
di Alessandro Turchi, Presidente di Salerno Migliore
Lo chiamano Sistema Salerno, quel groviglio di interessi, di connivenze, di voti di scambio, di indolenza, di favoritismi, di favori e di ipocrisie che da oltre trenta anni assume le sembianze di una vera e propria cappa sulla nostra città. Un sistema che non sembra avere come priorità la crescita di Salerno, piuttosto sembra unicamente avere, come asse portante, il tentativo, riuscito, di perpetuare se stesso. La narrazione, partendo dalla eliminazione delle cosiddette chiancarelle, in una zona degradata della città, terreno di prostituzione e malaffare, continua a fare presa su alcuni, raccontando di una città trasformata e migliorata. Come se in trenta anni tutte le città del mondo non abbiano subìto, a loro volta, cambiamenti e trasformazioni. La narrazione, oggi si dice “mainstream” continua poi con il racconto della costruzione delle cosiddette grandi opere, tralasciando il particolare che spesso non sono mai state completate e quasi sempre sono state abbandonate all’incuria del tempo e all’assenza di un minimo di manutenzione. Una narrazione condita da migliaia di inaugurazioni, spot televisivi, conferenze stampa dai toni trionfalistici, annunci fragorosi e promesse spesso mai mantenute. Inutile stare qui a descrivere una Piazza della Libertà che perde acqua, o palazzetti dello sport mai completati, o la scelta di costruire un nuovo ospedale anziché far funzionare quello esistente, con la gente che trascorre giornate in barella al pronto soccorso. Il dato di fatto è che questo sistema non funziona per i cittadini, nonostante i tanti soldi della comunità spesi che hanno portato ad una situazione finanziaria disastrosa e ad un disavanzo di bilancio con otto zeri. Lo testimoniano le strade intasate, la sporcizia in ogni angolo, la mancanza di verde, l’assenza di una programmazione funzionale alla crescita culturale e civile per una città dalle grandi potenzialità. Lo attestano un turismo caotico, improvvisato e dozzinale, la mancanza di un’idea di modernità nell’erogazione dei servizi, gli investimenti ingenti nelle sole luci di artista, ma anche il degrado di alcuni quartieri, lasciati nell’incuria e nell’assenza totale di servizi accettabili. Che dire della mancanza assoluta di controlli da parte dei vigili urbani, con i cittadini lasciati in un’anarchia confusionaria dove vige spesso la legge del più furbo? Non un vigile che senta di dover multare le auto in doppia e tripla fila, non un controllo alla documentazione dei bar che con i tavolini impediscono il transito, non un rimprovero a chi attraversa senza rispettare le strisce o, all’opposto, al conducente che non rallenta in prossimità del passaggio pedonale. Una città abbandonata da tempo, questa è l’impressione di chi ci vive con gli occhi aperti, di chi non ha interessi in campo e non è parte di quel sistema che ci condanna al degrado infinito. Una città i cui abitanti osservano allibiti la costruzione rapidissima di una serie di palazzi in zone periferiche e senza servizi, nonostante non ci sia l’esigenza di nuove abitazioni visto che stiamo assistendo allo svuotamento della città, con la popolazione diminuita in pochi anni fino agli attuali 126 mila abitanti. E mentre il sindaco di Salerno si è insediato al posto del dimesso, per guai giudiziari, Franco Alfieri, a testimonianza dell’occupazione “manu militari” di ogni strapuntino a disposizione del “Sistema Salerno”, tutti i cosiddetti politici (faccendieri?) che fanno parte di questo sistema stanno già armeggiando in vista delle future elezioni, regionali e comunali. Rimane il rammarico di una città sempre più giù in tutte le classifiche possibili ed immaginabili, di una città in cui non si vive come si potrebbe e da cui i giovani scappano appena possibile. I cittadini salernitani, prima di permettere ancora una volta che questo sistema si perpetui, dovrebbero finalmente aprire gli occhi e provare ad immaginare come potrebbe essere la nostra città. Basterebbe abbandonare l’atteggiamento rassegnato e tipico, concedetecelo, degli ignavi.