Salerno 1944 tra guerra e la necessità di allontanare il conflitto con urgenza - Le Cronache
Salerno

Salerno 1944 tra guerra e la necessità di allontanare il conflitto con urgenza

Salerno 1944 tra guerra e la necessità di allontanare il conflitto con urgenza

Indubitabilmente il 1944 per la città sotto gli aspetti prettamente bellici fu l’anno in cui perse visibilità almeno sotto gli aspetti di contrapposizione tra eserciti armati. Il fronte dopo l’avvenuta liberazione di Napoli si era attestato lungo la linea Gustav, un fronte che andava da Minturno sul Tirreno e Ortona sull’Adriatico. Salerno rimase, però ancora fortemente in primo piano mondiale per aspetti legati agli sviluppi politici, di cronaca e finanche di grande storia, visti gli innumerevoli retroscena legati alla svolta di Salerno. Per mesi nelle cronache giornalistiche per lungo tempo Salerno fece notizia. Basta ricordare che una città, ancora occupata militarmente, si dovette fare spazio al governo dell’Italia liberata dal nazifascismo e accoglier alla men peggio tutta la pletora di politici a esso legato, poi ci si mise anche l’ultima eruzione del Vesuvio, a spedire Napoli e Salerno in giro per il globo. Fatti, cronache e notizie che relegarono in second’ordine la presenza militare in città e nei comuni vicini. Una presenza che si era tenuta costante numericamente ma, di fatto, con avvicendamenti tra eserciti e formazioni. In quel periodo il salernitano rappresentava un rifugio sicuro per le truppe che ricevuto il cambio in prima linea rientravano in città e nell’hinterland per ritemprarsi prima di un successivo impiego al fronte. Salerno fu anche uno dei luoghi, dove furono indirizzate le giovani reclute che andavano a completare i ranghi, dovendo sostituire i veterani caduti in combattimento o i feriti per i quali era previsto di solito il rientro in patria. Le reclute prima degli impieghi operativi erano impiegate in addestramenti specifici per prepararsi alle azioni e non di rado si tenevano lanci di paracadutisti sull’area di Pontecagnano o simulazioni di sbarchi eseguiti lungo le spiagge della piana del Sele. Sia le reclute, che completavano l’addestramento, sia i veterani, che rientravano dall’area di Cassino, individuavano la nostra città come punto di svago o evasione, gli uni e gli altri, con opposti sentimenti vissero la nostra città come parentesi di evasione dalla realtà della guerra in corso. La massa di giovani militari usò la nostra città come location di movida “ante litteram” anche se limitata alle ore diurne essendo operativo ancora il coprifuoco nelle ore serali e notturne. Giovani in cerca di divertimenti leciti o borderline che creò un certo disagio alla popolazione, afflitta com’era da mille e una difficoltà. Dei disagi dei civili tanti hanno raccontato e scritto che è superfluo ripetere, si vuole piuttosto qui ricordare quei ragazzi, passati da noi poi caduti, oppure che rientrati a fine guerra conservarono i ricordi della campagna d’Italia visto dalla loro prospettiva. Ricordi spesso fotografici che oggi arricchiscono polverosi archivi d’oltremare. Il fenomeno di occuparsi dei propri militari anche nei periodi di non operatività era noto alle autorità militari alleate, tant’è che cercarono di governare l’esuberanza dei loro ragazzi in divisa che, comprensibilmente cercava un momento di spensieratezza tipica della loro età. Autorità militari che per tenere alto il morale dei loro soldati erano solite organizzare attività ricreative e d’intrattenimento. A Salerno dove la nomea dello sbarco dei mesi precedenti aveva fatto da volano immaginifico per cui per ogni soldato impegnato, fu location ambito per dire io vi sbarcai! Una torma di militari raggiungeva Salerno mettendo in rapida crisi le poche attività di ristorazione. Tanto numerose le presenze che si collocò un circolo esclusivo deputato ad accoglier gli ufficiali alleati, questo fu organizzato nell’attraente e scenografico palazzo Sant’Agostino. Nell’androne si collocò uno snack bar che offriva un accurato servizio ai tavoli, opportunamente sistemati in piazza (oggi Cavour) approntando in un’area recintata e presidiata dalla MP che limitava l’accesso ai soli ufficiali. Furono sistemati tavolini sedie su cui poter consumare un drink o una colazione dimenticando per un poco di tempo la guerra in corso. Gli ufficiali angli americani apprezzavano far colazione sotto quel sole a due passi dal mare, già famoso nei loro paesi di provenienza, una fama che sarebbe poi ulteriormente accresciuta a fine guerra grazie ai loro resoconti. Altri circoli di minore impatto furono organizzati in diverse altri luoghi cittadini, questi riservati ai sottoufficiali alleati non erano certo paragonabili al primo, pure avevano un discreto controllo da parte delle ronde alleate. Comunque anche per queste si trattava di attività predisposte quasi esclusivamente a uso militare, dove la cittadinanza, eccetto le “senorite” era esclusa. Alcuni di queste attività operarono in via Leucosia, un’altra su al rione Mutilati, una terza in piazza San Francesco e sono state ricordate dai testimoni dell’epoca. Un servizio di navetta portava i militari dagli accampamenti posti nell’area orientale o dai comuni confinanti e con trasporti militari raggiungevano Torrione, il limite a est della città. Da quel punto i militari diretti in città proseguivano a piedi, allo stesso modo a fine franchigia facevano il percorso a ritroso. I militari invece che per la loro franchigia avevano la disponibilità di una Willys Jeep, immancabilmente in gruppo si recavano in costiera amalfitana. Il fascino della divina costa era già un richiamo forte tanto che la maggior parte degli ufficiali di truppa aveva preso dimora negli alberghi della costa. Per diversi mesi su via Roma una particolare mensa alleata funzionò all’interno del palazzo D’Agostino. Il suo ingresso era sempre vigilato perché il palazzo era riservato alle alte cariche militari e agli ospiti del town Major, colonnello Thomas Aloysius Lane, alloggiato nel vicino hotel Diana. Per il lecito intrattenimento dei militari di truppa inoltre si organizzarono manifestazioni ricreative come proiezioni cinematografiche, dentro i cinema cittadini ma anche negli spazi aperti attrezzati. In tali arene si proiettavano film e cinegiornali in lingua inglese. Un altro settore d’intrattenimento furono le manifestazioni sportive organizzate ad hoc. Certamente quella che incontrava il maggior seguito, anche tra la cittadinanza che non mancava di intervenire numerosa, furono gli incontri di pugilato. Un ring con le tradizionali sedici corde fu allestito dentro i giardini della villa comunale e lì quasi tutte le sere s’incrociavano guanti di sfida amatoriali tra militari delle diverse forze armate. In tali sfide intervenivano anche pugili italici.
Capitava anche che sui ring predisposti si tenessero esibizioni di boxer già affermati. In tali occasioni erano gli stessi giornali d’oltreoceano che facevano il rendiconto delle serate di svago per stemperare in patria le preoccupazioni familiari per i militi inviati in Italia. Un tour del “bombardiere nero”, il campione mondiale di pugilato Joe Louis si tenne in quel periodo e le foto ebbero grande risalto fotografico sui giornali americani. Per la maggioranza dei militari stranieri presenti all’epoca fu però sufficiente il fascino rappresentato dal sole e del mare emanato dalle nostre coste per ammaliarli e regalare loro un attimo di felicità. Tanti di quei ragazzi che pur impegnati nelle esercitazioni in preparazione delle azioni conclusive della guerra amavano farsi immortalare in pose ricordo caratteristiche proprio della loro giovane età come bagni collettivi nella Salerno bay. Scatti in cui amicizia gioia di vivere, allegria riemerge ancora intatta dopo tanti anni. Ricordi portati a casa al loro ritorno. Un ritorno cui non tutti furono destinati.
Giuseppe MdL Nappo
Gruppo scuola Maestri
del Lavoro SA