A due mesi circa dal voto, a Scafati è tempo di schieramenti. Ma che fine ha fatto la Lega? Mancano poco più di trenta giorni alla presentazione delle liste elettorali e già iniziano i primi dissidi in casa centrodestra. L’ologramma di Pasquale Aliberti che alimenta la polemica politica via social, non ferma le voci sulla possibile candidatura last minute di Monica Paolino, sua moglie consigliere regionale indagata per voto di scambio politico mafioso, alla poltrona numero uno di Palazzo Meyer. Non messa meglio l’altra parte del centrodestra. Infatti, mentre in rete omonimie sui nomi delle liste civiche, fanno arrabbiare alcuni “riempi-coalizione” come i Sicignano, Cirillo (l’ex assessore) e Co. , c’è un problema enorme all’orizzonte. Un problema che si chiama Lega.
Lega-ti ad Aliberti?
Prima la Lega si è vantata di essere il “partitone” della svolta, con un sindaco e un progetto nuovo, col marchio Salvini. Soli, forti e condottieri del centrodestra: ruolo che è scemato dopo il dietrofront del candidato Voccia e dopo il voltafaccia al Fi. Voltagabbana strano, considerato il “rapporto politico” con gli Aliberti celebrato con alcuni protagonisti leghisti fino alle comunali 2013, le regionali 2015. Poi che fine hanno fatto i salviniani? Il partito leghista ha trascorso gli ultimi mesi a riunirsi con Fratelli d’Italia e tutti si sarebbero aspettati di vederli protagonisti alla presentazione delle liste sabato scorso. Invece, nulla. Grande assente, il simbolo Lega che non ha illuminato il cielo del candidato sindaco Cristoforo Salvati, ex consigliere di opposizione, già vicesindaco di Aliberti fino al 2013. Nell’elenco degli ex di Pasquale Aliberti, tutti riuniti all’ombra di nomi scomodi come Pasquale Coppola e Giacinto Grandito, non c’era il faro estremista del coordinamento leghista di Mariano Falcone.
“Problemi provinciali, è solo una questione di tempo”: è la versione ufficiale dei salviniani, ma non c’è conferma dal partito campano. Ripensamenti? Secondo i mal pensanti, potrebbe esserci puzza di doppio gioco. Il flop della presentazione delle liste di Antonio Fogliame (già teste pro Aliberti nel processo Sarastra in cui è imputato l’ex primo cittadino) sindaco con Forza Italia e 4 civiche, ha rimesso in gioco nomi, cose, persone e alleanze.
Flop di Fogliame
In primis, quando domenica 3 marzo Forza Italia è scesa in campo l’assenza di alcuni ex fedelissimi di Pasquale Aliberti ha fatto rumore. Assente Brigida Marra, la musa forzista di tante campagne elettorali, perla della lista nel 2013. Marra non sarebbe infatti tra i candidati. Allo stesso modo, mancava Diego Del Regno, ex consigliere ed ex avvocato comunale. Come lo stesso ex sindaco ha ricordato via facebook per Del Regno, Aliberti si era anche beccato un avviso di garanzia e poi, nulla. Allo stesso modo, mancavano anche altri ex consiglieri comunali e le “storiche famiglie”. Soprattutto mancavano gli stessi candidati delle liste: 5 liste da 24 persone, non si sono tramutate in 120 presenze alla sala don Bosco. E se fosse tutta apparenza questo numero delle liste così ampio? Mentre intanto però i forzisti si preoccupano di comporre davvero la coalizione con i soliti ex staffisti che girano per i soliti marciapiedi in città, si gioca al toto candidato.
La svolta
Chi conosce bene gli Aliberti e la loro unità familiare perfettamente resa anche in politica, non può non pensare che alla fine uscirà il coniglio dal cilindro e quindi il vero candidato sindaco di Forza Italia sarà Monica Paolino. Con lei, potrebbe scendere in campo anche la Lega, con il simbolo e non solo con le solite facce. Sarebbe un tradimento, considerato che l’accordo con Salvati sindaco sembrerebbe già chiuso. Come quando Falcone e company salvarono Aliberti dalla furia di Cirielli nel 2010 con il loro voto in consiglio comunale, anche oggi potrebbero essere l’ago della bilancia. La storia è sempre ciclica. A rischio però di fare da specchio e da confronto la Lega sta perdendo pezzi e rischia di diventare un fumo senza arrosto. Salvati deve stare attento anche al rischio talpe: potrebbe trovarsi in coalizione fedelissimi di Aliberti e non saperlo neppure!
Goodbye Stalin!
Le due coalizioni di centrodestra per adesso sono quelle che fanno più rumore, a differenza di un centrosinistra ancora in confusione. Unico volto certo, quello di Michele Russo del Pd. L’ex consulente sull’energia al comune di Scafati quando Pasquale Aliberti era ancora sindaco, tuttora dirigente dell’ex AgroInvest (la società che ha lavorato al Pip, un’altra incompiuta delle ultime amministrazioni di Scafati) è un candidato che fa discutere per la sua trasversalità ma che per adesso sembra essere più aggregante dei papabili Marco Cucurachi o Michele Grimaldi.
Indovina chi viene a cena
Michele Russo però ha stupito proprio poche ore fa con una cosa inaspettata, il patto di acciaio con tre ex fedelissimi di Pasquale Aliberti, ovvero Andrea Inserra (ex presidente del consiglio comunale, amministratore del Consorzio delle Farmacie e volto di Fi anche alle provinciali 2009 oltre che nel 2013), Giacinto Grandito (l’eminenza grigia della prima amministrazione Aliberti, l’ex vicesindaco, il Mr Geset – ovvero colui che è stato uno dei protagonisti della disastrosa esternalizzazione dei tributi comunali, candidato con Aliberti nell’Udc nel 2013, durante le elezioni in cui la Procura ha ipotizzato il patto criminale con il clan Ridosso Loreto) e Mario Ametrano (ex consigliere comunale, volto noto sul caso cimiteri per cui all’epoca si beccò anche un avviso di garanzia con l’ex sindaco Aliberti per aver messo firme non autorizzate – poi però il “fatto non sussisteva”). Ametrano era scomparso un po’ dalla scena dopo che a casa sua fu piazzata una bomba carta all’epoca in cui era delegato ai servizi cimiteriali.
Ancora tu?
Una maxi coalizione senza simboli per salvare la faccia? Ma quando ci sono certi personaggi, il problema non sono i simboli: lo schieramento è chiaro. La virata a destra del Pd infatti, fa sorgere un senso di tristezza a chi pensava ancora allo slogan “mai con Aliberti & Co” della campagna elettorale Pd del 2013 contro quegli stessi personaggi, accusati di essere parte del sistema alibertiano. “Michele, dì qualcosa di sinistra!”: avrebbe detto Nanni Moretti, ma Russo per adesso non parla.
A tirarsi fuori dal bucato dei colorati, Francesco Carotenuto di Scafati Arancione, che correrà da solo, così come i candidati sindaco – probabilmente Espedito De Marino – del polo civico che fa capo a Ignazio Tafuro, e Giuseppe Sarconio del MoVimento 5 Stelle.