«Con l’apertura della Porta Santa si apre l’anno giubilare in cui Papa Francesco ha messo in primo piano la speranza, una virtù teologale tra le più piccole ma ritengo che sia la più forte». A pronunciare queste parole, la vicesindaca del Comune di Salerno, Paky Memoli, al termine della celebrazione per l’apertura del Giubileo nelle Chiese particolari. Ieri, infatti, in occasione della Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, come ha stabilito il Santo Padre Francesco nella Bolla Spes non confundit, si è svolta la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, S.E. Monsignor Andrea Bellandi, concelebrata dai presbiteri presenti in diocesi, con i canti di 250 coristi delle varie parrocchie. La celebrazione ha avuto inizio con il collectio (raduno) nella Rettoria di San Benedetto, cui ha fatto seguito il pellegrinaggio verso la Cattedrale e, dunque, l’ingresso al Duomo. A partecipare all’appuntamento, anche 6 detenuti cui sono stati concessi dei permessi premio per l’occasione. Il pellegrinaggio che si è snodato verso la Cattedrale è il segno del cammino di speranza del popolo pellegrinante dietro la Croce di Cristo, come raffigurato nel logo del Giubileo. È il cammino della Santa Famiglia di Dio che, nell’oggi della Chiesa, avanza verso la Gerusalemme celeste. L’ingresso del popolo di Dio nella Cattedrale è avvenuto attraverso la porta principale, segno di Cristo. Sulla soglia, Sua Eccellenza Monsignor Bellandi ha innalzato la croce e, rivolto verso il popolo, con un’acclamazione lo ha invitato alla venerazione del dolce legno che porta appeso il Signore del mondo (Inno del Venerdì Santo “Passione del Signore”). Varcata la porta, l’Arcivescovo ha quindi officiato il rito della memoria del Battesimo e l’aspersione con l’acqua, porta d’ingresso nel cammino di iniziazione sacramentale e nella Chiesa. «Come dice papa Francesco, la speranza è una virtù rischiosa ma alimenta la nostra vita e soprattutto è il pilastro della fede cristiana ed è legata alla pazienza perché sicuramente speranza e pazienza vanno insieme per affrontare le difficoltà della vita con fiducia; la speranza è quindi la luce nella notte e può trasformare la nostra vita», ha aggiunto la vicesindaca, che ha partecipato alle celebrazioni in rappresentanza del Comune di Salerno. «Il Giubileo ha sempre rappresentato, nella vita della Chiesa, un evento di grande rilevanza spirituale, ecclesiale e sociale e porre al centro oggi il tema della speranza – ho scritto nella mia Lettera dedicata a questo evento – rappresenta un ulteriore aspetto assai significativo: la Chiesa lo propone con forza in un tempo segnato da grandi sfide e da forti tensioni sociali, non ultimo il dramma delle guerre che provocano morti, distruzioni, sentimenti di vendetta, popoli a rischio di sopravvivenza. Tutto ciò sembra soffocare la possibilità stessa di sperare; il Giubileo, con il suo contenuto di conversione, perdono, cammino e misericordia, diventa una possibilità reale perché la luce della speranza possa nuovamente illuminare il futuro e ciò non in senso ingenuamente ottimistico – ha detto Papa Francesco nella sua omelia – La speranza, infatti, “non delude” (…) perché fondata sull’amore di Dio: essa “nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce (…). Ed è lo Spirito Santo, con la sua perenne presenza nel cammino della Chiesa, a irradiare nei credenti la luce della speranza: Egli la tiene accesa come una fiaccola che mai si spegne, per dare sostegno e vigore alla nostra vita”. Per questo la virtù della speranza viene spesso associata, nella Bibbia, all’immagine dell’àncora, quell’ancora raffigurata anche nella mano destra della venerata statua della Madonna della Speranza custodita nel Santuario di Battipaglia e che in questi giorni è esposta in San Pietro». Monsignor Bellandi ha voluto sottolineare anche l’importanza della data individuata: la solenne apertura del Giubileo avviene nella domenica dedicata alla Santa Famiglia di Nazaret.
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