Sacche di sangue sparite, Le Cronache: inchiesta del 2024 - Le Cronache Ultimora

È il 28 marzo 2024 quando Le Cronache denuncia l’ignobile traffico di sacche di sangue provenienti dal reparto di ematologia. A dare avvio all’inchiesta è la segnalazione di un medico del reparto, il quale, consultando i registri, aveva rilevato l’assenza di 40 sacche di sangue relative agli anni 2021, 2022 e 2023. Dopo ripetuti e vani tentativi di sollecitare un intervento da parte dei vertici dell’ospedale Ruggi, il medico decide di inviare tutta la documentazione al Ministero della Salute, per poi presentare formale denuncia alla Procura della Repubblica. Dall’allora direttore generale Vincenzo D’Amato non giunge alcun provvedimento concreto, se non la nomina di una commissione interna che, di fatto, conferma la sparizione delle 40 sacche di sangue. A sollecitare l’intervento del ministro sono il deputato di Noi Moderati Pino Bicchielli e il senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone, attraverso due interrogazioni parlamentari distinte ma accomunate da un unico obiettivo: fare chiarezza su quanto stava accadendo nel reparto di ematologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi d’Aragona di Salerno. «La vicenda delle sacche di sangue è troppo grave per essere ignorata e ci sorprende ancora il silenzio del direttore generale Vincenzo D’Amato. Al medico che ha avuto il coraggio di denunciare, agli infermieri competenti, agli operatori scrupolosi e attenti, va tutta la mia solidarietà. Non si può lavorare in condizioni così assurde, come accade da anni presso l’azienda ospedaliera Ruggi d’Aragona», dichiarò in quell’occasione il deputato Bicchielli. Sulla stessa linea l’intervento del senatore Iannone, che sollecita la nomina di un nuovo primario per il reparto di medicina trasfusionale. La mobilitazione si estende anche a livello regionale, con il consigliere Aurelio Tommasetti che chiede chiarimenti al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Solo dopo diverse settimane, precisamente il 9 maggio, l’allora direttore generale rompe il silenzio e prende posizione: «Non è mai stata ceduta una sacca di sangue in modo non ufficiale, si è davvero esagerato. A volte le notizie, diciamo così, non corrispondono alla realtà dei fatti. Tuttavia, questa è una grande azienda, e mi piacerebbe che si raccontassero anche le tante cose positive che si fanno. Dobbiamo tenerci stretta la nostra azienda. La popolazione deve rafforzare la fiducia, perché certe notizie rischiano di allontanare i cittadini dall’ospedale». Nel mese di giugno, è il Comune di Salerno a tentare di intervenire, con il presidente della commissione Ambiente e Cultura (pur non competente in materia sanitaria), Arturo Iannelli, che propone alla commissione Trasparenza di audire il dottor Massimo Frigino, Dirigente Medico del servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, per fare chiarezza sulla sparizione delle sacche di sangue. In quell’occasione, il medico precisa che le sacche mancanti sono 39, in un arco temporale che va dal 2019 al 2023, ovvero circa cinque anni. Ad agosto è giunta la richiesta di archiviazione con i Nas che parlano però di gestione poco puntuale, persino “caotica”. Ad attenzionare seriamente la questione è però il nuovo direttore generale, Ciro Verdoliva, che ha avviato un’ispezione per l’immunotrasfusionale e che coinvolge il centro regionale trapianti. Una vicenda che si lega ad una struttura privata accreditata, convenzionata con il Ruggi, ricevendo sacche di sangue. L’ospedale, in questi anni, non ha “perso” solo sacche di sangue ma oggi rischia di perdere anche un milione di euro circa che il nuovo manager sta provando a recuperare.