Si terrà lunedi 9 dicembre alle ore 18.00 alla Casa della Sinistra a Torrione in piazza Ricciardi la presentazione del libro di Leonardo Cecchi “Riconquistare il popolo”. Con l’autore discutono Anna Petrone, Andrea De Simone, Luciano Pignataro e Sandro Ruotolo. Il libro è un invito a riflettere sulle strategie e i valori necessari per una sinistra che riesca a rappresentare realmente gli interessi e le aspirazioni della società italiana. Secondo l’autore la sinistra ha perso contatto con le reali esigenze e i desideri delle persone, lasciando un vuoto che ha favorito l’ascesa di forze populiste. Deve quindi riscoprire il significato di “fare politica” al servizio dei cittadini e costruire un’alternativa credibile e concreta alle sfide contemporanee. Nello specifico, Cecchi sottolinea l’urgenza di creare una visione condivisa per il futuro, basata su valori di solidarietà, inclusione e partecipazione, e che miri a ristabilire un legame profondo con il corpo elettorale. E identifica diversi aspetti chiave per riconquistare il consenso popolare: la necessità di un linguaggio accessibile, un’attenzione concreta ai temi del lavoro, della giustizia sociale, dell’istruzione e della salute. Secondo Cecchi, la povertà assoluta è accanto a noi. Non occorre andare in Bangladesh, in Senegal o in Brasile per toccarla con mano. Tutti siamo a rischio povertà. Pertanto, la povertà è un problema politico e come tale va affrontato. Conseguentemente, le soluzioni da proporre nel vastissimo ventaglio di aspetti che la sostanziano devono essere chiare e nette. Non tecniche, non “moderate”, di compromesso. La tassa di successione è vergognosamente bassa? Chi ci risparmia sono solo i milionari? Bene: giusto aumentarla. Ma i soldi, quei 2,8 miliardi di introiti che si preventivavano da quell’aumento, mettiamoli sul lavoro, sulla sanità, sull’istruzione. Per l’autore, infatti, i diritti civili sono importanti perché sono alla base della nostra democrazia e la loro difesa è senza il minimo dubbio vitale. A maggior ragione quando grosse spinte reazionarie li mettono in discussione, come ad esempio di recente in Italia. Ma, nell’ambito storico della sinistra sono sempre stati più marginali. O meglio: sono sempre stati più in secondo piano rispetto a quelli sociali. Avere totalmente ribaltato la situazione, centralizzando in maniera spesso esasperata i diritti civili come, ad esempio, il voto ai sedicenni, in una società piegata da crisi di ogni genere, da quelle economiche fino a quelle culturali, ha contribuito a costruire l’idea di ‘lunarità’. Ma è stata anche una scelta comoda, perché meno impegnativa. Secondo Cecchi, però, il degrado non si combatte con le favole e le carezze così come la criminalità e il malaffare non le contrasti – come troppo spesso si sente dire – “con la cultura”. Cultura ed educazione sono vitali per l’autore, ma lo strozzino che rinchiude l’imprenditore fallito in una casetta in campagna e lo tortura per due giorni perché non riesce più a pagare il 200% d’interesse su soldi a strozzo, e minaccia di andare a trovare i figli fuori dalla scuola, non lo fermi con i libri: lo fermi con lo Stato. Così come il pappone che sequestra i passaporti a ragazze fatte venire dall’Est, le picchia, le violenta, spegne loro sigarette addosso, le umilia e le costringe a prostituirsi, non lo rieduchi: lo blocchi. Poi, una volta che l’hai bloccato puoi provare a rieducarlo. Ma per farlo è necessario riconoscere che c’è un diffuso senso di impunità, di cui la sinistra deve tornare a parlare. Di certezza della pena, di uno Stato più forte, di forze dell’ordine da supportare. È una questione di etica politica: la sinistra dovrebbe proteggere i più fragili. Invece, nella società di oggi se hai i soldi vai avanti, hai cure migliori e tempestive e un’istruzione di livello per tuo figlio. Se non li hai ti arrangi. È darwinismo sociale e una parte della destra nostrana ha più volte dimostrato che questo per loro è un modello tutto sommato accettabile, se non in alcuni casi, da sbandierare. Cecchi nel testo si chiede: il problema della sanità e della scuola pubblica che non funzionano bene, quindi delle liste d’attesa chilometriche, degli ospedali che collassano, delle scuole che cadono a pezzi e degli insegnanti sottopagati, sono un problema tecnico o un problema politico? Per rispondere a questa domanda occorre farsene un’altra: chi ne beneficia? La risposta è il privato. Il privato che ha interessi a occupare spazi di mercato lasciati vuoti o coperti da offerte scadenti o scadentissime da parte del pubblico. Ecco allora che, secondo Cecchi, dietro a tutto questo, non c’è inerzia o inefficienza, ma una precisa volontà. Schlein è una novità, questo è palese. E su diversi temi ha senza dubbio posizioni nette, come una politica efficace richiede, ma non sempre bastano volontà e speranze. L’augurio (il libro è stato scritto quando lei era appena insediata) è che anche lei non rimanga vittima della cosiddetta ‘Teoria della sconfitta infinita’ (Pag. 225), che in passato ha colpito tutti i cacicchi che hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo e si sono proposti come capo pro tempore per poi sparire nel nulla, senza però mai essere incolpati dei propri errori perché “quando si perde, la colpa è un po’ di tutti. Perché tutti sanno che chi comandava doveva ‘dare i resti’ all’intera corte” (p.21). L’obiettivo del Partito Democratico è tornare a essere utile ai cittadini, costruendo un’alternativa valida e concreta alla destra, che riconquisti il popolo passando da una retta ben precisa: quella dell’uguaglianza.
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