
“Una sentenza assurda. Nelle motivazioni si dice che il sindaco non aveva tenuto conto della mappa dei rischi o non aveva attivato il comitato per la sicurezza del territorio. Secondo me è abdicare a quelle che sono le responsabilità di uno Stato, che prima ancora di emettere una sentenza deve tutelare ogni singolo cittadino e prima ancora coloro che sono morti”. Queste le parole di Francesco Squillante, sindaco di Sarno (Salerno), sulla sentenza della Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibili tre ricorsi presentati per la condanna del Comune sui risarcimenti dopo la tragedia del 1998 in favore di due gruppi familiari. Tra il 5 e il 6 maggio persero la vita 160 persone di cui 137 solo a Sarno. Vi furono oltre 140 frane e oltre due milioni di metri cubi di materiale travolsero anche i comuni di Quindici, in Irpinia, e San Felice a Cancello, in provincia di Caserta. La Cassazione ha accolto il ricorso presentato dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dal ministero dell’Interno, sancendo la responsabilità diretta del Comune per il disastro dell’alluvione. “Andrò fino in Europa per i nostri diritti”, ha chiarito Squillante. Che ha aggiunto: “Oggi sul nostro territorio ci sono oltre dieci vasche di laminazione. In passato erano quattro/cinque. La manutenzione è quello che a noi desta molta preoccupazione ma fortunamente la Regione Campania ci ha dato risposte perché ci ha aggiudicato circa 8 milioni di euro per la manutenzione delle vasche e dei canali”