San Filippo gioiello incompreso a Salerno - Le Cronache Salerno
Salerno

San Filippo gioiello incompreso a Salerno

San Filippo gioiello incompreso a Salerno

Su Via Santa Maria della Consolazione – ove nel 18° e 19° secolo i prototuristi del Grand Tour amavano recarsi per godere dall’alto del paradisiaco spettacolo offerto da Salerno e dal suo Golfo – le Porte d’accesso alla cinquecentesca Chiesa di San Filippo Neri (pic1 fonteMicheleLuzzi) sono state trovate spesso spalancate (quindi l’interno soggetto ad atti vandalici e saccheggi di ciò che nei secoli è stato gelosamente custodito), come provano le segnalazioni fattemi per iscritto attraverso Facebook, allegando loro foto di cui vi invio degli esempi, da diversi amici nel corso degli anni (pic2 fontePietroGrotta)(pics3-4 fonteKaciaroKaciarus); vi inoltro pure delle foto di segnalazioni in merito non rivolte a me che ci sono state sullo stesso Social Network (pics5-6 fonteGisoAmendola). Già a giugno 2014 denunciai – con una missiva indirizzata a centinaia di destinatari locali e non, tra i quali Mass Media, Autorità Civili e Religiose, le all’epoca 3 salernitane Soprintendenze dei Beni Culturali, il Ministero dei Beni Culturali – che scandalosamente l’edificio in questione presentava usci aperti ed era del tutto incustodito, per non parlare del suo pessimo stato di conservazione e del caos all’interno regnante sovrano. Dopo 5 anni e mezzo da quella denuncia, fu triste constatare che in sostanza nulla era cambiato, e difficilmente non poteva essere che così, visto che a Salerno – nell’XI sec. prima Capitale del Sud Italia col longobardo Guaimario IV e nell’XI-XII sec. prima Capitale delle 2 Sicilie col normanno Roberto il Guiscardo e successori – da vari decenni c’è assenza pressoché assoluta di Tutela dei Beni Storici! Poiché effrazioni e intrusioni a danno della Chiesa sono risultate nel tempo una costante, a fine 2019 pensai quasi di fare appello alla Curia Arcivescovile, che ne è proprietaria, di intervenire questa volta in modo più drastico; è inutile cambiare le serrature se poi i ladri riescono comunque a forzarle; la Chiesa appare dotata di almeno 4 accessi, quello principale, quello della Sagrestia, quello della Canonica, quello dai Giardini del vecchio Convento dei Cappuccini; l’accesso della Sagrestia era già murato, si doveva procedere quindi a murare tutti quelli che ancora non lo erano, prima che l’edificio di culto facesse la stessa fine di tante antiche chiese salernitane che, depauperate delle loro opere d’arte, oggi appaiono dei gusci vuoti o quasi, con ridotta attrattività turistica, come è il caso delle Chiese Madonna del Monte, S. Giovanni di Dio, S. Trofimena, S. Maria de Alimundo, S. Andrea de Lama, S. Massimo, Addolorata, S. Maria dei Barbuti, Morticelli, S. Apollonia, S. Vincenzo al Gelso, S. Nicola del Pumbolo al Paradiso di Pastena, Sant’Eustachio a Brignano (delle 3 mi riferisco a quella longobarda ora un rudere) etc. I cittadini poi dovrebbero avere parte attiva nella logica della Tutela delle Emergenze Storiche che insistono nel proprio rione; se quindi nel nostro caso si nota che gli accessi alla Chiesa di S. Filippo sono aperti giorno e notte da molte settimane, cosa si aspetta ad avvisare le istituzioni? Sull’onda emotiva si poteva fare in più una segnalazione ai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, e magari questi, nel loro Caveau di Roma dove sono custodite le opere sottratte ai ladri, sarebbero riusciti a identificare le settecentesche statue di San Filippo Neri e della Vergine trafugate molti anni fa proprio dalla nostra Chiesa. Quando inoltre il Comune di Salerno si deciderà a installare una capillare Videosorveglianza sul suo territorio, che risulterebbe utile anche in funzione della Tutela del Patrimonio Storico? Quando il Comune si deciderà ad assumere il ruolo di Regia che solleciti, coordini, indirizzi, agevoli soggetti pubblici e privati riguardo al Recupero di tale immenso Patrimonio? Parimenti gli attuali frati cappuccini salernitani, insediati dal 1908 nel nuovo Convento dei Cappuccini di Piazza San Francesco, potrebbero svolgere un ruolo importante nel presente e futuro della Chiesa di S. Filippo, che a fine 16° secolo fu eretta dai propri confratelli del vecchio Convento dei Cappuccini costruito nel 1559 sulla stessa Via Santa Maria della Consolazione; ruolo che preveda Custodia e Restauro della Chiesa, ma pure del vecchio Convento anch’esso oggi abbandonato che in alternativa però il Comune potrebbe adibire ad Albergo di prestigio come il suo “gemello” Convento dei Cappuccini di Amalfi; ricordo che il vecchio Convento dei Capp. rappresenta uno di quei 4 Complessi Monumentali (Reggia di Guaiferio, Convento di S. Francesco d’Assisi e Convento dei Celestini sono gli altri) del Centro Antico di Salerno, che negli scorsi anni ’90 l’urbanista Oriol Bohigas definì “Edifici Mondo” e che già a partire da quegli anni dovevano essere oggetto di Recupero da parte del Comune di Salerno che ne è proprietario, Recupero mai iniziato in quanto i fondi sono stati spesi per altre cose; purtroppo in questo clima di annoso letargo, l’antico Affresco (pic7 fonteKaciaroKaciarus)(ho aumentato il contrasto della foto per evidenziare il contenuto dell’Affresco) che si trova nella lunetta di un Portale sulla facciata sud-est del vecchio Convento dei Capp. sta svanendo, anche a causa della salsedine giacché è collocato fronte mare; nel Dipinto si scorgono a stento in alto al centro forse la testa di un putto, da sinistra una figura forse con barba bianca che potrebbe essere Matteo da Bascio fondatore dell’Ordine dei Cappuccini, una figura forse con barba scura che potrebbe essere il fondatore del Convento dei Capp. di Salerno; poiché nell’epigrafe in latino su pietra trapezoidale posta sotto l’Affresco si legge fra l’altro “Sepoltura dei Confratelli dell’Oratorio delle Sacre Stimmate di S. Francesco nella Chiesa della SS. Vergine Avvocata” (l’epigrafe si riferisce al Sepolcro lì creato nel Convento dei Capp. per i membri della Confraternita delle Sacre Stimmate di S. Francesco istituita nel 1630 nella Chiesa di S. Maria Avvocata, Chiesa che stava dentro il tuttora esistente Palazzo Sant’Antuono probabilmente all’angolo tra gli odierni Via dei Canali e Vicolo Municipio Vecchio), è possibile pure che S. Francesco delle Stimmate e la Vergine Avvocata furono ritratti nell’Opera pittorica; occorrerebbe un intervento di Restauro urgente del Dipinto per salvare il salvabile, come minimo una foto professionale ad alta risoluzione dello stesso, così, se proprio per incuria dobbiamo perderlo, almeno ciò che ne rimane risulterà adeguatamente documentato per i posteri. Sarebbe auspicabile da parte dell’attuale unica salernitana Soprintendenza dei Beni Culturali un più stretto controllo a Salerno sui Beni da tutelare, che non si limitano al Centro Antico, ma sono sparsi sull’intero suolo comunale come testimoniano ad esempio la Chiesa del Saragnano a Via della Valle (che riscoprii in un sopralluogo il 23.7.2009 quando incredibilmente veniva ancora ritenuta il rudere di una Torre accertando però in tale occasione che trattavasi invece di Chiesa), i 3 Acquedotti del Cernicchiara (i quali, fatti io 3 sopralluoghi dal 25.10.2010 al 13.11.2010, segnalai in quel novembre e poi in aprile 2011 alle allora 3 salernitane Soprintendenze e dei quali rimangono, tra l’altro, lunghi tratti alti poche decine di cm e ormai totalmente interrati, nonché 3 archi paralleli siti in un Vallone che ha un andamento ovest-est e ha lo sbocco sulla destra orografica della Valle del Torrente Cernicchiara, sbocco posto circa 124 metri a nord dei varchi d’entrata e uscita dei Tunnel unenti Cernicchiara e Porto), l’Acquedotto di Fratte (un tempo lunghissimo e maestoso come i tanti acquedotti romani che ancora sopravvivono nel mondo, ma demolito senza pietà pure negli ultimi anni tanto che oggi ne rimangono, inclusi 2 archi, solo un 66 metri lineari situati circa 93 metri a sud della Stazione Ferroviaria frattese), i resti del Monastero della Madonna della Stella (della Chiesa omonima segnalai nell’agosto 2011 alle Soprintendenze la presenza sulla facciata di una trecentesca Statua della Madonna Odigitria, di cui le stesse Soprintendenze non erano a conoscenza sicché da allora ci si attivò per trasferirla giù dal monte in luogo sicuro), il Casino di Caccia dei Principi di Salerno a Piano di Montena (Casino che sta all’indirizzo gps 40.675324 14.833718 e che di recente ha visto a pochi metri verso nord-est un vasto sbancamento, per mettere su una base in cemento un’antenna forse di telefonia, benché in email il 10.2015, articolo di giornale il 10.2015, email il 2.2016, articolo di giorn. il 2.2016 feci appello ogni volta a Soprintendenze e Comune acché l’area ove insiste il Casino fosse tutelata!), l’Abbazia di San Leonardo di Noblac (della quale, siccome era minacciata dall’attività di 2 Cave su un fianco del Monte Liciniano sulla cui cima essa sorge, segnalai il 9.4.2011 il rischio di distruzione alle Soprintendenze, che non sapevano della sua esistenza e avviarono con urgenza da quel momento l’iter per sottoporla a Vincolo di Tutela), il Castello di Giovanni da Procida a Fuorni, la Torre Picentina, la piccola Chiesa presso tale Torre (Chiesa sita circa 75 metri a nord della nostra Torre e riscoperta da me nel 2003 fino a stimolare poi, con la pubblicazione da parte mia di sue foto e notizie su Facebook, le Soprintendenze a porre un Vincolo di Tutela alla medesima, che è stata da esse schedata come Chiesa Capitolo San Matteo), senza ignorare, in questo più stretto controllo sopra auspicato, il mare di Salerno che sino a inizi ‘900 durante i fortunali restituiva a iosa monete antiche ai marinai che da riva si gettavano in acqua mentre le onde si ritiravano. Occorrerebbe infine che i Ministri dei Beni Culturali allargassero i propri orizzonti, dato che da sempre si limitano a fare passerella, con tanto di tv nazionali al seguito, nelle solite realtà come Roma, Napoli, Reggia di Caserta, Scavi di Pompei dove inaugurano restauri e promettono fondi per centinaia di milioni di Euro; invece dovrebbero fare visite in tutta Italia, inclusa dunque Salerno, e farle precipuamente per verificare lo stato di conservazione dei Beni Culturali del luogo e l’efficienza della locale Soprintendenza. Una volta recuperata la Chiesa di S. Filippo, data la sua incantevole posizione il ritorno economico sarebbe garantito dal suo uso ad esempio per cerimonie religiose come matrimoni, sul modello della Chiesa di S. Felice in Felline. Chi va su per Via S. Maria Maddalena (pic8 fonteMassimoLaRocca) e a seguire per Salita Montevergine, scorge in alto non solo la nostra Chiesa filippiana, la cui facciata è scenograficamente in asse con Via e Salita citate, bensì anche il pentagonale e forse cinquecentesco Bastione San Filippo Neri, che sorge dietro essa e che servì a rafforzare il tratto est delle Mura longobarde salente dalla città al Castello Arechi; è facile dedurre che sulla sommità del Bastione fossero posizionati almeno 2 cannoni, uno verso sud-est a difesa della Porta Rotese e un altro verso est in direzione del Colle Sant’Eremita; nell’ambito di una rinascita della Chiesa si potrebbe pensare altresì al Recupero, come Belvedere, del Bastione e a collocare su di esso, in funzione turistica, copie di cannoni antichi. “Salerno città europea” è il motto di chi, un tal De Luca, da 31 anni governa sui Salernitani, ma nel resto d’Europa i Beni Storici sono di regola curati, altro che qui a Salerno dove sono in gran parte abbandonati o semiabbandonati, a causa della sciatteria di italici soggetti di potere locali, regionali e nazionali. Vivi saluti. 
Massimo La Rocca