Di Adriano Falanga
Raccolta differenziata ferma da tre anni al 50%. Secondo l’Acse, la percentuale è stata costantemente in crescita fin dal 2003, anno di introduzione. Il dato arrivò al 46,56% nel 2011, per poi scendere bruscamente al 38,91% l’anno successivo. Nel 2013 si raggiunse il 49% e da allora si è fermi sostanzialmente al 50%. Dalla relazione tecnica attestante la sussistenza dei requisiti per l’affidamento in house alla società ACSE SpA del servizio predetto per l’anno 2016, i vertici della società partecipata fanno sapere che l’obiettivo per il 2016 è il 65%, una cifra non indifferente. Per il raggiungimento dello scopo a partire da quest’anno l’azienda avrà in dotazione ulteriori attrezzature acquistate dal Comune di Scafati usufruendo dei fondi Più Europa, tra cui tre autocarri, tre automezzi a vasca, un sistema di raccolta mobile dei rifiuti solidi urbani e due isole ecologiche mobili scarrabili. La raccolta differenziata però fa bene più all’ambiente che alle tasche degli scafatesi, infatti il ricavato del recupero dei rifiuti differenziati è di appena 216 mila euro, a fronte di un costo complessivo del servizi Acse di oltre 8 milioni di euro, così come da Pef 2015. Smaltire l’indifferenziato costa invece al Comune di Scafati 930 mila euro, oltre 800 mila di questi sono i costi della sola frazione organica. Dietro questi numeri c’è una struttura di coordinamento e organizzazione per il funzionamento del servizio il cui costo (del lavoro) pesa tra salari, stipendi, Inps, Inail, Tfr, buoni pasto, qualcosa come 4,22 milioni di euro. Gestire il servizio ha costi diretti e indiretti che superano di poco i 2 milioni di euro. In questa voce troviamo quasi 300 mila euro di carburante per i mezzi, la cui manutenzione è pari 250 mila euro, a cui si aggiungono circa 18 mila per il loro lavaggio.
Troviamo inoltre 282 mila euro di costi per noleggio e leasing e 126 mila di assicurazioni varie. La principale voce di costo è rappresentata dai 386 mila euro indicati come “altri costi indiretti” in cui rientrano anche i costi di struttura. E’ chiaro che a pesare principalmente sulle tasche degli scafatesi, che pure pagano una Tari tra le più alte della provincia di Salerno, è l’intera struttura Acse, più che la mancata raccolta differenziata, considerato il ricevo decisamente scarso che se ne ricava. Non solo, la stessa società di via Armando Diaz guidata da Eduardo D’Angolo specifica che il personale attualmente in servizio per la raccolta dei rifiuti (66 unità) è insufficiente per numero rispetto al territorio, molti dei quali anziani da reintegrare con giovani leve. Si chiarisce ancora che per il 2016 sono necessarie almeno altre 10 assunzioni, oltre ad ulteriore personale necessario per la surrogazione durante il periodo estivo-feriale.