
di Marco De Martino
SALERNO – Se la Salernitana fosse una persona, sarebbe Celeste Bucciarelli. Lei c’era quando la squadra di Gipo Viani conquistò la storica promozione in serie B. C’era durante i cinque lustri trascorsi nell’inferno della terza serie. C’era quando i granata di Soglia, Ansaloni e Di Bartolomei ritrovarono la cadetteria. C’era a Pescara, nel 1991 e poi ancora nel 1996 quando il popolo salernitano versò lacrime di delusione. C’era in quel maledetto 1999, quando il rogo spezzò le ali ai quattro angeli granata dopo la retrocessione più amara. C’era nel 1998 e nel 2021, quando Salerno celebrò la serie A. C’era nel 2005 e nel 2011, quando Salerno subì due volte l’onta del fallimento. Lei c’era, dalla serie D alla serie A. Da Poggibonsi a Lumezzane, da Agrigento a Roma, da Milano a Torino. Al Vestuti ed all’Arechi. Celeste c’è sempre stata. Ed oggi, per la prima volta, non ci sarà, almeno fisicamente, a soffrire e gioire per “la vita sua, ‘a Salernitana”. Sarà lassù, in compagnia di Carmine, Fulvio, Gianni, Amatino, Enzo, Simone, Peppe, Ciro e di tutti quelli che hanno amato più di ogni altra cosa la Bersagliera. Sarà una giornata intensa quella che si prospetta per il popolo granata. Prima l’ultimo saluto alla propria mamma, passando dal Vestuti proprio come ha chiesto Celeste, fino all’ultimo commosso addio presso la chiesa di San Demetrio, a mezzogiorno. Nel pomeriggio, con ancora gli occhi umidi, si trasferirà in massa all’Arechi dove, alle 17.15, la Salernitana affronterà il Palermo in una gara che, dopo i risultati maturati tra venerdì e ieri pomeriggio, è diventata da importante a fondamentale. I granata dovranno infatti assolutamente portare a casa l’intera posta in palio per non restare attardati in classifica dopo le vittorie di tutte le dirette concorrenti alla salvezza. Un passo falso contro i rosanero, anch’essi obbligati a vincere per accorciare dalle rivali che al contrario sono finite quasi tutte ko, potrebbe rappresentare un incidente di percorso difficilmente rimediabile. Ma tant’è. La Salernitana ha il dovere di rendere onore a mamma Celeste e per farlo in campo dovrà dare tutto e anche di più. La vittoria nell’ultima gara casalinga contro il Modena fu propiziata proprio dalla visita di Celeste nell’allenamento a porte aperte svolto all’Arechi ed oggi, dopo la sua scomparsa, Verde (in compagnia di Celeste quel giorno nella foto US Salernitana 1919) e compagni hanno l’obbligo morale di salutarla come merita.