SARNO. A processo il superdirigente Giovanni Silverio, il Comune si costituisce parte civile. Secondo l’accusa non avrebbe trascritto nel registro degli immobili di Salerno le abitazioni abusive da ascrivere al patrimonio comunale. Un’inchiesta per abuso d’ufficio per i fatti risalenti al 2007. L’ingegnere di Palazzo San Francesco, attualmente in pensione, spesso al centro di numerose polemiche politiche per il suo “stipendio d’oro”, è accusato di abuso d’ufficio. Stamattina il dirigente di Palazzo San Francesco dovrà comparir davanti al Tribunale di Nocera Inferiore, in composizione collegiale (III collegio) alle nove. Attraverso una determina di settore, l’amministrazione di Giuseppe Canfora e l’assessore al ramo Gaetano Ferrentino hanno optato per costituirsi parte civile contro l’ex dipendente accusato del misfatto. Ad occuparsi della difesa dell’Ente sarà l’avvocato Anna Paciullo per 2mila e 600 euro. I rapporti tra la gestione Canfora e Silverio non sono mai stati idilliaci, anzi. L’ingegnere pluridecorato, vincitore di concorso ed esperto professionista del mondo dei lavori pubblici. Sarnese di adozione, cavese di nascita è “sopravvisuto” a diverse amministrazioni ma con l’ex sindaco Mancusi fece il salto di qualità con una maxi promozione che lo battezzò superdirigente di Sarno. Uno stipendio base di circa 70mila euro e tante tante competenze. Lo stesso Giuseppe Canfora, critico nei suoi confronti in campagna elettorale, eletto sindaco, gli aveva inizialmente rinnovato il contratto fino al 30 ottobre 2014. Per lui uno stipendio d’oro che aveva scatenato l’ira dell’opposizione ed anche il fuoco amico dei fedelissimi. Poi era arrivata poche settimane dopo l’inchiesta e la contestuale richiesta di rinvio a giudizio fatta dal pm Giuseppe Cacciapuoti del Tribunale di Nocera Inferiore. Dopo la tempesta anche forse per rompere gli ultimi giorni di quiete a Palazzo San Francesco, era arrivata la pensione e di Silverio nessuno aveva più parlato fino ad oggi. L’amministrazione Canfora ora, ha fatto la sua scelta costituendosi parte civile nel processo che avrebbe cagionato danni all’Ente ed alla città.
Gabriele Musco