
Scafati. Incardinato ieri in Assise Appello il processo bis sull’omicidio Faucitano con la relazione del presidente, la richiesta della procura Antimafia di sentire ulteriori testi contro Marcello Adini e Pasquale Rizzo ‘o tedesco (entrambi assolti) e l’eccezione sollevata dalla difesa perchè il pubblico ministero (Rocco Alfano) non avrebbe presentato un ricorso come da nuova legge Cartabia per Rizzo. Il collegio giudicante scioglierà le riserve mercoledì prossimo quando ci sarà anche la requisitoria del sostituto procuratore generale (Giancarlo Russo). In primo grado l’unico a incassare la condanna (ergastolo) fu Carmine bim bum bam Alfano ritenuto l’autore materiale del delitto avvenuto in piazzetta Genova a Scafati prima di Pasqua del 2015. Per la pubblica accusa, Adini avrebbe portato la moto con il sicario a fare da passeggero mentre Pasquale Rizzo avrebbe tirato nella trappola Dino Faucitano (proponendo di fumarsi insieme uno spinello) ucciso per un debito di droga da diverse centinaia di euro. Per tutti e tre era stato chiesto l’ergastolo, comminato solo per l’esponente degli Aquino/Annunziata. I due coimputati rispondono in concorso del reato di omicidio ma in primo grado erano stati assolti “per non aver commesso il fatto”. I giudici avevano rimarcato come lo stesso Alfano si sia procurato la moto “pezzottata” per il delitto tramite Barbato Crocetta (non avrebbe saputo dell’utilizzo del mezzo) e come qualche giorno prima dell’agguato a Faucitano abbia minacciato in strada alcune persone a cui si era rivolto lo stesso Dino al fine di ottenere un prestito di 700 euro per estinguere il debito per la droga che la vittima avrebbe avuto con Alfano. Per i coimputati di bim bum bam non esiste secondo i giudici della Corte d’Assise di Salerno una prova certa che siano stati i complici di Alfano. Inoltre: “Le dichiarazioni dei testimoni e il tenore dello stato d’animo di Rizzo subito dopo il delitto lascia pensare che non sapesse nulla dell’agguato”. Motivazioni ovviamente che non trovano d’accordo la procura Antimafia che ora si affida al sostituto procuratore generale Giancarlo Russo per far valere le proprie ragioni. Nel processo dell’omicidio erano stati prosciolti- su richiesta della pubblica accusa-inoltre Vincenzo Alfano, fratello di Carmine, Antonio Matrone detto Michele e figlio del boss Franchino ‘a belva, morto in carcere e Vincenzo Pisacane conosciuto con l’appellativo di coccodè. Per loro non è stato presentato nessun appello.