di Andrea Pellegrino
Si professa civico ma è supportato da una amministrazione di centrodestra, Forza Italia compresa. Salvatore Bottone, sindaco di Pagani, voterà sì al referendum del 4 dicembre. «Voto sì perché ritengo che questa sia una riforma che modifica degli atti sostanziali che servono a sburocratizzare il parlamento e di conseguenza rende più facile governare. Questa mia scelta – prosegue – è concreta. Parliamo di cambiamento ed innovazione e poi quando siamo chiamati a scegliere ci tiriamo indietro. Ci sono tanti punti da approfondire ma ritengo che sia davvero la riforma del cambiamento». Sì, nonostante le sue origini partigiane e l’iscrizione all’Anpi per Gianfranco Lamberti, sindaco di Montecorvino Pugliano, un tempo primo cittadino di Livorno. «Nonostante la mia significativa storia – dice – la mia decisione di votare sì ha diversi significati. Mi convince l’idea di base della riforma, ovvero quella della modernizzazione e del rinnovamento. Già durante la campagna elettorale ho invitato Lorenzo Guerini ad una manifestazione nella quale abbiamo discusso dei punti e dei valori costituenti della riforma e della necessità di renderli ancora più moderni. Guardo comunque con grande rispetto alla mia storia e soprattutto a chi vota no». Voterà no, invece, il sindaco di Roscigno, Pino Palmieri che è stato anche consigliere regionale del Lazio. «E’ un errore grave – dice – eleggere senatori i consiglieri regionali. Avranno un doppio potere legislativo. Penso – prosegue – che la riduzione dei costi sia irrisoria. Se proprio si vuole risparmiare bisogna eliminare le Regioni, non le Province. Poi, la sanità torni di competenza esclusiva del ministero e qualche altro risparmio si avrà». Per il si, ancora, c’è il primo cittadino di Pellezzano, Giuseppe Pisapia: «Farò personalmente campagna elettorale per portare avanti le motivazioni che spingono a sostenere questa riforma».