di Marco De Martino
SALERNO – In panchina c’era Davide Nicola, il gol vittoria lo segnò Tonny Vilhena mentre Paulo Sousa aveva da poco lasciato la guida tecnica del Flamengo: era il 29 gennaio, esattamente otto mesi or sono, quando la Salernitana conquistava, sul campo del Lecce, l’ultima preziosissima vittoria in trasferta. Un successo, quello ottenuto al Via del Mare grazie alle reti di Boulaye Dia e del centrocampista olandese oggi in forza al Panathinaikos, che sembrava potesse scacciare definitivamente la crisi in cui era incappata la compagine all’epoca diretta ancora da Nicola e che invece rappresentò l’ultima gioia per il tecnico piemontese a Salerno prima del traumatico divorzio consumatosi qualche settimana dopo in seguito alla caduta di Verona. Da quel momento si accomodò sullo scranno della Salernitana Paulo Sousa il quale diede la sterzata decisiva, riportando i granata in acque tranquille e conquistando l’obiettivo salvezza. Il tecnico portoghese ci riuscì, comunque, senza mai portare a casa l’intera posta in palio da una trasferta. Tanti pareggi, anche prestigiosi come quelli colti a Milano contro i rossoneri ed a Napoli contro i futuri campioni d’Italia, ed un paio di sconfitte indolori, a Empoli ed a Cremona, che non minarono il bel percorso di Candreva e compagni. E quest’anno il cammino lontano dall’Arechi era iniziato sulla stessa falsariga per la Salernitana. Esordio all’Olimpico contro la Roma e vittoria sfumata soltanto nel finale a causa del solito errore difensivo su palla inattiva che favorì la rete del 2-2 di Andrea Belotti. Un pari che sembrava poter dare slancio alla stagione della Salernitana, impantanatasi invece a causa di due pareggi casalinghi e soprattutto di due sconfitte, una delle quali proprio in trasferta contro il Lecce. Ora per la Salernitana è tempo di infrangere il tabù in campo esterno, provando a strappare l’intera posta in palio al derelitto Empoli ancorato in fondo alla classifica senza punti e senza gol.