Salerno: Bnl fornisce dati falsi al Pm per non far rilevare l’usura alla Fatrotek - Le Cronache
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Salerno: Bnl fornisce dati falsi al Pm per non far rilevare l’usura alla Fatrotek

di Redazione Cronache

Il Gip Scermino, accogliendo la richiesta degli Avv.ti Silverio Sica e Marco Martello, legali di Francesco Peluso – Fatrotek, ha disposto l’imputazione coatta a carico di due funzionari della Bnl. L’accusa è di favoreggiamento in un procedimento penale al fine eludere le investigazioni dell’Autorità poiché, nell’ambito di un procedimento penale a carico della Bnl, i funzionari hanno consegnato al Pm Francesco Rotondo, un prospetto contabile con dati “ricalcolati” al fine di non far rilevare il “reato di usura”, ovvero il supero dei tassi soglia fissati dalla legge. In tale prospetto consegnato al Consulente del Pm Adelaide Mugnani, la Bnl aveva provveduto a “ricalcolare” l’intero rapporto di mutuo eseguendo una doppia operazione contabile: la prima operazione è stata quella di “ridurre” gli importi richiesti alla Fatrotek presenti negli avvisi di pagamento (riconducendoli al limite soglia), la seconda operazione contabile è stata quella di ridurre “anche” i pagamenti eseguiti dalla Fatrotek adeguandoli a tali “importi ricalcolati non in usura”. Si è trattata di una vera e propria operazione scientifica di ricalcolo eseguita dalla Bnl sul prospetto contabile, operazione che è stata rilevata anche da un ulteriore consulente della Procura di Salerno (Alfonso Ruggiero), il quale ha confermato che, gli interessi di mora richiesti dalla Bnl negli “avvisi di pagamento” non risultavano coincidere con quelli indicati nell’estratto conto forniti dall’istituto di credito al Ct Mugnani, ovvero tali importi indicati nel prospetto erano minori, mentre, i tassi presenti negli “avvisi di pagamento” risultavano essere superiori ai tassi soglia previsti dalla legge. Il Gip Scermino, ha ritenuto “che su tali basi vi era una evidente responsabilità dei due funzionari in quanto, mediante la formazione e trasmissione di prospetti contabili modificati negli importi, al fine di nascondere i maggiori tassi di mora praticati dalla Banca in quanto usurai, si cercava di aiutare i responsabili dell’Istituto ad eludere le investigazioni con riguardo al possibile reato di usura loro ascrivibile e in tal modo si metteva in pericolo il regolare svolgimento delle indagini”. Il Gip Scermino inoltre, non ha ritenuto valida la difesa degli imputati che sostenevano la “buona fede”, fondata sul fatto che, tali funzionari “operavano in esecuzione delle direttive dalla Banca” atteso che, coloro che formavano l’estratto conto lo facevano solo su richiesta di altre Direzioni dell’Istituto e non sapevano affatto che il documento era destinato all’Autorità Giudiziaria e che detto sistema operava automaticamente. Il Gip ha rilevato che, tali funzionari non potevano non conoscere il predetto sistema di controllo che “ricalcolava gli importi” e, pertanto avrebbero dovuto informare il Ct del Pm della possibilità che tali importi potevano essere modificati, mentre tacevano completamente e, il “malizioso silenzio” di tali funzionari, “si raccordava ad una specifica volontà dolosa di tutti i funzionari dell’Istituto riconducibile”. Il Gip conferma che è anomalo l’assenza di un “controllo antiusura” prima di richiedere ai soldi ai clienti e prima di avviare delle azioni giudiziali, il quale “è doveroso” e, l’istituto di credito non può operare detti controlli solo quando è sotto indagine e poi fornire tali dati “rettificati” all’Autorità Giudiziaria. A carico della Bnl è in corso anche un ulteriore procedimento per accertare l’eventuale sussistenza del reato di frode processuale, poiché su esplicito ordine di esibizione del Giudice la Bnl ha negato l’esistenza di documenti rilevanti, i quali poi sono stati rinvenuti dagli Agenti della Guardia di Finanza e consegnati al giudice.