“Ho letto l’ordinanza del Gip che ha respinto la sua denuncia”. Queste le poche parole di Rosy Bindi presidente della Commissione Antimafia ospite a Salerno all’incontro dibattito Lecito è bello” presso la sala teatro dell’Istituto Sacro Cuore
La manifestazione è stata promossa dall’Istituto Sacro Cuore, dal Meic-Movimento ecclesiale di impegno culturale, dall’Associazione Ultimi contro le mafie e per la legalità e dalla Rete interdiocesana Nuovi Stili di Vita, con l’obiettivo di promuovere un profondo dibattito sulla attuale crisi della legalità e sul conseguente disorientamento soprattutto dei giovani, reso più preoccupante dalla mancanza di validi punti di riferimento sia etici che istituzionali e politici.
L’incontro, introdotto e coordinato dal giornalista Andrea Manzi, ha previsto prevede una conversazione introduttiva dell’onorevole Rosy Bindi e tre interventi tematici, affidati al presidente del Tribunale dei minorenni di Salerno, dottor Pasquale Andria, a don Aniello Manganiello, ex parroco di Scampia e fondatore dell’Associazione Ultimi, e al dottor Antonio Memoli Coordinatore d’Area della Rete interdiocesana Nuovi Stili di Vita.
“Sulla Commissione Antimafia stiamo lavorando con grande impegno, con uno spirito unitario che credo non abbia precedenti nella storia delle Commissioni Antimafia”. A dirlo, questa mattina, la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi, ospite all’Istituto Sacro Cuore a Salerno, per parlare agli allievi di “Lecito è Bello”.
“Anche ieri – rimarca la presidente Bindi – abbiamo approvato in aula alla Camera all’unanimità la prima relazione dedicata al tema del rapporto tra mafia e informazione dedicata ai giornalisti minacciati, dedicata a questa professione che sta vivendo un momento difficile, nella quale abbiamo indagato anche sulle commistioni tra l’editoria e i poteri mafiosi. La mafia è un grande potere che si serve di tutti i poteri, e prova a servirsi anche dell’informazione ed ha paura di una informazione libera che ha la schiena diritta. In quella relazione ci sono nomi e cognomi, denunce precise e nonostante sia una relazione e una inchiesta vera, forse proprio per questo, abbiamo ottenuto l’unanimità della Camera dei deputati. Questo è solo un esempio”.