di Erika Noschese
Risale al 13 agosto 2014 la disposizione della direzione medica di presidio Aou Ruggi-Da Procida-Costa d’Amalfi e del coordinatore dei presidi ospedalieri Aziendali Walter Longanella circa la tenuta del registro infermieristico interno. Una disposizione che lascia ancora più dubi e interrogativi in quanto, si legge, “facendo seguito a precedenti disposizioni dell’azienda sulla tenuta dei registri infermieristici interni alla struttura, in ottemperanza a tutto quanto la normativa vigente dispone in materia, nel rispetto delle buone norme di condotta, considerato il fatto che il registro infermieristico del pronto soccorso è stato oggetto di copie e/o fotografie trasmesse impropriamente agli organi di stampa in violazione dei codici di comportamento ed etici aziendali, si raccomanda di non riportare, sul registro interno, dati sensibili dei pazienti nel rispetto della normativa vigente sulla privacy; di tenere in buona custodia il registro infermieristico evitandone l’accesso ad altre persone che non siano infermieri di Ps; di utilizzare il registro infermieristico solo ed esclusivamente per fini interni al reparto ed in particolare, per annotare consegne e/o comunicazioni tra il personale infermieristico del ps”. Dunque, tradotto: meno si scrive meglio è per tutti. Longanella prova a nascondere la polvere sotto al tappetto piuttosto che chiarire quanto accaduto al giovane giunto in pronto soccorso la notte tra domenica e lunedì per intossicazione etilica. Secondo quanto emerso fino ad ora, l’uomo sarebbe giunto in pronto soccorso, recuperato per strada in condizioni visibilmente precarie e gravi, con un’auto medica del 118 di via Vernieri. Gli operatori sarebbero stati sollecitati da alcuni passanti che, notando l’uomo, avrebbero prontamente allertato il 118. E il personale a bordo dell’auto medica avrebbe condotto l’uomo al Ruggi in codice rosso. Codice che, lo ricordiamo, è stato modificato in giallo non appena giunto in pronto soccorso senza alcun accertamento, a dispetto di quanto prevede la prassi. Successivamente, è stato nuovamente modificato in verde fino alle 6.50 quando l’uomo è deceduto e solo dieci minuti dopo, alle ore 7.00 il codice diventa rosso. Nel frattempo, sull’azienda ospedaliera universitaria si abbatte l’ennesima polemica e ieri mattina il caposala, i medici e gli infermieri in servizio si sono riuniti d’urgenza per chiarire, almeno tra di loro, l’accaduto. Al momento, dal direttore Vincenzo D’Amato nessuna presa di posizione. Verosimilmente nelle prossime ore chiederà una relazione dettagliata in attesa di far cadere nel dimenticatoio questo tragico episodio che poteva, e doveva, essere dimenticato. Tra il personale infermieristico c’è molta agitazione: molti hanno infatti fatto sapere di essere preoccupati per la negligenza utilizzata da alcuni medici che trattano i pazienti con superficialità nonostante la richiesta di prestare maggiore attenzione. Preoccupazione avrebbero mostrato anche alcuni medici che chiedono al collega spiegazioni circa la decisione di trasformare un codice giallo in verde senza accorgersi delle reali condizioni del paziente. “Prima di affidare al paziente un codice giallo andavano effettuati degli accertamenti, bastavano le analisi del sangue e già il risultato della glicemia portava un quadro clinico più completo perchè così bassa era al limite dell’incompatibilità con la vita”, ha fatto sapere un infermiere. Ora si attende una presa di posizione del dg D’Amato.