Di Adriano Falanga
Si allarga affittopoli. Dopo l’edilizia residenziale pubblica, e case popolari concesse dal comune ad un affitto risibile in virtù di una graduatoria vecchia di oltre un decennio, lo scandalo si estende anche agli affitti passivi, cioè ai canoni pagati dal comune per locali privati in uso pubblico. E’ di qualche giorno fa la notizia che Palazzo Mayer paga ancora l’affitto per i locali del centro anziani di San Pietro, pari a 730 euro mensili, nonostante il centro sia stato trasferito a Dicembre 2014 nei nuovi locali del centro sociale appena realizzato. La proprietà, su cui campeggia in bella mostra anche il cartello “fittasi”, risulta, come da determina, essere intestata alla mamma di una ex candidata alibertiana, già staffista del primo cittadino, già legale convenzionato con il Comune e attualmente assunta nell’ufficio Più Europa come coordinatrice senior dietro compenso di circa 19 mila euro fino a fine anno.
Oltre 26 mila euro totali è invece la somma che il Comune (ogni sei mesi) paga per l’affitto dei locali di via Terze dove ha sede l’ex ufficio di Collocamento, oggi Centro per l’Impiego. Tralasciando la discussione sull’utilità, in tempi di agenzie interinali e del web, di questi centri, appare strano che sia il Comune di Scafati a sostenere una simile spesa fin dal 1991. Oggi i Centri per l’Impiego sono infatti di competenza provinciale e l’ente Provincia a Scafati dispone di locali di proprietà, quali quelli dell’ex liceo scientifico in via Martiri d’Ungheria, attualmente in pieno disuso e degrado. Strano anche che il Comune di Scafati, ammesso che voglia accollarsi spese a quanto pare non dovute, non trasferisca quest’ufficio in locali di sua proprietà, come l’ex Manifattura Tabacchi, attualmente già sede di uffici comunali.