E proprio come dice un proverbio popolare “Non c’è due senza tre ed il quarto vien da sé” che l’Ispettorato del Lavoro di Salerno, nella giornata del 31 maggio ha subito il quarto sfratto da un’unità immobiliare, costituente parte della sede di corso Vittorio Emanuele, n. 94. I primi tre sfratti esecutivi (affrontati ad ottobre 2017, gennaio 2018 e febbraio 2018) hanno riguardato, invece, particelle immobiliari della sede di corso Garibaldi, 142/D. In mancanza di locali disponibili, il personale, per la gran parte ispettivo, è stato riallocato nella residua porzione dell’immobile e verrà programmato in presenza sede sulla base di una turnazione disposta dai rispettivi Responsabili di Team, non essendoci scrivanie e postazioni disponibili per tutti. È così, dunque, che, nel giro di pochi anni, l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Salerno, in esito all’esecuzione di più sfratti, ha subìto una drastica riduzione della sede ad uso istituzionale, con evidente disagio dei lavoratori ed utenza. Per non parlare, poi, delle spese straordinarie sostenute per il rilascio degli immobili, (spese per la separazione degli impianti elettrici, idraulici, di rete, di condizionamento e spese di facchinaggio per la riallocazione degli arredi), risorse che potevano essere invece utilizzate per il miglioramento e la qualità degli ambienti di lavoro a beneficio di tutti, dipendenti e collettività. Tutto a ciò a dispetto degli accresciuti compiti e funzioni per la lotta al lavoro irregolare e per la sicurezza sul lavoro, che continua inesorabilmente a mietere centinaia di vittime nel nostro paese. «Può sembrare una vicenda paradossale ma è un fatto realmente accaduto e che, di certo, poteva e doveva essere evitato. E’ inammissibile, difatti, che i vari dirigenti susseguitesi negli anni alla guida dell’Ufficio, pur incassando i premi di risultato, non siano riusciti a trovare, nell’arco di venti anni, una diversa soluzione allocativa, con contratti di locazione scaduti da decenni, costringendo i lavoratori a subire più sgomberi. E’ giunto il tempo che l’Ispettorato Nazionale del lavoro, sinora silente, si faccia carico di questa annosa e incresciosa problematica, risolvendola in tempi rapidi, perché non è giusto che a rispondere di ciò siano sempre e solo i lavoratori obbligati a stringersi e a lavorare in una sede sempre più piccola ed angusta», hanno dichiarato dall’Usb.
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