Di Adriano Falanga
Bike sharing atto secondo, il Comune ci riprova. Dopo il fallimento della pista ciclabile, oggi ridotta a un circuito in gran parte degradato che costeggia il fiume Sarno, usato solo da qualche temerario jogger, la giunta ha deciso di ricorrere ai privati per rilanciare la bicicletta come mezzo di trasporto sostenibile. Con la pista ciclabile, furono installate anche tre postazioni con 10 rastrelliere elettroniche per il noleggio delle biciclette di proprietà comunale. Ma di queste non se n’è mai vista una e giacciono oggi in un magazzino della ex Manifattura Tabacchi. Il regolamento del Bike Sharing fu approvato all’unanimità in consiglio comunale il 4 dicembre 2013. “Dalle entrate per la vendita degli abbonamenti si recupereranno i costi di manutenzione e gestione del servizio” spiegava il sindaco Pasquale Aliberti. Per il prelievo delle bici bisognava munirsi di una tessera magnetica, rilasciata dal settore Sport, il cui costo giornaliero era di Euro 2, settimanale di Euro 5, annuale di Euro 25. Ma le 35 bici non sono mai state utilizzate: “Il sistema studiato all’epoca è risultato poco conveniente perché utilizzava un software troppo costoso” spiegava l’assessore allo sport Diego Chirico a febbraio scorso. Non avendo risorse economiche disponibili per recuperare il servizio, e per non lasciar arrugginire le biciclette in deposito, la Giunta ha dato mandato all’ufficio Ambiente di trovare partner privi di finalità di lucro che possano collaborare con il Comune per individuare una modalità di utilizzo delle 35 biciclette di proprietà comunale. Il partner dovrà effettuare il servizio a costo zero per gli utenti e per le casse comunali, provvedere alla manutenzione ordinaria delle bici. In cambio, Palazzo Mayer concederà l’esonero dal pagamento dei diritti su eventuali pubblicità realizzate sulle bici. Sarà gratuito l’utilizzo delle rastrelliere già esistenti sul territorio. Non sarà dovuto il pagamento del canone di occupazione aree pubbliche per eventuali installazioni di nuove rastrelliere realizzate dall’affidatario nei limiti dei 2 mq per ogni impianto regolarmente autorizzato ed infine è previsto anche l’esonero dal pagamento dei diritti pubblicitari su eventuali pubblicità realizzate sulle nuove rastrelliere. Il Comune non è nuovo a questo tipo di collaborazioni pubblico-privato, in passato ci aveva già provato anche con la pista ciclabile, senza però riscuotere successo. Oltre al bike sharing, a Scafati è possibile avere “in gestione” anche un’aiuola pubblica, o la fontana di nuova costruzione alla rotonda di via Nazionale.