All’apparenza il progetto della gestione condivisa dei beni pubblici comunali, lanciato dall’Assessore Tringali, può sembrare una trovata elettorale pro De Luca nella prossimità delle Regionali. Ma, se conosco Tringali, l’uomo non è così banale. Credo, al contrario, che l’idea di lanciare i “Commons” (i beni di proprietà comune) sia stata da lui coltivata già da tempo, e solo ora abbia avuto lo spazio per un annuncio programmatico. La condivisione, con assemblee cittadine di volontari, delle modalità di uso di un bene pubblico è idea apparsa di recente nel quadro giuridico europeo. Città come Amsterdam e Barcellona sono già avanti nella sperimentazione. Ma anche Napoli ha fatto la sua parte. Fu l’Amministrazione De Magistris a sponsorizzare il recupero ufficiale dell’ex Orfanotrofio Filangieri attraverso una cogestione Comune – Associazioni di cittadini. Cogestione che ha istituzionalizzato democraticamente l’uso condiviso di un bene storico, abbandonato, con laboratori di teatro e di arti visive, spettacoli e didattica per le nuove generazioni. Salerno si aggiunge adesso a quei Comuni virtuosi che vogliono percorrere una strada di coinvolgimento dei cittadini nella gestione dei beni pubblici. E’ un grosso passo avanti, almeno nelle intenzioni. Si tratta ora di trasformare in realtà i propositi virtuosi. L’importante è velocizzare l’adozione dei regolamenti di attuazione del progetto. Con particolare attenzione alla pubblicizzazione degli avvisi di invito alla partecipazione dei cittadini. Quali possono essere gli obiettivi di rivitalizzazione (o meglio, di riesumazione!) dei beni dismessi o degradati? Ce ne sono fin troppi. Personalmente, per un motivo direi sentimentale, non posso non pensare al vecchio Tribunale. Sta, abbandonato ma ancora maestoso, al centro della città. Nel totale abbandono di idee e progetti, se si escludono vari e vaghi annunci di un certo sapore di eterna propaganda elettorale. Bene. Il Governatore annunciò quasi due anni fa che il vecchio Tribunale era stato dato in concessione gratuita dal Demanio Statale alla Regione, al fine di definire in tre anni, dico tre, le modalità di uso pubblico dello storico edificio. Che, col palazzo del Municipio e il Duomo, formano gli esempi migliori di architettura a Salerno ancora oggi. Sono passati quasi due anni dei tre, e non c’è stato un briciolo di idea o di proposta concreta. Tra pochissimo Palazzo Santa Lucia a Napoli cambierà inquilino. E non sarà più lo stesso Governatore. E le idee che aveva (se le aveva) sull’utilizzo del vecchio Tribunale se ne andranno con lui. Sto parlando, è chiaro, di un bene che non è di proprietà del Comune di Salerno. Ma è come se lo fosse. Il vecchio Tribunale è centrale per la storia cittadina. Se fisicamente non è un bene comunale, lo è sotto l’aspetto culturale, immateriale. E il bene immateriale cittadino è un valore comune dei salernitani. Nulla vieta che la condivisione di un bene comune immateriale sia una proprietà comune dei cittadini. Come, ad esempio, il paesaggio. Nei registri immobiliari del Catasto il paesaggio non è un bene materiale iscritto a favore del Comune. Eppure, ne è ugualmente titolare. Di un bene immateriale. La Cassazione, con l’ordinanza 2780/2019, lo ha recentemente riconfermato, per il caso di danni ambientali subiti dal Comune a causa di una condotta illecita perpetrata da terzi, la legittimazione del Comune a costituirsi parte civile nel processo. Pur essendo, formalmente, solo lo Stato l’unico soggetto legittimato all’azione risarcitoria. Così, il nuovo concetto di democrazia partecipata, in cui pare adesso credere l’amministrazione comunale nostra, può avere una estensione evolutiva, a mio parere inevitabile, verso forme di tutela partecipata dei cittadini a un concetto più esteso, dell’apparente, al governo dei beni comuni. E’ una novità esplosiva, ma è così, a ben pensarci. Come cittadini salernitani, avremo o no la cogestione, ad esempio, dell’aspetto della lungomare e del tanto reclamizzato Fronte Mare? Eppure, non c’è dubbio che esso sia un patrimonio comune dei salernitani. Quanto al vecchio Tribunale, come comproprietario, in qualità di cittadino, del bene immateriale “Tribunale”, faccio già la proposta seguente. Il Comune di Salerno prepari un progetto di valorizzazione culturale del vecchio edificio facendo istanza alla Regione, che ne ha temporaneamente il possesso, e al Demanio, che ne ha la proprietà materiale, di ottenere la proprietà del dismesso Tribunale ai sensi del Decreto legislativo 28 maggio 2010. Se il Comune avvierà questa procedura, verranno sicuramente meno le antipatiche dicerie su nascoste manovre di speculazione edilizia sullo storico edificio. E’ l’occasione per Tringali di fare la rivoluzione culturale di cui Salerno ha bisogno.
Michelangelo Russo





