Salernitano toglie l'erbaccia, Natella lo attacca - Le Cronache Ultimora
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Salernitano toglie l’erbaccia, Natella lo attacca

Salernitano toglie l’erbaccia, Natella lo attacca

Non bastava ricevere attacchi dal suo stesso partito, in particolare da uno dei tre consiglieri comunali del Psi. Non bastava che lo stesso consigliere comunale che lo ha attaccato prima, lo abbia “salvato” rinnovandogli la fiducia e poi, un attimo dopo, lo abbia attaccato nuovamente in Commissione Ambiente alimentando l’idea che la coerenza non sia né di quest’amministrazione né di questo partito, in particolare. Non bastava dire, dinanzi ai giornalisti, che gli alberi sradicati che da Torrione al teatro Verdi fanno danni e, per puro caso, non creano epiloghi ben peggiori “sono cose che capitano”. Come i ratti a mare, come le blatte nelle abitazioni: “capita”. Non bastava nemmeno chiedere a Salzano, pubblicamente, di aiutarlo a redigere il piano per il verde. Come se, dal 2021 al 2025, l’assessore all’ambiente fosse stato un altro. Non bastava presentare un piano di manutenzione “straordinaria” che prevede interventi “nei prossimi 48 mesi”, con buona pace delle tante persone che, da Sant’Eustachio al rione Carmine Alto, da Mariconda ai rioni collinari, si ritrovano a custodire alberi nei propri balconi o nelle proprie finestre da anni. Certo, c’è anche una parte della cittadinanza che nemmeno se ne accorge delle palme piegate su loro stesse: non se n’è accorto il consigliere che ha lo studio e la sede politica proprio di fronte a quelle palme (anch’egli persona attenta soltanto a fatti compiuti), quindi nulla ci sorprende. Ci voleva, ora, la profonda indignazione dell’assessore all’ambiente meno competente sul tema che Salerno abbia mai avuto (ed era difficile, visto il predecessore) per un tema di sua stessa competenza che ha fatto passare per un atto di vandalismo e incuria da parte dei cittadini. L’assessore Natella posta una foto, convinto di sapere di cosa si stesse parlando, esprimendo la sua totale indignazione (con tanto di scritte in maiuscolo, come netiquette insegna si debba fare quando si è davvero arrabbiati e si URLA A CHI STA LEGGENDO, ndr) per… erbacce estirpate da un cittadino. Sì, avete capito bene. L’immagine del post dell’assessore è chiara: ci sono erbacce estirpate e lasciate volontariamente a terra da un concittadino, reo confesso di aver fatto ciò che avrebbe dovuto fare un qualsiasi addetto al verde pubblico. L’accusa dell’assessore è chiara, ma solo a lui. Urlando al popolo del web che lo segue, comunica: “SONO DAVVERO INDIGNATO!! PREFERISCO RICEVERE SEGNALAZIONI DI PROBLEMI DA RISOLVERE! NON BASTA LA REPRESSIONE, QUESTO É UN ATTACCO ALLA DIGNITA’ DI UNA CITTA’ CIVILE CHE NON DEVE ARRENDERSI A QUESTO LIVELLO DI INCIVILTÀ”. Dunque, assessore: le segnalazioni dei problemi da risolvere le riceve dal 2021, e chi ha gli alberi dentro casa lo sa bene (giusto per dirne una) così come lo sa chi si è ritrovato la propria automobile distrutta da un albero caduto. Ma, come dice lei, “capita”. Questo per citare gli ultimi eventi, ma potremmo andare indietro di qualche giorno e citarne altri ancora, chiedendoci se “capiti” anche di ritrovarsi una trentina di ratti morti a mare, blatte ovunque nonostante si sia parlato di derattizzazione fatta con le tasche del Comune (quando, evidentemente, l’assessorato avrebbe dovuto battere i pugni sulle scrivanie dell’Asl che ne ha competenza, ma chi siamo noi per dirlo) o altro ancora. Capita, però, che qualche cittadino noti la totale incuria del “verde” pubblico (sarà per il semplice fatto che verde non è più da tempo, in termini puramente cromatografici) e che, quindi, voglia occuparsene almeno nella parte più “rapida”, proprio a ribadire che – se solo si volesse – le cose si potrebbero fare e come. E lei, addirittura, parla di attacco alla dignità di una città civile, urla che non basta la repressione, incita a non arrendersi a questo livello di inciviltà. Nei commenti, qualcuno ha provato a spiegarle che non si tratta di un episodio di inciviltà ma, anzi, si è trattato di un intervento utile e meritorio, a causa della mancata manutenzione e cura delle piante poste a dimora in quel punto. Anche lì nulla da fare: dinanzi all’evidenza, l’assessore pone l’accento sull’assoluta inciviltà di chi, avendo svolto un’azione meritoria, avrebbe dovuto avere il garbo di ripulire anziché lasciare le erbacce lì. “Non cambiate tema” è una delle risposte fornite dall’indignato assessore. Che indignato non è stato per i ratti, per le blatte, per gli alberi all’interno delle abitazioni, per gli incendi dettati dall’incuria e per tanto, tanto altro ancora. Ha ragione, assessore: che schifo è mai questo? Estirpare le erbacce da comuni cittadini e non da dipendenti e, addirittura, non avere cura di chiudere tutto in un sacco nero e portarselo a casa in attesa di gettarlo quando il calendario lo prevede? Questi cafoni, incivili che osano rimarcare l’assoluta mancanza di manutenzione del poco, pochissimo verde pubblico che, nonostante sia pochissimo, per l’appunto, viene gestito come peggio non si potrebbe a tal punto da farle trovare le erbacce rimosse sul marciapiedi! Che schifo, assessore. Siamo d’accordo con lei. Abbiamo incontrato i cittadini che hanno “osato” deturpare il giallo pubblico pensando che fosse cura del Comune quantomeno procedere alla pulizia delle erbacce, visto che quanto a manutenzione si lascia un bel po’ a desiderare. Loro non hanno proprio aperto bocca e hanno fatto partire, con un vecchio stereo, in pieno stile Festivalbar (giusto per ricordare, cronologicamente, l’ultima volta in cui verosimilmente c’è stata un po’ di corretta gestione del settore di competenza dell’assessore), una canzone di Elio e le Storie Tese. Che parla di tutt’altro, sia chiaro: parla dell’assoluta inettitudine dell’uomo, inteso come essere umano di sesso maschile, dinanzi al potere attrattivo della donna che porta, spesso, l’uomo a fare qualsiasi cosa pur di averla con sé. Anche accettando compromessi a dir poco ridicoli. Un po’ come chi, pur di fare l’assessore, accetta ratti e blatte ma poi tenta di dire la sua sulle erbacce estirpate dai cittadini anziché dal personale addetto. A un certo punto, non capendo a cosa volessero riferirsi facendo partire questa canzone, diciamo chiaramente: “Noi volevamo farvi solo una domanda. Vi siete resi conto che il vostro gesto è da incivili? L’assessore ha riferito che estirpare le erbacce senza poi gettarle via è un gesto per cui non basta neppure la repressione! Cosa avete da dire a vostra discolpa?!” e loro, in religioso silenzio, puntano il dito verso le casse del loro stereo. La canzone sta per finire, ma in poche parole dice tutto: “E no, e allora? Che cosa devo fare? Mi vuoi mettere una scopa in c**o così ti ramazzo la stanza?” Irene Sarno