Matera/Cava de’ Tirreni. Spaccio di droga, estorsioni e armi nel nome dei clan sull’asse Ferrandina/Cava de’ Tirreni: cinque arresti in carcere, 2 minorenni affidati a comunità di accoglienza, 27 indagati agli arresti domiciliari e 7 sottoposti all’obbligo di dimora. Altri 11 sono indagati a piede libero. E’ il frutto del blitz messo a segno ieri mattina all’alba dai carabinieri del reparto provinciale di Matera coordinati dalla Dda di Potenza (pubblico ministero Maurizio Cardea). Sotto accusa due cosche, quella dei Bisogno localizzata in Basilicata ma originaria di Cava de’ Tirreni e l’altra tutta cavese con a capo Vincenzo Zullo che dal carcere impartiva ordini per lo smercio di droga. Per l’Antimafia lucana alla guida del clan locale, secondo l’accusa, ci sarebbe stato un ragazzo di appena 20 anni, Antonio Bisogno, nato a Cava Dei Tirreni. Sarebbe stato lui a tenere i collegamenti con il nucleo cavese guidato da Vincenzo Zullo, detto ‘O Cavallaro, attivo a Cava de’ Tirreni. Zullo è in carcere ma da lì, secondo l’accusa, dirigeva il traffico di droga definito dagli inquirenti imponente. Nell’inchiesta anche un tentato omicidio avvenuto a Pasqua 2024 proprio a Ferrandina, nel Materano. Alla base del fatto di cronaca, per il quale lo stesso Bisogno è accusato ed è attualmente detenuto, vi sarebbe stato proprio il controllo della piazza di spaccio. Tra i cavesi coinvolti Antonio Bisogno è stato raggiunto da misura cautelare in carcere, Vincenzo Zullo 44 anni ai domiciliari, Matteo Baldi 54 anni ai domiciliari, il 37enne Felice Memoli e Andrea Guariglia 39 anni di Salerno. Gli inquirenti ipotizzano l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, dalla disponibilità di armi, dal numero dei partecipanti e dal coinvolgimento di minori nelle attività criminali. Contestati, inoltre, i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, detenzione e porto abusivi di armi e munizioni. Secondo quanto emerso dalle indagini, avviate nel marzo 2023, il gruppo criminale avrebbe avuto la propria base operativa a Ferrandina, in provincia di Matera, mantenendo rapporti con la criminalità cavese. L’associazione avrebbe esercitato il controllo del territorio attraverso lo spaccio di droga – soprattutto hashish e cocaina – e con atti di violenza, minacce, aggressioni e pestaggi nei confronti dei rivali.





