SALERNO – Motivazioni a mille per il nuovo direttore sportivo della Salernitana Marco Valentini (nella foto Ufficio Stampa Salernitana), il quarto nel giro di un anno dopo De Sanctis, Sabatini e Petrachi: «Ringrazio la società per l’opportunità concessami. Mi è successo più volte di subentrare in queste situazioni, è stato importante capire insieme il percorso da fare con la società e quando capisci che ci sono le condizioni per farlo diventa tutto più facile. Cercherò di ripagare la grande fiducia con i fatti come ho sempre fatto». Valentini si attribuisce la scelta del tecnico: «Su Breda non devo fare presentazioni, è un uomo che conosco ed è stato scelto subito perché il tempo è prezioso ed avere una persona con cui c’è feeling professionale e umano è fondamentale. Ci capiamo al volo, in passato abbiamo fatto cose importanti ma ora conta il presente per costruire il nostro futuro. Vivere cinque mesi a stretto contatto con Breda e non averlo scelto sarebbe un eufemismo. Ho fatto subito il suo nome alla proprietà, loro lo stavano già attenzionando ed è stato semplice e naturale imboccare la strada». Quali saranno i criteri per la costruzione della nuova Salernitana? «La proprietà mi ha dato ampia disponibilità sul mercato, a gennaio non si fanno le rivoluzioni ma degli aggiustamenti. Sappiamo che ci sono delle lacune in alcune zone e procederemo in tal senso. I rinforzi non vanno presi secondo una questione temporale ma con le persone giuste. Prendere per prendere il tre gennaio fai un danno all’allenatore e alla squadra. Il budget non lo comunico per non dare vantaggi e non essere inelegante nei confronti della proprietà che mi ha dato grandissima disponibilità. Aggiusteremo le cose nei tempi giusti per il bene della squadra e della società. Ritengo che per fare questo lavoro bisogna avere il fuoco dentro. I giocatori devono essere bravi ma anche estremamente motivati, o di gruppo o personali. Questo deve riguardare prima noi, poi l’allenatore ed il gruppo. Porterò qui calciatori che vanno a duemila all’ora, mi piace quando un calciatore mi da la disponibilità al di là del discorso economico, io ho bisogno di questi uomini. Da quelli che ci sono e da quelli che arriveranno mi aspetto la risposta ‘’io ci sono’’ come l’abbiamo data noi alla proprietà quando ci ha chiamati». Valentini non si sbottona ma indica quali saranno i reparti nei quali intervenire maggiormente, senza però fare rivoluzioni: «Se la Salernitana ha 18 punti c’è un problema di struttura. Il reparto offensivo è fondamentale in una squadra, di sicuro interverremo in quel reparto là. Se parlo di calma non voglio guadagnare tempo ma solo perché se in estate puoi anche sbagliare scelte perché c’è tempo per rimediare, nel mercato di gennaio bisogna essere chirurghi ed anche bravi. Non ci metteremo tanti giorni ma vanno valutati discorsi tattici per prendere le persone giuste per formare una squadra equilibrata e compatibile con gli altri reparti. Non mi è stato detto di prima cedere e poi acquistare, non mi è stato dato questo diktat ma io ho affrontato questa esperienza da diesse da ormai 21 anni e ritengo che cedere per acquistare dovrebbe essere il modus operandi di qualsiasi squadra. Si deve finire di pensare che il calcio sia diverso da altre aziende, non è questo il caso attuale perché siamo in emergenza ma in generale io la penso così». Al di là del mercato secondo Valentini bisognerà intervenire sulle teste dei calciatori già in rosa: «La prima cosa da fare è valutare bene i calciatori già in rosa, nelle mie esperienze con un cambio gestionale è successo che alcuni calciatori che sembravano un buco nero poi hanno svoltato. Le situazioni di Reine-Adelaide, Tongya e Sepe? Non sono venuto qui a tagliare teste bisognerà valutare la situazione di ognuno di loro. Di Valencia non posso parlare perché c’è un contenzioso in corso». Da questa analisi dovrà venire fuori la Salernitana affamata che vuole Valentini: «Noi vogliamo una squadra con una mentalità forte, questa categoria non è fatta con le figurine ma si pedala tanto, pretendo il massimo da tutti, quello che è successo in passato non lo giudico, vogliamo una squadra di assatanati perché questo è il modo di affrontare l’avversario. Il complimento più grande me lo fece un allenatore avversario quando disse “incontrare voi ci fa venire il mal di testa ancor prima di giocare”. Questo voglio che pensi chi ci affronterà, a Salerno e fuori».
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