di Andrea Pellegrino
«I sindaci possono essere una garanzia per i cittadini perché possono portare un contributo vero in Regione Campania. Avere la possibilità di partecipare ad una competizione elettorale come questa consente anche alla Regione di avvicinarsi ai cittadini. Spero che i sindaci siano in campo e spero che Vincenzo De Luca – che è stato sindaco per tantissimi anni della città di Salerno – possa essere il prossimo presidente della Regione Campania». Paolo Russomando, primo cittadino di Giffoni Valle Piana scende in campo ufficialmente. Lui, renziano della prima ora, questa volta vuol giocarsi la partita da protagonista. A Salerno ha già aperto il suo comitato elettorale e ben presto avvierà il suo tour in lungo ed in largo per la provincia di Salerno. Obiettivo: un posto in Consiglio regionale.
Paolo Russomando è candidato?
«Paolo Russomando ha dato la propria disponibilità. Ha aperto il comitato e sta chiamando tutti gli amici che si riconoscono nel progetto politico che voglio portate avanti».
Si discute molto all’interno del Pd per la composizione della lista. Ci sono “ballottaggi” e fughe in avanti. Ma secondo lei come deve essere composta la lista del Partito democratico?
«Ci devono essere le persone che più possono incidere sul territorio e più possono, quindi, raccogliere consensi. Ci devono essere figure che hanno rappresentato e rappresentano qualcosa. Io rientro a pieno titolo in questo scenario e mi sento della partita. Tra l’altro non è cosa da poco che nel 2012 sono stato uno dei pochi a sostenere il cambiamento di Matteo Renzi. Ancora, da 16 anni sono amministratore locale e nella mia zona c’è un documento a sostegno della mia candidatura al Consiglio regionale della Campania».
Lei è un renziano della prima ora, come vede l’atteggiamento di Matteo Renzi rispetto al caso Campania?
«C’è stata attenzione della segreteria nazionale e del segretario nazionale che hanno consentito lo svolgimento delle primarie. Nonostante quanto accaduto negli ultimi mesi hanno avuto il coraggio di far celebrare in Campania le primarie che si sono svolte nel migliore dei modi, nonostante gli scenari prefigurati da qualche solenne, Saviano compreso, che auspicava il peggio. Invece c’è stata la partecipazione e c’è stato un vincitore, Vincenzo De Luca, cha ha avuto un ottimo consenso. Siamo stati all’altezza della situazione e penso che la segreteria nazionale accompagni queste elezioni regionali. Non so se ci sarà Matteo Renzi ma di sicuro so che c’è la disponibilità di alcuni ministri a stare qui con noi in Campania per la campagna elettorale».
Ieri pomeriggio c’è stato un incontro tra De Luca e Cozzolino, prime prove d’intesa?
«Credo che sia un fatto evidente che in una competizione alle primarie, lo sconfitto dia poi una mano a chi vince. E’ un incontro che sicuramente rinsalda il Partito democratico e che contribuisce a compattare l’intero centrosinistra. L’obiettivo è ora sconfiggere il centrodestra. In tanti in questa regione ora si attendono il cambiamento».
Caso Severino, quale è la sua opinione?
«Leggo con soddisfazione le dichiarazioni di Cantone e spero che questa norma venga rivista. Chi è amministratore pubblico sa bene che l’abuso d’ufficio è uno dei reati in cui si può incappare più facilmente. Basta un piccolo errore. Credo che in questo momento occorra un atteggiamento più garantista e meno strumentale. La modifica della legge non riguarda De Luca o la Campania, bensì l’intero Paese e i tantissimi amministratori che si vedono sospesi per una sentenza in primo grado, mentre qui vige la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio. In Italia siamo fatti così: o siamo troppo libertini oppure facciamo norme troppo restrittive. E’ giusto che si trovi la giusta via».
Passiamo ad un’altra norma, quella sull’incandidabilità dei sindaci al Consiglio regionale, che riguarda anche lei…
«E’ una distorsione normativa quella che è stata messa in campo da Caldoro e dai consiglieri regionali. Forse per fermare inizialmente la candidatura di Vincenzo De Luca. Fino a pochi mesi fa, infatti, era una perfetta norma ad personam, poi superata dalla decadenza del sindaco di Salerno. Ma al di là di De Luca la norma riguarda tutti i sindaci della Campania e ha assunto caratteri più restrittivi rispetto alla normativa nazionale. Ebbene immaginate se tutti i sindaci si volessero candidare al consiglio regionale avremmo una regione zeppa di commissari prefettizi. E’ decisamente assurdo. Non fosse altro che ci sono amministrazioni come la mia che devono completare un programma di opere pubbliche. In questo caso occorre una regia politica che segua il processo e non disperda quanto fatto fino ad ora. Così si intraprende la strada della lite con il Comune per mantenere in vita l’amministrazione, consentendo al vicesindaco di ricevere le funzioni di primo cittadino fino alla prima scadenza utile elettorale. Questo per evitare il commissariamento».