Salerno, città nobile e bellissima.Ma insicura, inquinata ed incivile.Non è chiaro il ruolo di Tringali - Le Cronache
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Salerno, città nobile e bellissima.Ma insicura, inquinata ed incivile.Non è chiaro il ruolo di Tringali

Salerno, città nobile e bellissima.Ma insicura, inquinata ed incivile.Non è chiaro il ruolo di Tringali

di Aldo Primicerio
Quando si parla della propria città c’è sempre il rischio di eccedere. O per esaltare, o per deprimere e condannare. Partiamo dal rischio più facile, quello di esaltare la sua antica nobiltà ed il mistero che ancora oggi avvolge il nome di Salerno. Al 197 a.C. risale la Lex Atinia, con cui il tribuno romano C. Atinio assegnava a 300 famiglie il compito di fondare cinque colonie romane, Vulturnum, Liternum, Puteoli, Salernum e Buxentum. Lo riferiscono storici come Erchemperto, Finamore e, ultimo, il saggista Paolo Romano. Perché non ricordarlo? Sono tante e diverse le tesi sul nome. Salernum deriverebbe da Sale e Irno, cioè dall’unione tra mare e fiume, o dai due fiumi Salum (Canalone) e Irno, od anche dall’essere stato luogo dove di lavora il sale, o addirittura da Salem, mitico nipote di Noè. Ma molti invece ne attribuiscono la toponomastica all’essere stata la città più salubre d’Italia, dove sarebbe venuto a curarsi anche il poeta romano Quinto Orazio Flacco, nativo di Venosa tra Puglia e Basilicata, e dove nacque la Schola Medica, polo di eccellenza nella sanità e prima università di medicina del mondo.
E se le origini sono avvolte nella nebbia ma comunque nobili, Salerno si è poi nel tempo affermata come una città dagli splendidi panorami, dalla natura rigogliosa e incontaminata, sede di un Ducato e di un Principato, dove Arechi le conferì uno sviluppo straordinario. Così era e così è rimasta fino a qualche tempo fa. Una città nobile nelle origini, e bellissima per la sua posizione geografica e per la sua natura. Oggi, ci duole dirlo, Salerno è di una bellezza sfiorita, a tratti solo apparente. Ed insicura, come dice anche il titolo. La sicurezza di una città non è quella che intendeva il nostro sindaco, o chi lo ha ispirato, quando pensò di innovare la giunta con un apposito assessorato. Sicurezza contro chi? Se s’intende contro il crimine, la sicurezza di una città è istituzionalmente affidata al Questore, ai dirigenti ed alle forze di Polizia, ed al Prefetto che coordina come massima espressione dello Stato. Se s’intende invece la sicurezza urbana, quella non strettamente inerente alla difesa da minacce ma come percezione pubblica della sicurezza, allora scivoliamo verso un suo nuovo ruolo. E poi c’è un’altra accezione della sicurezza, quella eccentrica, che scatta quando il nuovo assessore avverte che i primi osservati saranno gli attori della res publica comunale, i suoi colleghi amministratori e qualche migliaio di dipendenti.
Non sono quindi chiari il concetto, gli ambiti, il ruolo dell’assessorato alla sicurezza. Ma se sicurezza urbana s’intende il coordinamento della Polizia Municipale, l’integrazione con le forze di Polizia di Stato, e l’insieme di azioni per migliorare la percezione dei cittadini, allora questo tentativo non sembra riuscito. Salerno, il suo lungomare, le scuole sono tra i loci privilegiati d’Italia per il traffico e lo spaccio di droga. Le strade, dal centro alle periferie, sono uno scenario di rifiuti abbandonati, o non ritirati, o prelevati con grave ritardo. La segnaletica stradale è ferma ad una decina di anni fa con semafori male o non funzionanti, molti spenti, molti altri girati dai venti invernali e non più risistemati. Molte strade, anche al centro, vengono ribitumate con grandi ritardi, anche ogni due anni, mentre altre, specie secondarie, portano negli anni i segni della mala gestio con le buche e le cicatrici ormai insanabili delle ferite inferte da Tim od Open Fiber, o dei chiusini squilibrati e rumorosi per l’incuria di Salerno Sistemi e dei Lavori Pubblici del Comune. Il lungomare della città è ormai solo un triste ricordo di quello sontuoso e lussureggiante con le palme decimate dal punteruolo rosso, con Salerno l’unica città marina dove non si è riusciti a salvare nulla dal disastro globale. Se tutto questo, ed anche altro che tralasciamo, rientra nel concetto di sicurezza, allora possiamo dire che Salerno è una città insicura. Lo dice anche l’ultima classifica stilata da Il Sole 24 Ore. Qui la città più sicura d’Italia è Oristano, mentre Salerno è praticamente il Comune capoluogo ultimo tra i 107 italiani, 101esimo per giustizia e sicurezza, 100esimo per ricchezza e consumi, tra gli ultimi (86° ed 84°) per demografia e società e per ambiente e servizi, mentre compensa solo in parte con la voce affari e lavoro.
Ed insicurezza a Salerno si coniuga con inquinamento. L’assenza, al centro della città, di centraline di misurazione in tempo reale delle cosiddette pm, il particolato degli scarichi delle auto e del Co2 degli impianti di riscaldamento e di climatizzazione, impedisce di monitorare l’inquinamento atmosferico, come avviene invece in tante medie e piccole città come questa. A nulla valgono le rassicurazioni dell’Arpac se le misurazioni vengono fatte a casaccio ed episodicamente. C’è poi l’inquinamento luminoso, un fenomeno sconosciuto a questa amministrazione comunale, alla sua Polizia Municipale, persino ai magistrati delle Procure che lo sottovalutano. Basterebbe alzare lo sguardo di sera e dare un’occhiata all’illuminazione pubblica. Le lampade a centro-città non sono chiuse, a flusso luminoso verso il basso, come di norma, ma hanno invece una diffusione sferica, cioè con luce a 360 gradi e quindi anche verso l’alto e contro le abitazioni. E poi aggiungiamo il fenomeno diffuso dello spreco di energia, con le vetrine dei negozi di notte illuminate a giorno. Per non parlare del famigerato led wall della radio privata nell’edificio ex-Enel tra il corso V.Emanuele e la via SS. Martiri Salernitani. Un caso clamoroso di raccomandati, non si sa perché e da chi, di violazione di numerose norme dello stesso regolamemto del Comune di Salerno. A partire dalle dimensioni. Dovea essere un elemento di m. 4,00 x 2,00 con autorizzazione rilasciata il 16/07/2021 con prot. 133438. Ora, da tempo e per incanto, ha allungato l’estensione a m. 6,00 x 2,00. Ma chi la controlla? Nessuno. E poi una sfilza di violazioni, all’art. 23 del Codice della Strada, agli artt. 15. 19, 24 e 24 bis del Piano Comunale degli Impianti Pubblicitari, alla imminenza del led wall su un impianto semaforico, definito regolare da un rapporto irresponsabile della Polizia Municipale sull’uso dei colori. Una sfida allo Sportello Unità Produttive, che più volte ha ammonito i dirigenti della radio. E la Polizia Municipale di Salerno che fa? Niente. Gran parte dei suoi vigili, alcuni ancora in età ed in gamba, stazionano negli uffici, dietro le scrivanie a maneggiare carte. Le pattuglie sono sempre più rare. E si avverte sempre di più la figura del vigile di quartiere, una figura cui noi cittadini eravamo molto affezionati e di cui ancora oggi reclamiamo il ripristino. Un ritorno che servirebbe ad infrenare i fenomeni di inciviltà sulla strada, legati all’inquinamento acustico. Quello di alcuni autisti della Sita e Sita Sud, che usano clacson e trombe fuori legge, cioè non i presenza di pericolo imminente, ma così, per abitudine o per sport, violando l’art. 659 del Codice Penale che prevede l’arresto fino a 3 mesi ed un’ammenda fino a 309 euro. E mettiamoci dentro anche l’abuso di clacson e trombe di automobilisti sciocchi ed irresponsabili, che potrebbe essere frenato dalla presenza del vigile nelle strade cittadine più trafficate. E qui dobbiamo appena accennare ai disastri perpetrati dai sindaci e le amministrazioni comunali che ad es. chiusero al doppio traffico via Cilento e via dei Principati fino a Piazza XXIV Maggio, o via Diaz dove praticamente non transita mai nessuno a scendere, o la sosta dei bus pubblici a P.za della Libertà, con i cittadini sfrattati al c.so Garibaldi in nome della cosiddetta “riqualificazione” della piazza, come la definirono il caro amico Mimmo Di Maio e Luca Cascone. Quale errore grossolano!
E concludiamo con le corse notturne dei centauri sulle loro moto a scarichi aperti, privi del cosiddetto DbKiller. Ma che fa il Questore? Perché non dispone una sorveglianza più seria delle pattuglie notturne su C.so Garibaldi, Lungomare Trieste e via SS. Martiri Salernitani, le strade più gettonate da questi dementi con il casco, questi invasi da un precoce Alzheimer del rombo di notte? Che fa il Prefetto? Perché non riunisce i dirigenti delle forze di Polizia e risponde alle telefonate di protesta? Questo accade perché i nostri amministratori non alzano i loro augusti sederi dalle poltrone, per scendere in strada, per osservare, riflettere, capire e decidere per modificare l’ordine biblico delle cose e migliorare la famosa percezione di sicurezza di noi cittadini. In questo Far West ci manca lo “sceriffo”….

1 Commento

    Bello l’ articolo di chi lamenta il disastro urbano di Salerno centro. Peccato esista Salerno periferia che stava peggio quando si pensava solo all’ altra Salerno. Peccato che le belle penne abitino solo in alcuni posti e si accorgano dei problemi solo quando arrivano nelle zone più esclusive.

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