SaLet, 191mila euro di fondi pubblici - Le Cronache Ultimora
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SaLet, 191mila euro di fondi pubblici

SaLet, 191mila euro di fondi pubblici

di Erika Noschese

Eventi, cultura e fondi: sotto questo aspetto, la città di Salerno continua purtroppo a mostrare profonde disparità. Non si tratta soltanto di quartieri privilegiati e altri dimenticati, o di cittadini ascoltati contrapposti a quelli ignorati; persino la cultura finisce per essere intrappolata nel grande meccanismo del “tu sì, tu no”. Oggi, essere vicini a determinate forze politiche sembra essere condizione necessaria per ottenere qualcosa, mentre chi rimane fuori da certe logiche resta a mani vuote. È sufficiente osservare il funzionamento degli eventi: c’è chi accumula finanziamenti su finanziamenti, e chi invece si vede negare perfino l’autorizzazione per quattro semplici transenne, con risposte secche del tipo “no, non si può”, senza alcuna motivazione. In questo panorama diseguale, tra gli eventi che continuano a godere di una posizione favorevole spicca Salerno Letteratura, che anche per il 2025 riesce a garantirsi un cospicuo sostegno economico. Dal Comune di Salerno sono arrivati ben 40mila euro, in linea con quanto concesso negli anni precedenti, “per autonoma decisione della Giunta Comunale”, come riportato nella relativa deliberazione. La XIII edizione di Salerno Letteratura proseguirà fino al 21 luglio, animando il centro storico cittadino e location come Palazzo Fruscione, la Chiesa dell’Addolorata, lo spazio antistante il Tempio di Pomona, Largo dei Barbuti e Piazza Portanova, dove verranno installati un Infopoint con una casetta e un totem informativo. L’associazione Duna di Sale, nel formulare la richiesta di finanziamento al Comune, ha precisato che l’obiettivo dell’iniziativa è valorizzare “gli angoli più belli e suggestivi del Centro Storico di Salerno” attraverso “almeno 180 eventi, distribuiti lungo otto giorni, animati da autori italiani e stranieri, artisti, musicisti e giornalisti”. Di conseguenza, è stata avanzata una richiesta di sostegno economico pari a 123mila euro per garantire il buon esito della manifestazione, con l’anticipo del 30% del contributo per “consentire la copertura delle spese di avvio del progetto”. E qui cominciano i calcoli: ai 40mila euro stanziati dal Comune si sommano i 123mila euro erogati da Scabec, società in house della Regione Campania, per coprire ulteriori spese. Ma non finisce qui. Il decreto dirigenziale n. 503 del 30 maggio 2025 elenca i contributi assegnati dalla Regione Campania per la promozione e valorizzazione delle attività artistiche e culturali. Tra i beneficiari figura anche l’associazione di promozione sociale e culturale Duna di Sale E.T.S., con sede in via Aliberto Pirro, che ha ricevuto 28.376,00 euro per il progetto #fuorifestival: eventi, corsi e laboratori per comprendere il presente attraverso i libri. In totale, oltre 191mila euro per un evento che, come emerso nelle ultime ore, suscita critiche anche tra gli addetti ai lavori, in particolare da parte di chi ha avuto la “fortuna” di parteciparvi come volontario, pur trattandosi di una manifestazione che beneficia di risorse pubbliche ingenti e si avvale di professionisti locali, spesso a titolo gratuito. Restando in tema di addetti ai lavori, non sono mancate recenti critiche riguardo alla scarsa organizzazione, alla limitata partecipazione del pubblico e a un’approssimazione gestionale che un evento beneficiario di così ingenti fondi pubblici certamente non dovrebbe permettersi. Va detto, però, che non si tratta di un caso isolato: proprio questa sera prende il via Limen, manifestazione promossa da un gruppo di giovani salernitani che, va riconosciuto, cercano di ottenere risultati per il territorio e coinvolgere la cittadinanza. Anche Limen, come già avvenuto per SaLet, si configura come un evento con connotazioni politiche: emblematico, in tal senso, il fatto che il presidente dell’associazione promotrice sia anche il segretario dell’assessore alla Sicurezza Claudio Tringali. Si tratta di un conflitto d’interessi? Forse è più corretto parlare di una questione morale, che in certe circostanze non può essere ignorata. Soprattutto se si considerano le numerose realtà associative ed enti locali che tentano di portare avanti progetti sul territorio, ma che si scontrano con il silenzio delle istituzioni, l’inerzia di sindaco, consiglieri e assessori, pagando il prezzo di una posizione indipendente e della volontà, laddove necessario, di muovere critiche costruttive. Limen è un evento a pagamento, con accesso tramite biglietto singolo o mini abbonamento. Le cifre sono modeste, solo pochi euro, ma il sostegno economico non manca: 20mila euro dalla Camera di Commercio, a cui si aggiunge un contributo da parte di Scabec. Il Comune di Salerno – che quest’anno non ha elargito risorse economiche ma ha ben compensato in beni e servizi – attende ancora la rendicontazione dell’edizione precedente. Altro aspetto da non sottovalutare è, in questo caso, le tessere associative che l’associazione ha sottoscritto anche per eventi che dovrebbero e potrebbero essere aperti a tutti, a partire dal cineforum presso la fondazione Menna che ha già ospitato, ad insaputa dei gestori (non che una volta emerso abbiano preso provvedimenti) una festa di compleanno privata. Cosa accomuna i due eventi? Apparentemente nulla. Eppure, come osservano anche alcuni esponenti della maggioranza Napoli, ciò che li rende affini è il fatto di essere entrambi il risultato di scelte politiche, che gli assessori possono anche criticare, ma solo nel riserbo delle quattro mura dei loro uffici. Chi oggi sceglie il silenzio sulla gestione di tali eventi e dei relativi fondi pubblici, non esita invece ad attaccare Salerno Sounds. Eppure, la differenza è evidente: questa manifestazione ospita in città artisti di rilevanza nazionale, che – com’è facile intuire – non possono esibirsi gratuitamente. Una differenza tangibile, soprattutto se si considera che alcuni dei protagonisti di Limen, negli anni, hanno spesso partecipato a eventi senza compenso. Un artista come Brunori Sas, ad esempio, non potrebbe certo farlo. Lo stesso vale per tutti coloro che animeranno piazza della Libertà. Il Comune ha concesso un contributo economico, è vero, e Sinistra Italiana ha fatto sentire la propria voce rispetto a questa scelta ma nessuno di loro ha mai parlato rispetto ad una gestione degli eventi sbagliata, fallimentare se un autore di fama nazionale si ritrova a parlare di fronte ad un pubblico di dieci persone. Un’ulteriore differenza sostanziale riguarda il modo in cui l’evento viene presentato come privo di finalità commerciali: al Parco dell’Irno non si offre solo musica, ma anche un’area food & beverage – un elemento assente negli altri due eventi menzionati. E allora, ci si può davvero appellare all’assenza di scopo di lucro se è prevista la vendita di cibo e bevande? Occorre una riflessione attenta, onesta, fuori dalle logiche di amicizie, potere, fuori da ogni interesse personale per garantire fondi a chi realmente vuole operare sul territorio e portare la cultura, quella vera, tra la gente.