Di Adriano Falanga
Il terremoto giudiziario che ha portato in carcere 69 persone, tra cui il consigliere regionale ed ex assessore Pasquale Sommese e l’ex sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, arriva anche a Scafati. L’anello di congiunzione è sempre lui, quel “dannato” Polo Scolastico da sempre al centro di polemiche. Quella struttura mai nata che è stata protagonista dello scioglimento del consiglio comunale di Scafati e ancor prima delle indagini della DDA di Salerno dalle quali pende una richiesta d’arresto per l’ex sindaco Pasquale Aliberti, e risultano indagati la moglie Monica Paolino, consigliere regionale e una ventina tra esponenti politici, dirigenti comunali e appartenenti al clan Loreto-Ridosso. In particolare, al centro dell’indagine coordinata dalla DDA napoletana e condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli, è finito il “vasto giro di corruzione” che sarebbe stato organizzato da Guglielmo La Regina, legale rappresentante dell’Archicons s.r.l. con altri due imprenditori dell’area di Casal di Principe, e insieme con Alessandro Zagaria, tutti ritenuti vicini alla cosca degli Zagaria, del cartello dei casalesi. L’Archicons srl è la società che si è occupata anche della gestione e della progettazione del Polo Scolastico a Scafati. La stessa società finita nel decreto di scioglimento dell’Ente. “L’intera procedura è stata caratterizzata da comportamenti omissivi, irrituali, totalmente difformi alla normativa di settore, che hanno determinato una sostanziale turbativa d’asta, aprendo l’appalto prevedibili incertezze esecutive ad alla possibilità di significative varianti; il tutto in spregio alle dovute e necessarie attività di verifica atte a garantire ed a tutelare la Stazione Appaltante. Tale opera ha avuto il riscontro della permeabilità dell’Ente nei confronti della criminalità organizzata, sin dalla fase di progettazione dell’opera. Il riscontro sta nell’avvenuta assegnazione della progettazione dell’intervento ad un’azienda riconducibile al clan dei casalesi”, così nella relazione di 36 pagine redatta dal Prefetto Salvatore Malfi, sintesi del lungo lavoro di sei mesi prodotto dalla commissione d’accesso a Palazzo Mayer.
Ma tra gli arrestati figurano anche altri professionisti che hanno avuto appalti a Scafati, come la Bretto Opere Stradali srl, che ha ripavimentato via Zara per un importo di 531 mila euro e via Poggiomarino per oltre 850 mila euro o l’ingegnere Umberto Perillo, della GMN Engineering, società tra i progettisti dell’area Ex Copmes e del Polo Scolastico. Naturalmente tutto questo non prova nessun coinvolgimento diretto degli esponenti dell’amministrazione comunale sciolta, ma certamente dimostra come i casalesi erano riusciti ad entrare nel sistema degli appalti scafatese. Lo stesso clan che è risultato coinvolto anche nel progetto di riqualificazione dell’area Ex Copmes, e del rifacimento dei marciapiedi di via Santa Maria La Carità, quando direttore dei lavori fu nominato l’architetto Carmine Domenico Nocera, poi accusato di aver progettato il bunker di Michele Zagaria, servito per la sua latitanza. Nocera fu scelto dall’ex dirigente Maria Gabriella Camera (anch’essa indagata dall’antimafia di Salerno), all’epoca Rup dei lavori, tra una rosa di nomi a disposizione. Quando il professionista fu arrestato la Camera prontamente revocò l’incarico e spiegò: <<L’architetto Nocera, all’epoca, da curriculum presentava notevoli esperienze in termini di direzione e progettazione lavori. Restiamo basiti per la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il professionista, dal canto nostro avevamo svolto la procedura nei termini di legge>>. Fatti che rendono più comprensibile le motivazioni che hanno comportato lo scioglimento dell’Ente lo scorso 27 gennaio per infiltrazioni mafiose.
GRIMALDI: “già nel 2016 segnalammo anomalie nel Piu Europa”
<<Il 26 Gennaio 2016 avevamo scritto all’ANAC, l’autorità nazionale anti-corruzione, per denunciare come il progetto “Più Europa” nella nostra città fosse oramai ridotto ad un autentico colabrodo – così l’ex consigliere comunale Pd Michele Grimaldi – Una delle grandi opportunità che la Città aveva sin dal 2008 e che il centrodestra aveva ereditato dalla precedenti amministrazioni comunali e regionali, aveva perso quasi completamente la sua identità ed la sua consistenza. Lo stesso stato della rendicontazione dell’utilizzo dei fondi fino ad allora spesi presentava aspetti di grande opacità e scarsa chiarezza, ed alimentava serissimi dubbi sulla trasparenza e l’efficacia di scelte e decisioni>>. Nel dettaglio, a sollevare l’attenzione di Grimaldi fu una delibera di giunta comunale. <<La numero 346 del 30 Dicembre 2015, che aveva provveduto ad adottare un prezzario per l’esecuzione dei lavori pubblici nel nostro Comune (sia in relazione al programma “Più Europa” che a qualunque altra opera pubblica) con il quale si procedeva ad assumere come valore di riferimento per le future gare quello determinato dal prezzario regionale ridotto del 30%: tale decisione, sulla quale il centrodestra fu costretto a fare marcia indietro dopo le nostre proteste e le nostre denunce pubbliche, avrebbe potuto concorrere ad adulterare il costo dei progetti sul mercato, alterando i principi della concorrenza, della economicità e della pari opportunità tra imprese>>. Da anni la Magistratura fa presente il come un eccessivo ribasso non solo danneggia la qualità delle opere, ma agevola le imprese legate alla camorra. <<Sessantanove tra politici, imprenditori e boss sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’operazione che ha fatto luce sulle irregolarità negli appalti di svariati Comuni del Casertano e del Napoletano. Tra questi Guglielmo La Regina rappresentante legale dell’Arhicons Srl, la società che si è occupata anche della gestione e della progettazione del Polo Scolastico a Scafati. Proprio quel Polo scolastico finanziato con i fondi europei e al posto del quale oggi c’è un buco con attorno macerie, il simbolo per eccellenza dell’eredità che l’amministrazione Aliberti lascia alla nostra Scafati – aggiunge ancora Grimaldi – Il progetto del Polo scolastico, tra l’altro, come abbiamo denunciato in più interrogazioni comunale negli ultimi anni non risulta nemmeno essere a norma con le disposizione del D.M. 18 dicembre 1975. “Chi ha controllato quel progetto? Perchè è stato ritenuto valido?” sono le domande che più volte abbiamo posto, senza ovviamente ricevere risposta. Delle vicende giudiziarie se ne occupa e se ne occuperà la magistratura: quel che però è certo, è che da un punto di vista politico chi ha governato la nostra città in questi anni ha reso permeabile, infiltrabile, il tessuto amministrativo ed economico a forze criminali e interessi oscuri: a pagarne il conto, drammaticamente, sono stati i cittadini scafatesi>>. Lancia un appello alla commissione straordinaria Francesco Carotenuto, di Scafati Arancione: <<Un’opera, il Polo Scolastico, che oltre al fallimento, ha visto ancora una volta l’ex amministrazione protagonista di vicende giudiziarie legate ad appalti sospetti. La nostra speranza è che la triade ripristini non solo la legalità in tema di appalti, ma agisca nel breve periodo per portare alla luce, attraverso l’accordo di programma, un progetto partito male e finito peggio>>