Abuso di alcol e droghe, stress da social network, ma anche un uso di internet distorto. Sono questi alcuni dei fattori che si stanno innestando nell’insorgenza di patologie psichiatriche sempre più diffuse tra i giovanissimi e non solo. Di questo e molto altro si è discusso stamane a quasi due anni dalla presentazione alle Istituzioni nazionali della “Carta della Salute Mentale” messa a punto dalla Società
italiana di psichiatria (Sip), in collaborazione con la Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo), il Coordinamento toscano delle associazioni per la salute mentale e la Fondazione progetto Itaca onlus.
Anche i dati disponibili sono pochi e frammentati, dipingono uno scenario allarmante. In più c’è il “sommerso”, ragazzi che non arrivano alle cure, e tutti i giovani che ogni anno finiscono in pronto soccorso per disturbi psichici collegati all’abuso di droghe o di alcol.
«Stiamo lavorando con varie Istituzioni per aggregare i dati – spiega il segretario regionale della Sip Andrea Fiorillo -. Purtroppo i giovani non afferiscono ai Servizi di Salute Mentale, eppure oggi il problema di nuove sostanze psicoattive è molto concreto. In questo senso la rete, che di per sé è uno strumento potentissimo, diviene un luogo di pericolo. Una realtà molto complessa per i ragazzi, che vengono schiacciati dalla pressione dei social, dei like».Bisogna anche ricordare tutt’altro che leggere che possono creare grossi danni»
Ma come funzionano oggi i centri di salute mentale? Giulio Corrivetti, segretario regionale consigliere nazionale Sip, spiega che «sono aperti 12 ore, con una condizione di accoglienza che non va a prenotazioni, ma a priorità di intervento per i pazienti che hanno più forti esigenze di cura. I centri di salute mentale hanno la caratteristica di programmare, gestire e governare (con una regia centrale) l’erogazione dei trattamenti per le persone che hanno un’esigenza di cura».