di Marco De Martino
L’ombra lunga di Angelo Adamo Gregucci si allunga su Carlo Perrone. Entrambi romani, entrambi ex laziali, i due potrebbero avvicendarsi alla guida della Salernitana. Una voce clamorosa che però sta scuotendo già da qualche giorno dalle fondamenta l’ambiente granata. Una voce concreta, che arriva direttamente da Roma. Una voce che risale allo scorso ottobre, all’epoca dell’esonero di Sanderra. Gregucci era stato scelto da Claudio Lotito per avvicendare l’ex tecnico del Latina. Una scelta che qualcuno non ha condiviso. Così al patron è rimasto il colpo in canna, decidendo di accontentare la piazza. Quasi a furor di popolo la società decise di richiamare al timone Perrone. Un epilogo che mandò su tutte le furie Lotito il quale, da quel momento, a Salerno, non s’è fatto più vedere. In pratica il patron ha tagliato i ponti con l’ambiente, lasciando a Mezzaroma l’onere di seguire da vicino i dirigenti, la squadra ed il tecnico. Unica apparizione, una decina di giorni fa, a Perugia. Una apparizione fugace, visto che Lotito andò via senza proferire parola subito dopo il fischio finale e la sconfitta dei granata. A questo punto, con la Salernitana in piena crisi di gioco e di risultati, il secondo ribaltone stagionale sembra ormai dietro l’angolo. Probabilmente la rete di Mancini è servita ad evitarlo nell’immediato, ma se la squadra non cambierà subito registro sarà inevitabile. Le festività natalizie serviranno a Mezzaroma ed a Lotito a capire se cambiare subito oppure rimandare tutto alla prossima, proibitiva sfida. A Lecce, al via del Mare, il prossimo 4 gennaio. Non è detto però che Lotito decida di rompere gli indugi, di esonerare subito Perrone ed affidarsi immediatamente a Gregucci. Uno che a Salerno ha già allenato tanti anni fa (stagione 2004/2005, l’ultima prima del fallimento…) e che era all’Arechi due settimane fa in occasione di Salernitana-Prato. A Perrone verrebbe dato il benservito senza che abbia particolari colpe o gli siano addebitabili particolari errori. L’unico neo è forse proprio quello di aver accettato di guidare una squadra che solo tre mesi prima aveva rifiutato di allenare perchè poco convinto del materiale umano (e non solo dal punto di vista tecnico…) a disposizione. E’ chiaro che il rapporto con molti dei calciatori della rosa attuale è ampiamente compromesso. Probabilmente Perrone pensava di arrivare a gennaio con un bottino di punti tale da poter attaccare le prime posizioni dopo i dovuti correttivi sul mercato. Una valutazione sbagliata e che, a questo punto, potrebbe costargli caro.