Adriano Falanga
Parte il nuovo piano viario. Domani 11 novembre, dalle ore 9, andranno in vigore le modifiche volute dall’amministrazione Aliberti, tra cui l’inversione del senso di marcia di corso nazionale, chiesta dalla Consulta del Commercio e votata dal consiglio comunale. “Preso atto di quanto definito in modo partecipato con i commercianti e con la Città e alla luce dei lavori di riqualificazione urbana che hanno riguardato il Corso Nazionale – spiega il sindaco Pasquale Aliberti – procederemo in via sperimentale all’attuazione del nuovo piano viario provando a non mortificare anche le istanze di coloro che nel primo tratto della stessa strada hanno gli esercizi commerciali. Questa, non sarà certo la soluzione per il problema traffico nella sua totalità per la quale confidiamo, invece, nei lavori alla S.S. “268” con la realizzazione della bretella di collegamento all’autostrada A3 e l’apertura del casello nella parte sud di Scafati che, certamente, dovrebbero concludersi entro il primo semestre del 2016. Proviamo ora tutti a lavorare sul nostro senso civico per farlo funzionare”. La città in questi giorni è rimasta paralizzata, più del solito, a causa della chiusura del centro cittadino per installare quanto necessario per dare il via al nuovo piano viario. Oltre alla segnaletica sono stati posizionati gli spartitraffico in gomma per delineare due corsie, in quanto sarà possibile percorrere piazza Vittorio Veneto nei due sensi di marcia. “Potevano fare questi lavori la notte, sapendo che la città poteva paralizzarsi” lamenta un automobilista. Le modifiche al piano viario vigente sono state volute, in parte, dai commercianti del corso Nazionale, in quanto secondo loro l’inversione di marcia del tratto compreso da Piazza Vittorio Veneto fino a via Giovanni XXIII avrebbe portato un maggior afflusso di auto, e quindi, una maggiore visibilità. Di contro non sono entusiasti i residenti di questo tratto urbano, perché temono un aumento dello smog causato dai gas di scarico. La viabilità a Scafati purtroppo è come la classica “coperta corta”, impossibile trovare un giusto equilibrio in quanto la città paga la forte crescita demografica degli ultimi trent’anni. Una crescita frutto della speculazione edilizia passata che ha visto la nascita di interi quartieri senza aver prima garantito servizi e sottoservizi necessari, tra cui rete fognaria e nuove strade.