di Marco De Martino
SALERNO – Salernitana-Torino nel ricordo di Fulvio De Maio. Fra i tanti motivi d’interesse che accompagneranno il match di sabato sera all’Arechi, ce n’è anche uno che van ben oltre l’aspetto sportivo. Le due squadre granata sono state, infatti, le due pietre miliari nella vita calcistica dell’indimenticato ex portiere ed opinionista salernitano, scomparso ormai quasi un anno fa. Con la sua Salernitana, De Maio ha conquistato il Trofeo Berretti nel 1969, l’anno seguente ha invece vinto, con i granata del nord, il campionato italiano. Due vittorie indimenticabili, che portano la firma di Fulvio. L’ADDIO A FULVIO, QUASI UN ANNO DOPO Sono ormai quasi undici mesi che Fulvio non c’è più. Il 9 maggio 2021, 24 ore prima che la Salernitana, in quel di Pescara, raggiungesse la sospirata promozione in serie A, se n’è andato in silenzio uno dei salernitani più popolari ed amati. La sua scomparsa ha provocato la commozione, oltre che dei familiari e dei suoi amici più stretti, dell’intera comunità salernitana. Fulvio De Maio ha dedicato gran parte della sua vita alla propria passione, il calcio. Dopo aver difeso i pali della sua amata Salernitana dal 1968 al 1978, collezionando 69 presenze e vincendo, grazie anche ai due rigori parati in finale contro la Solbiatese, il Trofeo Dante Berretti, Fulvio è rimasto comunque nel mondo del calcio diventando stimato commentatore ed opinionista. Con “Linea ai tifosi” e“Salerno nel pallone”, le apprezzate e popolarissime trasmissioni in onda da anni su Lira Tv, ha raggiunto l’apice della sua popolarità grazie alla schiettezza, alla simpatia, alla competenza con cui ha commentato le vicissitudini sportive (e non) della Salernitana. Non a caso, all’indomani della promozione in serie A, i tifosi granata gli hanno dedicato uno striscione tra i tanti affissi in città. A quasi un anno di distanza dalla sua scomparsa, di lui manca tutto. A noi di “Le Cronache” la sua preziosa e sincera amicizia• Di lui ci rimarrà per sempre il ricordo dei tanti pomeriggi trascorsi in redazione a parlare, ovviamente, di Salernitana ma anche a scherzare e ridere di gusto ascoltando i suoi proverbiali aneddoti. IL RICORDO INDELEBILE Fulvio De Maio resta però anche nella memoria di tutti i tifosi salernitani, e non solo. Il 19 settembre dell’anno scorso una delegazione delle giovanili del Torino è stata in città per rendergli omaggio, mentre il 10 febbraio scorso la società granata nonché le istituzioni cittadine lo hanno ricordato in quello che sarebbe stato il giorno del suo settantesimo compleanno. Sabato sera, di certo, sarebbe stata la sua partita. Da una parte la Salernitana, la sua squadra del cuore, dall’altra il Torino, la compagine con cui ha raggiunto il titolo di campione d’Italia Primavera e che forse è stata il suo più grande rimpianto. Se la società piemontese l’avesse riscattato, nel 1970, dalla Salernitana probabilmente Fulvio avrebbe intrapreso una carriera ancora più gloriosa di quella che ha condotto. Alla fine è rimasto a Salerno, diventando una vera e propria bandiera. Un rapporto viscerale, quello tra De Maio e la Salernitana, proseguito anche dopo aver appeso i guanti al chiodo attraverso il piccolo schermo ed interrotto solo a causa di una malattia ignobile, che l’ha strappato alla vita troppo presto e proprio il giorno prima di quella che per lui sarebbe stata una grande gioia. Ora, da Lassù, Fulvio proverà a spingere verso la salvezza la Salernitana, sabato sera, nel match contro il Torino. Quello che sarà il suo derby.