Scafati. Consiglieri evasori, avviate le verifiche per la loro decadenza - Le Cronache
scafati Attualità Provincia Agro Nocerino Sarnese

Scafati. Consiglieri evasori, avviate le verifiche per la loro decadenza

Scafati. Consiglieri evasori, avviate le verifiche per la loro decadenza

Di Adriano Falanga

Consiglieri e assessori evasori, Pasquale Aliberti non molla e ha chiesto di verificare eventuali situazioni debitorie che possano prefigurare uno stato di incompatibilità, e di conseguenza, l’avvio della procedura della decadenza. Sono una decina o poco più i rappresentanti istituzionali che non sono in regola con i tributi comunali, per alcuni sembrano esserci le condizioni di incompatibilità. Le verifiche sono attualmente in corso, e portate avanti, ognuno per le proprie competenze, dall’ufficio finanziario, dalla segreteria generale e dalla Geset. “Pignoriamo la pensione dei vecchietti e lasciamo che un amministratore che non ha mai pagato imposta sulla spazzatura venga in consiglio comunale a fare il moralizzatore” denunciò in consiglio comunale, il 16 giugno, Pasquale Aliberti. Il primo cittadino, appellandosi alla legge sulla privacy, non ha fatto nomi, e insiste su un consigliere di minoranza che avrebbe omesso il pagamento di circa 19 mila euro di tributi. Secondo il Pd questo sarebbe solo un tentativo di “distrazione di massa”, per mascherare le sue difficoltà amministrative e politiche, e lo ha più volte invitato a fare i nomi. Sul tema c’è anche un esposto presentato da Scafati Arancione alla Corte dei Conti. In quella lista però non ci sono solo nomi di esponenti dell’opposizione, interessando esponenti di entrambi gli schieramenti consiliari, finanche a toccare un assessore.  Il documento è stato preparato dal ragioniere capo Giacomo Cacchione proprio su richiesta ufficiale del primo cittadino, in data 26 maggio. “In ordine alla necessità di porre in campo tutti le azioni utili a rientrare dal deficit strutturale, si chiede la verifica di eventuali posizioni debitorie rispetto al pagamento dei tributi locali da parte degli amministratori del comune: sindaco, assessori e consiglieri” aveva scritto Aliberti al suo dirigente. E in questi giorni avrebbe sollecitato di verificare fino in fondo e di attivare le procedure per la decadenza, qualora dovessero emergere cause di incompatibilità. La cifra totale, tra Tari ed Ici, supera i 50 mila euro.  In quella lista tra le fila della minoranza (quella emersa dal voto popolare del 2013) compare il noto debito di circa 19 mila euro, ma non è il solo, perché vi sono altri debiti (calcolati fino alla Tari 2014) di 2.400, 210, 278 euro. In maggioranza la somma maggiore vede l’iscrizione a ruolo del padre di un consigliere: 9.500 euro. Seguono altri colleghi con 1.295, 5.100, 250, 500. Poi c’è l’assessore: 7.540 euro. Tra i morosi dell’Ici compaiono tutti componenti di maggioranza, ancora l’assessore per 407 euro, e consiglieri comunali per euro 526, 1.129, 3.765. Per capirci di più, dobbiamo citare l’art.63 del Testo Unico Enti Locali, che sancisce le cause di incompatibilità di sindaco, consigliere comunale e assessore. Queste comportano, qualora non rimosse, la decadenza dell’eletto. Al comma 6 è testualmente scritto: “sono incompatibili coloro che, avendo un debito liquido ed esigibile, verso il comune ovvero verso istituto od azienda da esso dipendente, è stato legalmente messo in mora ovvero, avendo un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi di detti enti, abbia ricevuto invano notificazione dell’avviso”. Tradotto, è incompatibile chi non paga le tasse. Lo stesso articolo al comma 1 chiarisce ancora: “la pendenza di una lite in materia tributaria… non determina incompatibilità”, lascia intendere che la causa di incompatibilità non operi fino a quando la pretesa tributaria non sia stata accertata definitivamente. Nel caso del consiglio comunale di Scafati, non è chiaro verso chi potrebbe scattare il procedimento di decadenza, ecco perché si rende necessario l’approfondimento. Chiaramente, per rimuovere l’eventuale contestazione di incompatibilità, il consigliere comunale ha dieci giorni di tempo per eliminarne la causa. Ergo, pagare le tasse.