Salerno. Emanuele: così ho cacciato il rapinatore - Le Cronache Attualità
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Salerno. Emanuele: così ho cacciato il rapinatore

Salerno. Emanuele: così ho cacciato il rapinatore

Ha tentato di rapinare un bar e poi ha sparato al gestore, che ha reagito con una scopa, senza fortunatamente ferirlo: è successo nella notte tra sabato e domenica a Pastena, quartiere orientale della città di Salerno. L’episodio, che poteva avere conseguenze estremamente drammatiche, si è verificato presso il bar In Piazza, attività di Emanuele Avagliano, storico attivista salernitano che ha scelto di raccontare l’accaduto attraverso i social, postando il video della telecamera di sorveglianza che riprende la scena, poi diventato virale. I fatti si sono verificati intorno alle 2.30, presso il bar In Piazza che fa angolo tra via Posidonia e Piazza Caduti di Brescia. Il video mostra un uomo con il casco, arrivato in scooter, che entra nel locale e, pistola alla mano, si dirige dietro al bancone, chiedendo l’incasso. La reazione del titolare è istintiva e immediata: con la scopa che ha in mano prova ad allontanare il rapinatore che, a quel punto, solleva l’arma e fa fuoco. Il proiettile colpisce solo alcune lattine, i frigoriferi ed il bancone: il proprietario del bar riesce infatti a schivare il colpo, abbassandosi all’improvviso. Il rapinatore a quel punto esce, risalendo con calma sul motorino parcheggiato davanti al bar, e si allontana. Per il barista, che gestisce il locale insieme a suo cugino, sono stati 1 minuto e 8 secondi di terrore. Su Facebook, il titolare del bar ricostruisce con lucidità la drammatica tentata rapina. «Ero nel laboratorio con le mie due dipendenti – scrive – quando le grida di una cara amica richiamano immediatamente la mia attenzione. Un intruso si stava intrufolando dietro al bancone. Non avevo idea di cosa stesse accadendo, corro e mi trovo di fronte un uomo con casco e passamontagna e con la pistola puntata in faccia verso di me. “Dammi i soldi. Apri la cassa. Muoviti!”. Non so cosa mi sia scattato dentro, ma ho pensato subito di difendere quel cassetto sporco di sudore, onestà e dignità con tutto me stesso. In quel cassetto c’era l’incasso di un sabato sera estivo che rappresenta non solo i nostri sacrifici, ma anche la tranquillità di affrontare una nuova settimana con un po’ più di serenità. Ho pensato al lavoro quotidiano che io e il mio socio facciamo per e con i nostri dipendenti, e a quanto fosse importante proteggere tutto ciò e i miei dipendenti da questo balordo. Senza pensarci, con la scopa che avevo tra le mani e con una determinazione che non pensavo di avere, inizio a colpirlo con forza in faccia e sulla testa, urlandogli contro “Esci, non ho niente e non ti do nulla!”. La rabbia mi ha accecato in quel momento e non mi ha fatto ragionare. Lui ha reagito sparandomi con freddezza e senza scrupoli un colpo secco contro. Ho ancora il rumore dello sparo nelle orecchie. Ho ancora l’odore della polvere da sparo sotto al naso. Per fortuna e grazie a Dio, mi sono spostato in tempo evitando che il proiettile mi colpisse. L’adrenalina ha iniziato a scorrere ancora più velocemente nelle mie vene mentre continuavo a scacciarlo e ad inveirgli contro facendolo indietreggiare, finché finalmente è fuggito». Il titolare del bar poi si chiede: «A chi ci rivolgiamo per ricevere giustizia e risarcimento per i danni subiti? Chi ci risarcirà per la paura, l’ansia e le lacrime versate subito dopo? E per la paura che avremo ogni volta che calerà la notte? Dov’era l’umanità dei vicini che sanno chiamare la Municipale solo per gli schiamazzi notturni e per farci abbassare la musica implorando pietà perché dicono che non dormono e non si affacciano invece sentendo inevitabilmente il rumore di uno sparo con arma da fuoco? Grazie invece agli amici restati con noi fino alle 6, mentre la scientifica finiva i rilievi balistici. Grazie agli amici che fino ad ora hanno chiamato per esprimerci la loro vicinanza. Pubblico il video – conclude – per farvi capire l’orrore umano fino a dove si spinge». Pochi minuti dopo un episodio analogo si è verificato alla stazione di servizio dell’Ip, lungo la tangenziale di Salerno. Il rapinatore arrivato in scooter – l’ipotesi è che sia proprio la stessa persona – ha chiesto i soldi al dipendente della struttura che in questi giorni è fuori servizio per sciopero. Non riuscendo a portare via nulla, il malvivente ha colpito l’operatore alla testa con il calcio della pistola. Gli agenti della Squadra Mobile di Salerno sono al lavoro per provare a risalire all’identità del rapinatore. In entrambi i casi i raid sono stati immortalati dalle telecamere di video sorveglianza. Secondo quanto emerso fino ad ora, la persona che ha sparato al bar In piazza sarebbe lo stesso che, nei giorni scorsi, ha esploso colpi d’arma da fuoco in un bar di via Galloppo, ferendo una persona D.D’A., queste le sue iniziali. Gli inquirenti sono sulle tracce di A.A., il malvivente che ha sparato nei due bar e colpito il gestore della pompa di benzina. Intanto, sta raccogliendo centinaia di commenti il video postato da Emanuele, il barista di Salerno che ha messo in fuga il rapinatore: “Manu sei un eroe, ma anche un pazzo”, è questo il senso della gran parte dei messaggi, ma sono numerosi anche quelli che se la prendono con la scarsa sicurezza in città. “Hai fatto ciò che le autorità dovrebbero fare… ma purtroppo la città è abbandonata a se stessa! Senza nessun controllo da parte di chi ci deve proteggere”, scrive ad esempio Espedito, un amico del gestore del bar. Nei commenti al post sono diversi gli interventi di chi afferma che non è giusto essere costretti a farsi giustizia da sé e chiede maggiori tutele. C’è chi, come Aniello, chiede addirittura “l’Esercito per presidiare la zona” perché “non si può morire sul posto di lavoro”. In diversi bacchettano Emanuele “per aver messo la vita a rischio”, anche se ha dimostrato “un coraggio da leoni”; qualcuno è sicuro che lo ha “protetto la Madonna”, mentre Elvira gli rende onore per essere stato “un mix tra Terence Hill (per la scopa) e Keanu Reeves (per come hai evitato quel proiettile)”. Intanto Emanuele si chiede: “A chi ci rivolgiamo per ricevere giustizia e risarcimento per i danni subiti? Chi ci risarcirà per la paura, l’ansia e le lacrime versate subito dopo? E per la paura che avremo ogni volta che calerà la notte?”.