Scafati. Arresto degli Aliberti: il giorno più lungo. Oggi si pronuncia la Cassazione - Le Cronache
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Scafati. Arresto degli Aliberti: il giorno più lungo. Oggi si pronuncia la Cassazione

Scafati. Arresto degli Aliberti: il giorno più lungo. Oggi si pronuncia la Cassazione

Di Adriano Falanga

<<È dai momenti peggiori che nasce la vita più bella. Siate sempre forti della verità. Sia una settimana di sorrisi e di serenità. Un abbraccio immenso a chi mi porta nel cuore>>. Così ieri mattina Pasquale Aliberti, scrivendo sulla sua pagina social. Mai mostrarsi sconfitto è il suo imperativo, perché lui ne è certo, anche se ci vorrà tempo, ne uscirà vincitore da questa difficilissima situazione. E’ oggi il giorno decisivo, i giudici della corte Di Cassazione sono chiamati a pronunciarsi sulla richiesta di arresto per l’ex primo cittadino emessa dalla Procura Antimafia lo scorso mese di giugno. Prima respinta dal Gip Donatella Mancini e poi confermata dal Tribunale del Riesame il 25 novembre. Da allora Aliberti è precipitato nel “purgatorio”. Dal Riesame sì alla carcerazione anche per Gennaro e Luigi Ridosso. Niente arresto, invece, per il fratello Nello. L’ordinanza del Riesame è ancora più gravosa rispetto alle richieste dell’Antimafia, rappresentate dal sostituto procuratore Vincenzo Montemurro, in quanto non soltanto riconosce come inquinate le elezioni comunali del 2013 ma anche quelle regionali del 2015. E non solo, per il collegio (presidente Gaetano Sgroia, a latere Giuliano Rulli e Dolores Zarone) Aliberti ha usato i voti della camorra anche per le amministrative del 2008 e le provinciali del 2011. Un vero e proprio sistema: il sindaco si sarebbe appoggiato, di volta in volta, al clan che in quel momento controllava il territorio cittadino: i Sorrentino, i Matrone e i Ridosso. Secondo il gip Mancini ci sarebbe stata “corruzione elettorale” nel 2013, in quanto il reato di Voto di Scambio Politico Mafioso è stato introdotto dal legislatore l’anno successivo. Ma nel lungo ricorso in Appello il pm Montemurro ha considerato anche le elezioni regionali del 2015, beneficiaria però Monica Paolino, moglie di Aliberti, consigliere uscente e riconfermata. Anche lei è iscritta sul registro degli indagati. Ed è su questa tesi che gli ermellini sono chiamati a pronunciarsi. Sono 6 i punti salienti con i quali Montemurro ha convinto il riesame, frutto di verbali e dichiarazioni rese che, intersecandosi tra loro, vanno a comprovare le precedenti dichiarazioni rilasciate dai pentiti Alfonso Loreto, Romolo Ridosso e Antonella Mosca. Al punto 1 le dichiarazioni di Romolo Ridosso: “consentono di ritenere che il nucleo familiare Aliberti/Paolino si sia avvalso della forza di intimidazione dell’organizzazione camorristica anche per pubblicamente minacciare soggetti ritenuti avversari politici e non”. Al punto 2 le minacce alla giornalista Valeria Cozzolino: “consentono di ritenere che l’accordo politico-elettorale si era effettivamente concretizzato nell’impegno del gruppo malavitoso ad attivarsi nei confronti del corpo elettorale con le modalità intimidatorie tipicamente connesse al suo modo di agire”. Terzo punto sono le intercettazioni fornite da una nota informativa della Dia, relativamente a conversazioni tra Luigi Ridosso e l’ex vicepresidente Acse Ciro Petrucci: “si assiste in diretta al conferimento dell’incarico di vice presidente dell’Acse a Ciro Petrucci, espressamente ritenuto come ‘cosa vostra’ da parte di interlocutori della pubblica amministrazione che dialoga con Ridosso Luigi, in ordine alla modalità di elezione a tale importante incarico e che lasciano discernere l’attribuzione di detta carica esclusivamente dalle volontà del rappresentante del sodalizio criminoso”.

2-roberto barchiesiQuarto punto, il verbale reso da Andrea Ridosso: “Le dichiarazioni descrivono gli scenari sottesi alla decisione della sua famiglia di partecipare attivamente alla vita politica scafatese e in particolare, confessando che le modalità temporali a fattuali della propria assunzione alle dipendenze di una cooperativa avente sede presso gli uffici del Piano Di Zona, siano effettivamente da interpretare in relazione al proprio impegno per la campagna elettorale in favore del sindaco Aliberti” continua il pubblico ministero nella sua relazione. Andrea Ridosso dichiarerà di aver sostenuto, facendolo eleggere, il consigliere di maggioranza Roberto Barchiesi (in foto). Quinto punto di accusa le dichiarazioni del ragioniere capo del Comune, Giacomo Cacchione. “Rappresentano efficacemente il grave e persistente condizionamento che ogni azione della Pubblica Amministrazione comunale di Scafati subisce in presenza di palesi infiltrazioni della locale criminalità organizzata nei processi decisionali della stessa, tanto da dover indurre un dirigente del settore competente a confessare una continuativa serie di omissioni di atti d’ufficio per assecondare gli ordini del sindaco Aliberti, volti a favorire inequivocabilmente esponenti della locale criminalità organizzata”. Infine, viene allegato anche il verbale steso a seguito delle dichiarazioni spontanee rese da Pasquale Coppola, presidente del Consiglio Comunale. “Queste costituiscono un indeferibile riscontro alle dichiarazioni collaborative già rese a questo ufficio da Loreto Alfonso, Loreto Pasquale, Ridosso Romolo e Mosca Antonella – conclude Vincenzo Montemurro – amplificando la portata delle medesime dichiarazioni collaborative nel momento in cui esplicita, per diretta conoscenza, di essere stato anch’esso destinatario di una proposta illecita da parte di Alfonso Loreto”. Un “sistema” certificato anche dalla commissione d’accesso prefettizia, presente a Palazzo Mayer dal 22 marzo al 22 settembre 2016, che ha comportato il decreto di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni criminali, e l’insediamento, per diciotto mesi, della triade commissariale composta dal prefetto Gerardina Basilicata, dal vice prefetto Maria De Angelis e dal funzionario Augusto Polito.

I FEDELISSIMI: “VICINI A PRESCINDERE”

2-marra alibertiMolto probabilmente attenderà la decisione della Cassazione nella sua villetta di via Aquino l’ex primo cittadino, circondato dall’affetto dei suoi cari e chi in questi mesi difficili non lo ha mai abbandonato. La tensione è palpabile, il rischio che possano concretizzarsi gli arresti esiste e resiste, ma questo non intacca la profonda fiducia degli “amici di sempre”. <<In questi mesi ho scelto la via del silenzio, perché di parole, di chiacchiere di accuse di illazioni né ho sentite tante, non ho mai amato i processi mediatici, figuriamoci quelli social, non fanno parte della mia cultura e del mio essere cristiano, tutti parlano, molti a vuoto, spesso quando si hanno tante cose da dire, la cosa migliore è restare in silenzio – lo sfogo dell’ex assessore all’Urbanistica Nicola Acanfora – Oggi però devo rompere quel silenzio in cui mi sono rifugiato, e, dedicare il mio pensiero a Pasquale, e alla sua famiglia, alla vigilia di una data così importante, in tutti i casi resta la fiducia la stima l’affetto e l’amicizia. Io personalmente sono convinto che la bilancia della giustizia sia dalla sua parte, perché i fatti dicono questo, ma ciò che penso io conta poco, conta invece ciò che gli ermellini decideranno. Mi auguro con tutto il cuore che possa da persona libera affrontare un equo e sereno processo, dove avrà modo e tempo per dimostrare la sua innocenza>>. Incondizionata è anche la fiducia e la certezza della sua innocenza da parte di Brigida Marra. <<Non ho mai creduto neppure per un istante che fossi colpevole. Ho sempre avuto la certezza che non eri tu quell’uomo che da diciotto mesi circa, è stato quotidianamente processato e condannato da chi non ha mai avuto altri argomenti per attaccarti. È per questo motivo che non ho mai avuto paura di continuare a dichiarare di sentirmi orgogliosamente alibertiana: sono convinta che sei innocente – arringa la forzista – Amo così tanto la mia professione che non potrei non avere fiducia nella magistratura ma, consapevole che sono anche loro esseri umani, mi auguro dal profondo del cuore che la giustizia non mi deluda. Non sono mai scesa da quella barca dove nel 2013 sono salita, perché nel bene e nel male sono stata educata a rimanere per sempre una persona coerente con gli uomini e con i sentimenti e questo mi rende fiera>>. Infine l’appello a non mollare: <<In questi ultimi giorni stai dimostrando di avere una grande forza e soprattutto, un grande rispetto per la giustizia e le istituzioni. Voglio che tu sappia che continuerò orgogliosamente a stare accanto a te e alla tua famiglia, per contribuire a mettere insieme ogni pezzo che dia la prova della tua onestà e della tua estraneità ai fatti perché non può esserci giustizia senza verità>>.

MATRONE: “NESSUN VINCITORE”. LE PAROLE DI ALIBERTI JR

Aniello Aliberti

<<A poche ore dalla Cassazione gli scafatesi devono avere in mente due parole: mai più>>. Così Angelo Matrone, ex consigliere comunale di Scafati, alla vigilia della decisione degli ermellini. <<A prescindere dalle questioni umane, su cui resto garantista, l’imperativo per l’intera comunità deve essere mai più. Mai più il Comune di Scafati dovrà essere sciolto per camorra. Mai più dovremo subire l’onta che ci ha portato a subire questo provvedimento due volte in poco più di 20 anni. Mai più dovremo sentire parlare di inchieste Antimafia che coinvolgono esponenti politici e dirigenti della Pubblica amministrazione>>. Un monito ben preciso quello di Matrone, che sa anche di appello alle forze democratiche sane della città: <<Qualsiasi sia la decisione non ci saranno vincitori, ma solo vinti. Perché in questi oltre 12 mesi di inchiesta Scafati si è meritata le prime pagine di giornali e talk televisivi solo quando si è dovuto parlare di questioni negative. Io ci credo nello Stato e nella magistratura. Ma veramente e non a chiacchiere. Ecco perché continuerò a dire mai più. A prescindere dalla decisione di domani>>. Matrone, assieme al collega di partito Mario Santocchio, i questi giorni è al centro dei “post” su Facebook di Nello Aliberti. Il secondo è tirato in ballo per i suoi rapporti con l’ex sottosegretario forzista Nicola Cosentino, e alla vicenda giudiziaria legata alla costruzione del centro commerciale “Il Principe” in terra “casalese”. Una vicenda da cui Santocchio ne è però uscito pienamente assolto per non aver commesso il fatto. Matrone invece non è direttamente citato da Aliberti jr, ma il riferimento alla sua persona è pressoché evidente. <<Prima che venga il Presidente della Repubblica, vi consiglio di passare per casa mia magari vi fate una lettura attenta dei documenti che hanno prodotto i pubblici ministeri così per caso vi potete trovare coinvolti voi o qualcuno della vostra bella famiglia. Evitate di fare proclami inutili>>. Inquietanti le parole di Nello Aliberti, chiaro invece il riferimento all’invito che Matrone ha formulato al Capo Dello Stato di venire a Scafati, da Mattarella declinato per mancanza di tempo.