Salerno ricorda Gaetano Arfè - Le Cronache Spettacolo e Cultura
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Salerno ricorda Gaetano Arfè

Salerno ricorda Gaetano Arfè

SALERNO_ È stata una figura di primissimo piano del socialismo italiano per più di 60 anni, fornendo contributi fondamentali alla ricostruzione della sua storia ultracentenaria, e mettendo a disposizione della causa tutti i talenti che possedeva, che non erano pochi. Partigiano in Valtellina, poi dirigente socialista, giornalista e storico militante, parlamentare nazionale e europeo: la biografia di Gaetano Arfè, nato a Somma Vesuviana il 12 novembre del 1925, comprende l’intera gamma dei segni distintivi di una generazione che, chiamata nel proprio tempo a affrontare prove terribili, dedicò tutta sé stessa alla vita pubblica. Divenendo protagonista dei due passaggi più straordinari della vicenda nazionale: la lotta per la liberazione dalla tirannide nazifascista e la costruzione della democrazia.

Per ricordare questo gigante della storia italiana, le edizioni di InfinitiMondi hanno mandato in stampa nella collana “Storia della sinistra e del movimento operaio” un volume curato da Massimiliano Amato e Ciro Raia, impegnati anche – rispettivamente come direttore e presidente pro tempore – nel rilancio dell’Istituto di Studi Socialisti Gaetano Arfè, fondato a Napoli nel 2008.

Il libro s’intitola “Gaetano Arfè. La resistenza del pensiero” (pagg. 208, euro 20,00) ed è articolato in due parti – testimonianze e saggi – con una introduzione di Raia. Nella prima parte, quella delle testimonianze, ricordano Arfè Gennaro Acquaviva, Caterina Arfè, Giorgio Benvenuto, Luciana Castellina, Nino Daniele, Guido De Martino, Nino Ferraiuolo, Piero Graglia, Pasquale Iaccio, Luigi Mascilli Migliorini, Diana Quartuccio, Marco Sassano, Viviana Simonelli, Valdo Spini, Aldo Tortorella. Nella seconda parte, 10 saggi ricostruiscono da diverse angolature (lo storico, il giornalista, il dirigente di partito, l’uomo delle istituzioni) le idee, le battaglie e la parabola intellettuale di Arfè: contributi di Massimiliano Amato, Andrea Becherucci, Donatella Cherubini, Simona Colarizi, Guido D’Agostino, Rino Formica, Luigi Marino, Claudio Signorile, Massimo Villone.

Tra la prima e la seconda parte, una ricca sezione fotografica con immagini pubbliche e private (molte inedite) della vita di Arfè.

Il volume rappresenterà il filo conduttore di “Salerno ricorda Gaetano Arfè”: un’intera giornata che la città dedica al grande storico socialista, che tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta fu docente di Storia dei Partiti e Movimenti Politici alla facoltà di Magistero dell’Università di Salerno.

Due gli appuntamenti in programma domani, giovedì 27 novembre.

Alle 10.30 l’Arfè storico sarà ricordato al campus universitario di Fisciano, su iniziativa del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione in collaborazione con l’associazione ex studenti di Scienze Politiche, e le riviste Critica Sociale e Infiniti Mondi. Nell’aula SP/A (Edificio D2), dopo i saluti del Magnifico Rettore dell’Università di Salerno, professor Virgilio D’Antonio, interverranno i docenti Alfonso Conte, Emilio Gin e Pasquale Iaccio, oltre ai due curatori del volume.

Alle 18.30 il volume edito da InfinitiMondi sarà presentato alla libreria La Feltrinelli di Salerno. Introduce Massimiliano Amato, intervengono Alfonso Conte, Ciro Raia e Giuseppe Sarno. Conclusioni affidate all’ex ministro socialista Carmelo Conte.

Così Massimiliano Amato, nel suo contributo che apre la sezione dei saggi, spiega il titolo del volume, che allude apertamente all’esperienza di Arfè nella Guerra di Liberazione, nelle Brigate di Giustizia e Libertà: “Si può ragionevolmente considerare la decisione di prendere parte alla Guerra partigiana, presa d’impeto a soli 18 anni nel fuoco delle quattro, memorabili, giornate durante le quali il popolo napoletano si liberò da solo delle truppe di occupazione tedesca, come l’evento fondante dell’esemplare e complessa biografia di Gaetano Arfé. Non solo e non tanto per l’importanza che in essa ha avuto l’impegno politico diretto, quanto soprattutto per quella parte, non prevalente ma nemmeno marginale, della sua attività di storico dell’età contemporanea rivolta a ricostruire le motivazioni etiche e ideali che nel biennio 1943-1945 spinsero migliaia di italiani, giovani e meno giovani, a imbracciare le armi per liberare la patria dal nazifascismo. È lungo questo crinale – quello delle ragioni morali della Resistenza – ch’egli si inerpica per portare avanti il suo sforzo d’analisi. In cui risultano combinati, grazie a un ammirevole quanto efficace sforzo di sintesi, il rigore scientifico appreso alla cattedra di Federico Chabod alla Scuola crociana di Studi Storici e la passione del militante”.