di Olga Chieffi
Era nell’aria, purtroppo, il rinvio dei diversi appuntamenti della stagione lirico-concertistica del teatro Verdi di Salerno. Un piccolo calvario, dopo i riconoscimenti del pubblico e della critica che ha ricevuto la sfarzosa Traviata, che ha chiuso un 2021, senza appello, poiché è saltato sia l’atteso matinée natalizio delle voci bianche del teatro, con l’orchestra del liceo musicale Alfano I, diretto da Silvana Noschese, sia il “doppio” concerto di Capodanno con gli auguri dei Filarmonici Salernitani. In programma ci sarebbe stato, quindi il balletto, con ospite il corpo di ballo del teatro San Carlo dal 14 al 16 gennaio, ma il virus non ci ha graziato. Quindi, l’amara decisione da parte della direzione del massimo cittadino di attendere tempi migliori, di rincontrarci alla “stagion dei fiori”, annullando l’intera programmazione di gennaio e febbraio, rinviandola, appunto a marzo e aprile. Infatti, il 29 gennaio il sipario si sarebbe aperto per Raffaella Cardaropoli, che attendevamo veramente da troppo tempo, interprete di un concerto da solista, qui nel suo teatro, con l’orchestra Filarmonica Salernitana, mentre il 15 febbraio, avremmo dovuto assistere al récital pianistico di Salome Jordania, una scoperta del fiuto del Maestro Oren, che avrebbe spaziato tra Liszt, Beethoven e Johann Strauss. Confronto tra due operine, invece, il 26 e il 27 febbraio con “Il segreto di Susanna” di Ermanno Wolf-Ferrari, condotto sulla falsariga degli intermezzi settecenteschi, tra ironia, doppi sensi, leggerezza e divertimento, con quel pizzico di saggezza finale quando marito e moglie finalmente riappacificati con lo svelamento del segreto, la sigaretta, sentenziano “tutto è fumo a questo mondo- che col tempo si dilegua”, e la farsetta di Domenico Scarlatti la Dirindina, scritta proprio per la stagione di carnevale nel 1715 costituita dalla acuminata satira sia verso i costumi del teatro in musica, sia verso la morale ipocrita del bacchettone Don Carissimo, attraverso piccoli congegni efficaci sul piano drammatico e dotati di vivacità ritmica, adatta al gioco frizzante delle ‘battute’ verbali. Tutto rinviato alla primavera inoltrata, per non rischiare sia con i solisti, sia con il pubblico, un “forno” o addirittura un piccolo focolaio ed essere costretti a richiudere o a “sostituire”, come sta avvenendo nei massimi teatri nazionali. Si andrà incontro ad una riprogrammazione, che vedrà, affiancare a questi appuntamenti, il nostro conservatorio Martucci previsto in scena per il 10 marzo con le pianiste Imma Battista, Tiziana Silvestri, Massimo Trotta e Rosalba Vestini e le percussioni di Gerardo Zitarosa, in una serata d’intense e variegate sonorità, prima di ascoltare con data fissata per il 15 marzo l’eclettico violoncellista e compositore Giovanni Sollima alla testa dell’Orchestra Cherubini, in doppia veste di direttore e solista per i primi due concerti di Haydn e Fecit Neap, una sua composizione. Gran finale il 26 e il 27 marzo con “La cambiale di matrimonio”, la prima opera di Gioachino Rossini, la farsa in un atto, contenente già tutti gl’ingredienti che presto avrebbero conquistato il mondo musicale: ricca invenzione melodica, magistrale intreccio fra voci e orchestra, concertati a perdifiato che genereranno nell’uditorio un’irresistibile ilarità.