di Clemente Ultimo
Nuove famiglie in fuga dalla guerra sono attese presso il centro di accoglienza nato negli spazi dell’Istituto Salesiano di via san Domenico Savio, struttura che attualmente ospita già quattro nuclei familiari composti da quattro mamme e sette bambini. Ad oggi è possibile ospitare presso questi spazi diciotto persone, ma non è da escludere che nel prossimo futuro questo numero possa crescere. La struttura, del resto, è una realtà in divenire, come dimostra la prossima apertura di un centro per l’insegnamento della lingua italiana, presupposto indispensabile per favorire l’integrazione nel tessuto cittadino dei rifugiati. Particolarmente significativo il modus operandi che ha consentito, in un tempo estremamente ridotto, di trasformare dei locali che, dopo aver ospitato una scuola per diversi anni, erano ormai inutilizzati in uno spazio pienamente rispondente alle necessità di nuclei familiari costretti a lasciarsi alle spalle praticamente tutto per sottrarsi alla furia della guerra. Il recupero della struttura, infatti, è frutto della collaborazione tra diverse realtà, ad iniziare naturalmente dalla comunità salesiana – nelle sue diverse articolazioni – per arrivare alla Caritas diocesana, al Vis Italia ed a diverse imprese – piccole e grandi – che hanno donato i materiali e gli arredi necessari alla creazione del centro di accoglienza. Senza ovviamente dimenticare il contributo dei volontari. Intorno a questa iniziativa è nata, dunque, una vera e propria rete, capace di dare corpo ad un progetto negli stringenti tempi dettati dall’emergenza. Accanto alle imprese locali che hanno contribuito al buon successo dell’iniziativa – Dmv costruzioni generali Srl, Morretta Claudio e Paolo, Macelleria Carmine Russo, Farmacia del Santo, Materassificio Picentino Srl, Rinaldi Group Srl, Ediltecne Srl, Edilmarket Srl – è scesa in campo anche una multinazionale come Ikea. La filiale di Baronissi del colosso svedese dell’arredamento ha fornito gli arredi completi per cinque stanze e per gli spazi comuni, inclusi diversi piccoli elettrodomestici. Alcuni dipendenti Ikea, inoltre, si sono offerti come imbianchini, contribuendo alla risistemazione degli spazi trasformati in centro di accoglienza. Rispondere alle necessità della prima accoglienza, dunque, ma non solo: il progetto realizzato dalla comunità salesiana punta ad un più ambizioso traguardo, come sottolinea don Pasquale Cristiani, direttore dell’Opera Salesiana di Salerno: “Qui da noi – dice – gli ospiti troveranno anche un luogo di socialità e condivisione per favorire un pieno inserimento sociale nel quartiere e nella città anche attraverso momenti di aggregazione”. Un modello di questa integrazione è rappresentato dalla scelta di quattro famiglie salernitane di farsi carico di altrettante famiglie ucraine, in un rapporto diretto e paritario. È di tutta evidenza, però, che un progetto di questo tipo necessiti non solo di risorse per essere realizzato, ma anche di un sostegno costante perché funzioni e raggiunga gli obiettivi che lo caratterizzano. Per questo motivo dalla comunità salesiana arriva un invito a sostenere concretamente l’iniziativa. Per dare il proprio contributo è possibile utilizzare il conto corrente della parrocchia dei Salesiani, specificando nella causale “Emergenza guerra”: Parrocchia di Maria Santissima del Carmine e San Giovanni Bosco IT96D0306909606100000061976.