Sarno: Usura ed estorzione col clan Graziano - Le Cronache Cronaca
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Sarno: Usura ed estorzione col clan Graziano

Sarno: Usura ed estorzione col clan Graziano

Sarno. Coinvolti a marzo nel blitz su usura, intestazioni fittizie, fatture false e riciclaggio, erano stati raggiunti da misure cautelari poi alleggerite dal Tribunale della Libertà di Salerno:  i sarnesi Antonio Mancuso e Tommaso Pappacena tornano al centro della scena giudiziaria dopo che la Cassazione ha accolto i ricorsi presentati dalla Procura di Salerno contro le decisioni del Riesame. Gli ermellini hanno cassato le ordinanze che avevano annullato le misure cautelari disposte nei confronti dei due indagati, stabilendo un principio decisivo: in presenza di un collegamento probatorio con reati ostativi, non è necessario procedere all’interrogatorio preventivo prima dell’esecuzione della misura. Per Pappacena erano stati disposti gli arresti domiciliari, mentre per Mancuso la custodia cautelare in carcere. Entrambe le misure, emesse dal Gip di Salerno il 21 febbraio scorso, erano poi state annullate dal Riesame, che aveva ritenuto necessario l’ascolto preventivo degli indagati, poiché i reati a loro carico – come usura, riciclaggio, intestazioni fittizie e fatture false – non rientravano tra quelli qualificati come ostativi. La Cassazione ha però smentito questa tesi, sostenendo che la gravità e l’intreccio delle condotte con altri reati più gravi – come il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e l’associazione a delinquere – giustificano l’applicazione delle misure più severe anche in assenza di interrogatorio. L’interesse investigativo e l’effetto sorpresa, ha ribadito la Corte, prevalgono in questi casi sulla necessità di un’audizione preventiva. Mancuso, assistito da Giovanni Annunziata, risulta coinvolto in operazioni di fittizia intestazione di beni, riciclaggio e documentazione contabile falsa, ritenute funzionali al sostentamento dell’organizzazione. Pappacena, invece, è accusato di episodi di usura e tentata estorsione, collocati all’interno dello stesso circuito criminale e legati al contesto di intimidazione ed esercizio di potere economico del gruppo. L’indagine, coordinata dalla Dda di Salerno, coinvolge in totale 28 persone e ruota intorno a Massimo Graziano, ritenuto il vertice di un gruppo criminale operante nell’Agro nocerino-sarnese e già noto alle cronache per legami con ambienti della criminalità organizzata campana. Secondo gli inquirenti, la struttura agiva attraverso un sofisticato sistema basato su società fittizie, bilanci artefatti, prestanome e professionisti compiacenti, finalizzato a ottenere indebitamente finanziamenti pubblici garantiti dal Fondo per le piccole e medie imprese. A questo si aggiungeva un giro esteso di pratiche di immigrazione irregolare, con la presentazione di oltre 500 richieste fittizie di assunzione nell’ambito dei cosiddetti “click day”, in cambio di somme di denaro per ottenere i permessi di soggiorno.   Spetterà ora nuovamente al Tribunale del Riesame di Salerno esprimersi sulle posizioni dei due indagati, tenendo conto dei criteri sanciti dalla suprema Corte Una decisione che rafforza l’azione della Procura salernitana con il proprio impianto accusatorio che sorregge l’intera inchiesta.