non può percepire neanche l’indennità di 13 mila euro annui dalla società partecipata ma anzi, il consiglio comunale ha avviato la decadenza per il doppio incarico ricoperto, vietato dalla legge. Giovedì la seconda fase del procedimento.