Salerno. Dos: documento di orientamento stellare - Le Cronache Salerno
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Salerno. Dos: documento di orientamento stellare

Salerno. Dos: documento di orientamento stellare

Il Consiglio Comunale del prossimo 03/06 dovrà deliberare il Documento di Orientamento Strategico (DOS) quale premessa per l’accesso ai fondi Europei 2021/2027 del Programma di Rigenerazione Integrata Urbana Sostenibile (PRIUS). Il documento è il contenitore delle linee-guida utilizzate per individuare le opere e costituisce la fonte progettuale per la richiesta delle risorse comunitarie. La dotazione finanziaria assegnata alla nostra Città è pari a 22.848.936,97 nell’ambito della disponibilità totale di 360.000.000,00 divisa tra 23 Centri della Regione. Sulla struttura del documento, si può solo dire che esso riflette sostanzialmente i classici elaborati della pianificazione volti a seguire un percorso razionale per arrivare alla individuazione di risultati funzionali alle situazioni presenti, ai punti di forza e a quelli di debolezza. Inizia, quindi, dalla descrizione delle origini storiche e delle condizioni ambientali, per arrivare ai dati cosiddetti econometrici quali: popolazione, condizione sociale, attività produttive, istruzione, cultura, corredo infrastrutturale, sicurezza, legalità e altro ancora. Una prima osservazione può essere quella di aver utilizzato tabelle statistiche disomogenee e, cioè, del 2021 per l’economia, del 2022 per la segmentazione della popolazione, del 2023 e 2024 per l’andamento dei flussi. Un secondo rilievo concerne alcune apparenti stranezze presenti nella elencazione dei beni storico-culturali della Città. In effetti, sono citati: il complesso di Santa Sofia, che è in locazione a terzi, la Biblioteca Provinciale, che è chiusa, la Chiesa del Monte dei Morti, che è gestita da terzi, nonché i Musei Papi, Tafuri, della Scuola Medica Salernitana, della Città creativa e di Salerno Capitale per i quali sarebbe stato utile indicare pure i giorni e gli orari di apertura. Non è pervenuta l’emeroteca di Palazzo Fruscione, mentre per i Giardini della Minerva si deve avere fiducia. In tutto questo, però, conforta leggere che Salerno fa parte dell’Associazione Città d’Arte e Cultura. Vuol dire che si è portata avanti e, magari, a breve ci potrà essere la nomina del competente Assessore. Nella fase di analisi, una particolare attenzione è riservata all’esito di una procedura di ascolto pubblico volta a selezionare le tematiche generali più avvertite dalla popolazione e, per questo, certamente prioritarie ai fini della progettazione. Sulla rappresentatività dei risultati, però, non possono essere taciute forti perplessità in considerazione del numero dei questionari compilati. In sintesi, ci sono state 355 risposte da parte di cittadini dai 15 anni in avanti. Appena lo 0,0003% dei soggetti coinvolgibili. Se si considerassero anche le imprese, associazioni e altro, come fatto da differenti Città, saremmo agli infinitesimi. Per tutto questo, appare lecito formulare qualche dubbio sul concreto apporto informativo fornito dagli studi e dalle analisi per la successiva scelta delle opere. In merito, è lo stesso documento a ben chiarire che si è voluto selezionare interventi coerenti con la “programmazione urbanistica dal primo Documento Programmatico del 1994” fino all’ultima variante del PUC, approvata nel 2022. E a precisare che essi sono stati decisi in continuità rispetto agli investimenti finanziati con i fondi Europei PICS 2014-2020. Su quest’ultima osservazione, però, appare necessaria una riflessione con riferimento ai molti progetti rimossi/sostituiti, pure più volte, con trasferimento delle relative risorse ad altre individuate finalità. In sostanza: “qual è stata la vera anima dei progetti PICS?” Basti ricordare il passaggio alla riqualificazione del Parco del Mercatello dei fondi riservati alla Chiesa di Santa Maria de Alimundo, della Palazzina Liberty-MCM, della Casa del Combattente e di Palazzo Genovese. E, ancora, della decisione di spendere 5,9milioni di euro, in parte destinati al Palazzo di Città e al Teatro Verdi, per acquistare 9 autobus elettrici perché i ritardi accumulati nei lavori avrebbero fatto perdere i finanziamenti. Autobus contro Cultura. Chissà, forse si pensò alla possibilità concessa ai viaggiatori di leggere un libro nei lunghi percorsi. Detto questo sulle premesse, nella parte frutto di ‘orientamento’ è possibile leggere i progetti suddivisi tra quattro gruppi funzionali: lo sviluppo urbano (Linea 1), la Città Europea (Linea 2), lo Sport e Giovani (Linea 3), la Cultura e il Turismo (Linea 4). Nel primo gruppo, a sorpresa, c’è il completamento del nuovo palazzetto dello sport con i parcheggi (?). Poi, ci sono: la riqualificazione delle Piazze Cavour, Plebiscito e Largo Campo; il recupero dei giardini di via Benedetto Croce e di via Andrea Lauro Grotto; la sistemazione della Lungoirno tra P.zza Scozia, viale Unità d’Italia e via Vinciprova; interventi diversi per migliorare altre aree non definite. Nel secondo, ci sono: i parcheggi di Via Antonio Lagatta e di San Leo; una postazione di ricarica autobus elettrici; gli ascensori tra via Fra Generoso-Castello Arechi e tra via De Renzi-via Fra Generoso; la sostituzione delle scale mobili Gradoni De Santis-via Madonna del Monte; il percorso via Spinosa-Giardini della Minerva; la pista ciclabile sul lung.re Trieste fino a Piazza della Concordia; la trasformazione digitale e l’impianto di videosorveglianza delle Aree Collinari. Nel terzo, ci sono: il Vestuti e i campetti di quartiere anche se, per alcuni di questi ultimi, si legge della volontà di offrirli in concessione a privati. Nel quarto, e ultimo, ci sono: il Palazzo di Città; il Teatro Verdi con il Casino Sociale; la Casa del Combattente, la Chiesa della SS. Annunziata; il completamento del Parco del Mercatello; il recupero di Palazzo San Massimo; il restauro della Villa Comunale, dell’Ave Gratia Plena, degli edifici ex tipografia Volpe e di via Portacatena, dei Gradoni di S. Lorenzo e di via Santa Maria della Consolazione; la riqualificazione del Parco del Seminario e di un tratto di via dei Greci. C’è da sperare che sia stata ben valutata l’entità delle risorse poiché sembra difficile si possa fare tutto questo con 22,8milioni, pur considerando i fondi di cofinanziamento. Se ci saranno. Come è agevole rilevare dalla lettura dell’elenco, sono state effettivamente ‘ripescate’ opere scartate dal PICS. Non tutte, però. Disgraziatamente, mancano almeno la Chiesa di Santa Maria de Alimundo, luogo storico-culturale risalente al 950 prima del Mille, e la Palazzina Liberty di Fratte, ormai in avanzato stato di decomposizione. Sono state dimenticate, poi, ‘memorie’ significative del Centro Storico: gli Archi di via Arce, le mura Arechiane, la Chiesa di Santa Maria a Montevergine, di cui si dovrebbe sapere la proprietà, e quelle di San Filippo, vandalizzata, e di Sant’Anna al Porto, da salvare, nonché gli slarghi di San Giovanniello e di San Tommaso d’Acquino. Nulla si propone, infine, per i molti tratti di via Mercanti, con basoli disallineati e rotti, per il recupero della scala di via Torretta, da trasformare in porta per un accesso ‘ceramico-floreale’ alla zona storica. Né si comprende l’assenza degli scavi Etruschi, o di una proposta di utilizzo per gli immobili da recuperare, visto che mancano una Biblioteca Civica, un Museo Urbano, un Museo del Mare, una emeroteca, luoghi per l’espressione dell’arte e del talento. E, mentre stupisce davvero la previsione del palazzetto dello Sport nel gruppo per lo Sviluppo Urbano (Linea 1), forse in quello della Città Europea (Linea 2) sarebbe stato giusto proporre bagni pubblici moderni, realizzare collegamenti mobili per i residenti dei quartieri in alto, come la Mennolella e via Calenda, nonché tra via Mobilio-Chiesa S. Giuseppe Lavoratore; recuperare Colle Bellaria con un bosco urbano e una terrazza per gli aquiloni. Giusto per suggerire qualcosa. Purtroppo, l’esperienza dei fondi Europei PIU, 2007-2013, e PICS, 2014-2020, dimostra che le proposte progettuali entrate come strategiche nei DOS spesso ne uscirono come ipotesi fantasiose. E, quindi, che i documenti predisposti ebbero una funzione solo amministrativa per l’ottenimento dei fondi. Facendo salvo ogni errore, sembra che l’elaborato di oggi sia più in linea con questa visione che con quella progettazione. E, che il suo contenuto Stellare, più che Strategico, tutto offra all’immaginazione e poco ad una concreta visione di ciò che davvero si farà. Così, potrebbe esserci un’altra sorpresa, come quella della piscina da 50milioni per i pesce-cani. Sarà certo utile alla qualità della vita! In verità, Salerno ha bisogno di piccole cose per avere una grande qualità. Ma, soprattutto, ha bisogno di amore. *Ali per la Città