Di Adriano Falanga
Squadra che vince non si cambia, recita il proverbio. Ma a Scafati non funziona propriamente così, se in squadra nascono pesanti divergenze. Dopo averli messo fuori dalla maggioranza, Pasquale Aliberti non manca di ribattere alle polemiche con gli ex amici Pasquale Coppola e Pasquale Vitiello. Quest’ultimi sono stati di fatto accompagnati fuori, definiti “non graditi” dal primo cittadino ma ad oggi, formalmente non si registra un passaggio al’opposizione del gruppo Pdl. Qualcuno si chiede anche come voteranno sul Bilancio di Previsione 2015 il 29 luglio, visto che alle riunioni sul tema neanche sono stati invitati. Un divorzio, in questo momento, chiesto dal primo cittadino ma non ancora ratificato. Una scelta che Vitiello e Coppola addebitano alla sola arbitrarietà di Aliberti ma non si hanno però comunicazioni contrarie dalla maggioranza. “Nessuno trama contro nessuno – scrive Vitiello sulla sua pagina Facebook – Agli amici voglio solo ribadire che é stato più volte sondato il terreno per andare ad elezioni anticipate tramite lo stratagemma della decadenza pilotata. A questo gioco noi abbiamo detto no. Sono liberi di programmare elezioni anticipate ma dicessero la verità . Sempre pronto ad un confronto anche se qualcuno, legittimamente, si é arrogato la facoltà di impedirlo”.
E’ lo stesso Aliberti a replicare, senza pesare le parole: “Siete gli stessi della campagna elettorale delle regionali? Quelli che mi massacravano sostenendo di essere il centro destra alternativo? Quelli che provavano a sfiduciarmi sul bilancio lo scorso anno? Disgustati? No, senza dignità, pur di restare attaccati alla carica. Chiarezza? Senza maggioranza meglio andare al voto. Scafati vale più di un sindacato. Vergognati”. “Sono quello che diversamente da altri ha il coraggio delle proprie azioni e dei propri pensieri – risponde il consigliere, che con il sindaco è pure legato da rapporti di parentela – Forse lei dimentica che lo scorso anno ci ha escluso già una volta dalla maggioranza e proprio sul ragionamento del bilancio, forse lei dimentica che ci ha riescluso anche questa volta. Forse dimentica che l’unica carica a cui sono attaccato e che provo ad onorare non me la ha conferita lei ma i miei elettori. Fossi in lei al posto di ricercare una decadenza, mi dimetterei”. Alla fine arriva la sfida del primo cittadino, che non nega, ma anzi, conferma la volontà di votare: “Sono esausto dei mal di pancia di chi, come te, non ha mai posto una questione complessiva o di merito. Chi non ha problemi a perdere la carica in questa vicenda sono io. A lei e ai miei avversari non farà sicuramente paura confrontarsi con noi altri alle prossime elezioni. Ai cittadini la possibilità di scegliere.”