Salzano replica a Russo: sa cosa diceva Falcone sulla giustizia? - Le Cronache
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Salzano replica a Russo: sa cosa diceva Falcone sulla giustizia?

Salzano replica a Russo: sa cosa diceva Falcone sulla giustizia?

Caro Direttore,

Il dott. Michelangelo Russo, noto magistrato, su Le Cronache di Venerdì u.s., nell’articolo a sua firma “L’ombra di Saverio Borrelli nel giorno di Antonio Tajani a Salerno” nell’esaltare la figura e l’operato del defunto Procuratore della Repubblica di Milano, coglie ancora una volta l’occasione per ricordare quanto questi sosteneva circa il pericolo che correva il nostro Paese, e le nostre Istituzioni, con il Governo Berlusconi “che spara ogni giorno i suoi anatemi contro la Magistratura agitando la minaccia della separazione delle carriere”. Il pericolo non è passato, annota il dr Russo ! Infatti scrive: “riecco la minaccia che Saverio Borrelli rintuzzò. Tutti sanno che la separazione delle carriere prelude alle manovre  di abolizione di obbligatorietà dell’azione penale, e quindi al possibile controllo politico del Pubblico Ministero”.

Da oltre trent’anni assistiamo allo scontro sul tema della separazione e quotidianamente sulla questione alle zuffe tra gli schieramenti politici e anche all’interno della stessa Magistratura. Obiettivamente il tema Giustizia riveste una grande importanza, perché i magistrati, in particolare i P.M., negli ultimi decenni hanno contribuito a svolgere un ruolo che ha cambiato il corso della storia della politica in Italia.

Pochi giorni fa si è solennemente ricordato il sacrificio di Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia  in un tragico pomeriggio del mese di Luglio del 1993, e di conseguenza si è a lungo parlato della strage di Capaci, in cui trovarono la morte Giovanni Falcone e la sua scorta. L’intera Magistratura italiana, e con essa i vertici delle nostre Istituzioni repubblicane, si sono inchinate giustamente alla memoria dei due grandi magistrati, dei quali è utile però ricordare anche il pensiero.

Il dr Giovanni Falcone nel 1991, per es., a proposito della separazione delle carriere, scriveva: “il P.M. non deve avere nessun tipo di parentela con il giudice e non deve essere, come invece oggi è, una specie di paragiudice. Chi, come me, richiede che giudice e pm siano, invece, due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico della indipendenza del magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell’azione penale, desideroso di porre il pm sotto il controllo dell’esecutivo”.

A me farebbe piacere sapere se il dr Russo è a conoscenza che Falcone, a differenza di Borrelli, fosse “un nemico dell’indipendenza della magistratura e desiderasse invece sottoporre il Pubblico ministero al controllo del governo”.

 Aniello Salzano