di Andrea Pellegrino
Quatto inviti a dedurre sono stati notificati dalla Corte dei Conti della Campania, attraverso i carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale di Salerno, ai medici e ad una infermiera dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Si tratta di Luciano Brigante, primario dell’ospedale di via San Leonardo, del neurochirurgo Gaetano Liberti, del dottore Renato Saponiero, direttore del dipartimento di neuroradiologia e di Anna Rita Iannicelli, coordinatrice infermieristica dell’Azienda “Ruggi d’Aragona”. Per loro la Corte dei Conti ha ipotizzato un danno di 566mila euro nel mentre per il solo Brigante è ipotizzato un ulteriore danno di 36mila euro circa. I medici indagati ora dalla giustizia contabile erano stati già al centro dell’inchiesta giudiziaria che qualche mese fa si è abbattuta sul reparto di neurochirurgia di via San Leonardo. I medici – secondo la Procura della Repubblica di Salerno – avrebbero incassato mazzette per facilitare il superamento delle liste d’attesa, operando pazienti dai quali si facevano pagare l’intervento che poi anche veniva inserito nell’elenco di quelli del nosocomio a carico del Servizio sanitario nazionale. Un comportamento, questo, e ora per i pm contabili, che avrebbe provocato un danno erariale di oltre mezzo milione, stimato anche sulla base di un danno all’immagine. L’inchiesta penale ha visto coinvolto anche il neurochirurgo Takanori Fukushima, non indagato però dalla Corte dei Conti che avrebbe già escluso dagli inviti a dedurre il luminare. Dovranno rispondere , in solido tra loro, Luciano Brigante, Gaetano Liberti, Renato Saponiero ed Anna Rita Iannicelli i quali, si legge: «hanno con il loro comportamento volontariamente e scientemente determinato danno erariale così come accertato tramite i fatti risultati dalle indagini in sede penale». Undici i casi indicati ed accertati da parte degli inquirenti nel corso delle indagini. Undici operazioni che hanno visto il pagamento di somme di denaro illecite. Secondo la Procura della Corte dei Conti, «la somma di 166mila euro, corrispondente all’importo complessivo delle tangenti estorte, costituisce danno patrimoniale ingiusto e risarcibile causato all’azienda ospedaliera». Ancora: «Duecentomila euro è il danno per il disordine arrecato dai loro comportamenti illeciti alla funzionalità amministrativa dell’azienda sanitaria per tutta la durata dell’esercizio del sistema concussivo, quasi di un anno e mezzo, cessato a seguito dell’intervento delle forze dell’ordine». Infine il danno all’immagine, quantificato in altri 200mila euro». Ulteriori 36mila euro sono stati ipotizzati quale danno provocato dal solo Brigante per «la violazione delle norme sull’esclusività». Ora i quattro “avvisati” dalla Corte dei Conti entro trenta giorni dovranno fornire le loro deduzioni alla Procura regionale.