di Andrea Pellegrino
«Passava il Santo della Città, protettore di Salerno, mica si poteva lasciare la porta di casa chiuse e le luci spente?» Questa l’unica battuta che si concede Vincenzo De Luca durante il vertice di maggioranza – pre Consiglio comunale – di ieri pomeriggio. Per tutto il resto, sulla vicenda che quasi sicuramente approderà in aula consiliare martedì prossimo (c’è già una interrogazione del consigliere comunale Antonio Cammarota), il sindaco conferma la linea di sobrietà. Vincenzo De Luca, infatti, avrebbe detto ai suoi di aver seguito alla lettera le disposizioni della Cec – conferenza episcopale campana – sulle processioni e sui festeggiamenti in onore di Santi Patrono. Una nota giunta già ad ottobre della scorso anno che prevedeva una rigida osservanza delle liturgie religiose. Anche sui fuochi, De Luca avrebbe chiarito ai suoi consiglieri comunali che la stessa disposizione dell’autorità ecclesiastica disponeva l’annullamento degli spettacoli pirotecnici e musicali durante le feste. Insomma il sindaco si sarebbe attenuto, a suo dire, semplicemente a quanto voluto dalla Cec e quindi dalla Curia di Salerno. Nulla di più. Ma a quanto pare sulla vicenda vorrebbe imporre il silenzio. Secondo la sua strategia in questo momento qualsiasi parola sull’accaduto potrebbe essere oggetto di svariate interpretazioni. Dunque, è quasi impossibile che il sindaco (semmai sarà presente in aula) risponda alle sollecitazioni dei consiglieri comunali durante i lavori consiliari di martedì prossimo. Quanto alle porte aperte del Comune, alla fine Palazzo di Città è pur sempre la casa di San Matteo ma resta un mistero chi materialmente ha spalancato il portone e reso improvvisamente agibile lo scalone oggetto di lavori di messa in sicurezza. Ma questa è tutt’altra storia, perché ora De Luca vorrebbe cancellare velocemente questa macchia. Alla fine la situazione è sfuggita di mano a tutti.