Di Adriano Falanga
Calato il sipario sull’amministrazione Aliberti, la seconda, dopo aver vinto le elezioni nel 2008 e nel 2013. Tremila giorni, di quella che sarà ricordata negli annali scafatesi come la consiliatura giuridicamente più tosta. Tra decadenza, dimissioni pilotate, passaggi di schieramento, nomine e ruoli fiduciari, il Testo Unico degli Enti Locali a Scafati è stato passato in rassegna per intero. Una consiliatura, questa, decisamente litigiosa, con toni costantemente accesi, che pure il Prefetto di Salerno Salvatore Malfi ricorderà nella sua carriera di funzionario pubblico. A momenti sembrava quasi che la Prefettura dovesse lavorare solo sulla città dell’agro nocerino. Chiaramente, sarà la storia (e le aule di Tribunale) a ristabilire la verità. Noi intanto possiamo immaginare l’ex consiglio comunale come il set di un’opera teatrale. E a sipario calato, proviamo a passare in “rassegna” i diversi ruoli, perché questo sindacato ha avuto certamente tantissimi protagonisti, ma anche qualche comparsa. A dare i voti saranno gli elettori, ma da osservatori attenti e costanti proviamo a restituire al lettore una disamina sui personaggi. Cominciamo dalla maggioranza, dove troviamo i fedelissimi. Senza dubbio al primo posto la giovane portavoce del gruppo Forza Italia Teresa Formisano. La sua fedeltà al primo cittadino uscente le costerà una causa presso il Tribunale di Nocera Inferiore. Fu lei infatti, onde contrastare il lassismo di Coppola, a convocare un consiglio comunale fotocopia, esautorando dal suo ruolo il presidente del consiglio regolarmente in carica. Era il 27 novembre 2015. Il consiglio si tenne nonostante il parere di illegittimità espresso dalla Prefettura. Brigida Marra, definita la “pasionaria” tra gli alibertiani, la sua verve e il suo piglio sanguigno l’hanno fatta sembrava come la 2meno gradita” tra gli stessi alibertiani. Il dissenso di Identità Scafatese è nato anche e soprattutto per i pesanti scontri con la Marra. Attivissima in Assise, forse colei che tra le fila della maggioranza ha avuto più a lungo la parola. E quando parlava lei, l’asticella saliva sempre. Diego Del Regno è subentrato a Nicola Acanfora, si è subito distinto per la vivacità della sua azione politica a difesa della sua amministrazione. Non sempre ha avuto freni nelle dichiarazioni. Carmela Berritto, in consiglio comunale si è sentita poco ma vista sempre. Non ha mai fatto mancare la sua vicinanza, non solo politica, a Pasquale Aliberti. Fedelissima della prima ora. Mimmo Casciello è senza dubbio uno dei massimi protagonisti di questo sindacato. Costantemente presente in ogni dove, dal fianco di Aliberti alla strada, intento a fungere da “sportello segnalazioni” h24 per l’amministrazione. Senza dubbio il più criticato, ma anche il più esposto e operativo. Casciello è considerato il braccio sinistro di Aliberti, dove non arrivava il sindaco, ci arrivava lui. Un amore senza fine il suo. Tra i fedelissimi senza dubbio anche Michele Raviotta, eletto all’opposizione, la sua azione politica è stata costantemente vicino alla maggioranza fin dalle prime battute. Paradossalmente, ufficializzato il passaggio tra gli alibertiani, ha fatto pesare la sua assenza, e il suo voto. Si dice causa motivi di salute, ma non si esclude il mancato assessorato. Fuori dal perimetro dei fedelissimi troviamo Roberto Barchiesi, con Aliberti indagato nel filone aperto dall’antimafia.
Secondo i pentiti sarebbe il candidato espressione del clan Ridosso-Loreto. Non ha mai fatto mancare la fiducia al sindaco, ma si è sempre tenuto border line. Tra i fautori della mancata decadenza, Barchiesi gli ultimi mesi ha devoluto la metà del suo gettone di presenza ad un fondo di solidarietà. Pisacane Alfonso è un veterano, parla poco, ma è sempre stato un alibertiano tranquillo e fedele. Pasquale De Quattro è stato un consigliere “ombra”, non si registrano interventi di spessore in Assise. Negò anche lui la decadenza. Si è dimesso a Luglio per un posto nel Consorzio Farmaceutico: non ci è mai andato. Gli subentra Dalila Borriello, giovanissima e praticamente una “comparsata” la sua. Di Filippo Quartucci ricorderemo più che altro le assenze. Con Raviotta è stato protagonista dell’inciucio di giugno, poi non s’è più visto. Alfonso Carotenuto è passato in minoranza qualche mese fa, non è mai stato un fedelissimo, ma anzi, non si è mai tirato indietro quando non era d’accordo con la squadra. Anche lui ha avuto pesanti scontri con Brigida Marra. Daniela Ugliano è passata con Identità Scafatese dopo essere stata tra le massime protagoniste della decadenza. Si è distinta in aula per i suoi interventi, è stata anche assessore all’Ambiente. Non è mai stata un numeretto, ma protagonista tra gli alibertiani. Poi il cambio di passo, causato anche da un pessimo rapporto con la Marra. Con lei anche Stefano Cirillo, uno dei vecchi protagonisti del primo sindacato, ha assunto posizioni border line molto presto. La condotta di Aliberti nei suoi confronti è forse uno dei principali errori politici commessi. Doveva candidarlo alle provinciali, ha preferito l’accordo con Giuseppe Canfora. Bruno Pagano è terzo componente di Identità Scafatese, con i suoi colleghi ha rinunciato, negli ultimi mesi, a metà del gettone di presenza. Prima del dissenso era un fedele “voto a favore”, poi il cambio di rotta, causato, sembra, da insormontabili divergenze con alcuni colleghi di maggioranza. Pasquale Coppola e Pasquale Vitiello, forse non sono mai stati parte attive della maggioranza, nonostante in due valessero circa 1.300 voti. Lo scontro con Coppola nasce subito dopo la vittoria del 2013. Aliberti lo vuole assessore e vice sindaco, ma Coppola punta alla presidenza, perché sa di non poter essere sfiduciato. Ed è stato così. Una consapevolezza che lo ha reso antagonista dell’ex sindaco. Il fallimento della decadenza è ascrivibile a lui. Poi c’è Francesco Vitiello. Impalpabile la sua azione politica e amministrativa.
L’EREDITA di ALIBERTI
“A mio avviso Aliberti lascia una città migliore rispetto a otto anni e mezzo fa, una città che è migliorata sotto tutti i punti di vista”. Nicola Acanfora è “figlioccio” di Nello Aliberti, nasce politicamente socialista, vicino all’ex sindaco Nicola Pesce. Poi il colpo di fulmine con la famiglia Aliberti. Prima staffista, poi consigliere comunale, infine assessore all’Urbanistica. “Dal punto di vista politico, il centrodestra è senza alcun dubbio spaccato, e queste ferite credo siano difficili da risanare, ci sono due schieramenti ben definiti – la consapevolezza di Acanfora – prevedo semmai si votasse a giugno un numero spropositato di candidati alla carica di primo cittadino, tra le tante cose fatte abbiamo creato anche tanti “mostri” politicamente parlando”. Non lo cita, ma il riferimento è facilmente ascrivibile a Pasquale Coppola. Positivo anche il bilancio di Teresa Formisano. “Insieme ai miei colleghi abbiamo dato il massimo, abbiamo dato tutto, nell’interesse della città. Spero che i cittadini scafatesi abbiano conservato dentro di loro quanto di positivo è stato fatto per il paese, nel mio caso sottolineo l’impegno nelle politiche sociali, campo in cui ho riversato tutte le mie energie e il mio tempo – commenta l’ex capogruppo di Forza Italia – Anche se l’ultimo anno le vicende politiche hanno rallentato la nostra azione, da sempre invidiata dai paesi limitrofi, oggi lo dico senza alcun rimpianto: orgogliosa del nostro sindaco Aliberti e della città di Scafati”.
Non è certamente positiva la disamina di Mario Santocchio: “Citta da lui depredata e violentata per ambizioni personali e familiari. Il peggiore Sindaco della Storia di Scafati. Con lui il Paese ha perso l’ospedale e si ritrova con una discarica al centro del paese. La macchina comunale va ricostruita. La prima cosa da fare è il ritorno alla legalità e poi rimboccarsi le maniche per dare alla citta le risposte sui tanti temi lasciati senza Soluzioni: Pip, Puc, Ospedale e liberare la citta dalla discarica della Helios”. Secondo Michele Grimaldi, Scafati vive un nuovo 25 aprile: “Termina la pagina più buia della nostra storia recente, fatta di cattiva amministrazione, sprechi, clientelismo, corruzione. L’eredità di Aliberti è sotto gli occhi di tutti: un buco al posto del mai realizzato Polo Scolastico (in foto, l’inaugurazione del cantiere), nessuna rete fognaria, una discarica al centro della città, lo sperpero dei fondi Più Europa, l’allarme sicurezza, tasse altissime, il ritorno della camorra a Palazzo Mayer”. E’ impietoso l’esponente del Pd: “La principale colpa di Aliberti è stata quella di subordinare costantemente gli interessi della collettività a quelli della sua carriera politica, dei suoi affari, della sua famiglia. Ma Scafati è più forte di un pessimo ex Sindaco: per questo, con le parole d’ordine insieme e ricostruire, saprà rialzarsi e reagire alla fase difficile che abbiamo dinanzi”